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Officium Tenebrarum

Andiamo alla scoperta di uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa e del Triduo Pasquale.

Il Mattutino e le Lodi del Giovedì, Venerdì e Sabato Santo vengono detti Uffici della Tenebre sia perché anticamente venivano recitati di notte sia perché, ancora oggi, vengono recitati al tramonto del sole del giorno innanzi e al loro termine vengono spenti tutti i lumi nella chiesa. Segno che ricorda le tenebre che ricoprono la terra alla morte del Signore.

Sicuramente avete già visto o sentito parlare del triangolo dei quindici ceri: un candelabro triangolare con quindici candele posto sul presbiterio in occasione di tale ufficio. Questo candelabro, insieme ad altri sei ceri, viene acceso durante l’ufficio. Anticamente, tutto ciò aveva lo scopo di illuminare la chiesa, mentre nella liturgia odierna, assume un simbolismo tutto particolare. Le quindici candele che si trovano sul candelabro rappresentano gli undici Apostoli fedeli e le tre Marie, mentre la candela più alta rappresenta Gesù.

Se avrete modo negli anni di partecipare all’ufficio delle tenebre, noterete che al canto di ogni Salmo una candela viene spenta e così man mano vengono spente tutte, ad eccezione di una: quella centrale. Simbolicamente è la fede degli Apostoli che, durante la Passione del Signore, viene meno e si spegne. Al canto del Benedictus, a raffigurare che le tenebre materiali avvolsero ogni cosa alla morte del Signore, vengono spente ad una ad una anche le luci della chiesa e le sei candele sull’altare. L’unica candela a rimanere accesa è la candela centrale e più alta del candelabro triangolare: questa rappresenta la divinità di Gesù che, durante la Passione, s’è velata ma non spenta. Infatti, durante la recita dell’Antifona “Christus factus est“, anche quell’unica candela viene tolta dal candelabro e celata dietro l’altare, segno della morte e sepoltura di Gesù.

L’ufficio non finisce qui, il celebrante batte un bastone sulla predella e tutti nella chiesa lo imitano, come segno dello strepito fatto dai Giudei all’arresto di Gesù.

Allora un rumore confuso, uno strepito disordinato si fa udire nel tempio: sono le convulsioni della natura sgomentata alla morte del Redentore, trema la terra, si fendono le pietre, si aprono i sepolcri. Ma tutto non finisce qui. Cessa il fragore ed ecco nuovamente il Lume celato riapparire e risplendere in tutto il suo splendore. E’ Cristo, Luce vera del mondo, che sorge glorioso e trionfante dal sepolcro.

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