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La struttura di Terza è la medesima delle due ore successive, con l’introduzione, l’inno, l’antifona con la Salmodia, il Capitolo, il responsorio, il versetto e l’orazione finale.
Il Breviario Romano si compone, tradizionalmente, di otto ore canoniche, una notturna – il Mattutino – e le altre diurne. Tra queste ultime si distinguono le Ore Maggiori – le Lodi e i Vespri, con identico impianto strutturale, e la Compieta, che ha essenzialmente natura privata – e le Ore Minori. L’ora Terza è la seconda di esse, cantata dopo Prima, orientativamente alle ore 9.
La struttura di Terza è la medesima delle due ore successive, con l’introduzione, l’inno, l’antifona con la Salmodia, il Capitolo, il responsorio, il versetto e l’orazione finale. Una particolarità da cui Sesta e Nona sono esenti è la variazione dell’inno nell’Ottava di Pentecoste: invece del Nunc, Sancte, infatti, viene cantato il Veni Creator, ad esprimere che la preghiera che la Chiesa innalza è coadiuvata e permeata dall’azione vivificatrice e unificante dello Spirito Santo, cui si chiede anche la benedizione sulla stessa Chiesa di Cristo e sul suo popolo santo, del quale il sacerdote recitante l’Ufficio è mediatore presso il Trono della clemenza e della giustizia.
La Salmodia di Terza, tenendo da parte le divisioni dalla terza alla quinta del Salmo 118, assegnate alla domenica, non sempre prende avvio da quella di Prima. Piuttosto, sono i Salmi di Sesta e Nona a seguire quelli di Terza nella numerazione: fa eccezione, tuttavia, il sabato, quando si leggeranno le tre divisioni, rispettivamente, del 101, 108 e 103.
Nel Temporale, il Capitolo, tranne che nel Tempo Pasquale e nell’Ufficio domenicale, è tratto dall’Antico Testamento, così come il responsorio e il versetto.
Nell’Ora Terza così come ce la presenta la Liturgia delle Ore, invece, la Salmodia riveste il ruolo centrale, essendo scomparsi sia il Capitolo che il responsorio, ma è interessante notare, più che altro, l’aggiunta al Nunc, Sancte di un altro inno facoltativo, che indica in Terza l’ora in cui “il dono dello Spirito […] discese sulla Chiesa nascente”, dono che si invoca nuovamente, in una prospettiva ecologica simile alla ratio del cambio di inno durante la Pentecoste.