di Don Riccardo Pecchia
Natività della Beata Vergine Maria, è una festa liturgica della Chiesa cattolica e della Chiesa ortodossa che ricorda la nascita di Maria. Secondo la tradizione tramandata dal Protovangelo di Giacomo, uno dei vangeli apocrifi del II secolo, ci ha trasmesso i nomi dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, che la Chiesa ha iscritto nel calendario liturgico. Gioachino e Anna, i genitori di Maria, sposati ormai da vent’anni, si ritrovarono senza prole. Gioacchino un giorno si rifugiò nel deserto, per implorare da Dio la grazia. Per Anna, donna pia e colta che conosceva le Sacre Scritture, la scomparsa del marito fu causa di grande sofferenza. Anche lei piangeva e pregava.
Un giorno le apparve un angelo dicendole: «Il Signore ha esaudito la sua preghiera. Concepirai e partorirai e si parlerà della sua discendenza per tutta la terra. Tuo marito sta tornando dal deserto». Infatti, anche a Gioachino era apparso un angelo che gli aveva fatto lo stesso annuncio. Anna gli andò incontro alla Porta Aurea, simbolo della Ianua Coeli (porta del cielo) che, per merito della Madre di Gesù, sarebbe stata riaperta all’umanità. Nove mesi dopo nacque Maria. Nella tradizione cattolica la festa è celebrata in tante località. Nella tradizione agricola il ricordo della nascita di Maria coincide con il termine dell’estate e dei raccolti. Molte chiese hanno come titolo la Natività di Maria. Come quasi tutte le feste principali di Maria anche la Natività è di origine orientale; è stata introdotta nella chiesa d’Occidente dal papa orientale Sergio I alla fine del VII secolo, quando stabilì che l’8 settembre si dovesse celebrare la festa con la processione dalla Chiesa di sant’Adriano al foro fino alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Originariamente doveva essere la festa della dedicazione dell’attuale Basilica di sant’Anna in Gerusalemme. La Tradizione infatti indicava quel luogo come la sede dell’umile dimora di Gioacchino ed Anna, lontani discendenti di Davide, genitori di Maria santissima.
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