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Oppressi dalla solitudine, ristorati dall’Amore

“Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò.”

(Mt 11,28)

Fra le letture della XIV Domenica del Tempo per annum troviamo questa frase, un passo molto presente nelle nostre vite e quanto mai attuale, un invito che il Signore ci presenta da sempre, da quando si è fatto maledizione per salvarci dalla morte eterna. Noi tutti viviamo in una società spesso vuota, che talvolta porta le persone a sentirsi sole e a circondarsi di individui che offrono una felicità imminente ma non eterna; ci definiamo tutti “amici” ma è realmente raro esserlo davvero, tutti “ci vogliamo bene” ma nei fatti non siamo più pronti a donare agli altri una parte di noi.

Ci ritroviamo spesso invischiati in una società egoista, che tende ad eliminare ogni sorta di morale, di etica, di fede, elementi che invece spingono l’uomo a guardare agli altri non come “oggetti che ci donano felicità” ma come persone, che mediante l’esperienza vissuta insieme ottengono all’altro la gioia che il cuore può donare a ognuno, rendendoci fratelli e amici, capaci di testimoniare anche con opere e sacrifici quell’amicizia basata sulla reciprocità e la correttezza.

Direbbe Sant’Agostino: “Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi.”; è il nostro comportamento, il singolo comportamento di ognuno di noi, che determina nel mondo il giudizio sul tempo: spetta a noi vivere meglio per migliorare questo tempo, essere migliori nella società per cambiare in meglio questa società.In questo mondo abbiamo tante, troppe persone “affaticate e oppresse”: chi perché non ha nessuno con cui parlare, chi perché, rimasto spesso deluso, ha perso la fiducia negli altri e magari in Dio, chi ha amato troppo e ora teme di amare, chi ha paura del silenzio e della solitudine perché teme di affrontare se stesso, chi ha paura di meditare perché teme di scontrarsi con le proprie opinioni, chi ha paura di non essere nella pace.

Mosaico della cappella del Sacro Cuore della Basilica superiore del Corpus Domini, Milano

L’uomo ha dimenticato il rispetto e l’amore verso Dio e verso l’altro: abbiamo visto la violenza che ha spinto alcuni ad abbattersi contro la propria storia (“Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto possa essere, è sempre posto su di una via che porta al positivo, ha sempre un significato costruttivo.”) e quindi contro l’uomo stesso, perché noi siamo il nostro passato, portiamo in noi le nostre radici, la nostra cultura, la nostra tradizione; con la stessa violenza poi, certuni si sono scagliati anche contro Cristo e la Chiesa: come può una certa società malvagia, che ripudia la propria storia e il proprio Dio, che opera senza la vera pace, quella che solo Cristo può dare, formare persone capaci d’amore che vincano la solitudine?

La nostra società è piena di problemi, tanto quanto lo è ognuno di noi, ma se guardiamo a Cristo, che ci ama infinitamente, tutti i problemi vengono meno e il suo amore e la sua grazia ci circondano. Nonostante tutte le belle parole dette durante la quarantena, nel mondo c’è ancora tanta solitudine: pensavamo che la paura della morte potesse risvegliare le coscienze e la fede di ogni essere umano, ma così non è stato perché, in fondo, siamo rimasti uguali.

La felicità momentanea che si cerca in questo mondo, con l’alcool, il cibo, la droga, il sesso, l’egoismo, è una felicità che ci illude, ci fa male, ci rende malvagi ed egoisti; quando siamo affaticati e oppressi solo il Signore Gesù può donarci la felicità: solo Lui, che ci ama completamente, che conosce ogni segreto del nostro cuore, che ci ha creati e ci osserva, che sa cosa vuol dire essere uomo perché Lui si è fatto uomo. 

Crocifisso conservato nella Chiesa di San Pietro, Gubbio

Spesso abbiamo paura di Dio, lo consideriamo come un giudice che dall’alto del Cielo ci guarda e ci castiga, ma Dio non è così: insegnano infatti i Salmi che “misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore; buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.” Noi abbiamo un Dio che è anzitutto Padre e Amore, pieno di misericordia: Egli conosce ogni nostra azione, ma soprattutto conosce la nostra condizione umana, che ci rende fragili e inclini al male; il Signore è lento all’ira, è colui che ha tanto amato il mondo da dare il suo unigenito Figlio: Egli ama ogni Creatura, anche la più malvagia, tanto che perfino il Diavolo è amato da Dio, ed ama pure noi anche quando pecchiamo.

Nella nostra società l’amore è l’elemento che più manca: chiediamo al Signore, anche per mezzo di Maria, sua Madre e mamma nostra che più di tutti l’ha amato su questa terra e ci ama, di saper amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come vero fratello a imitazione del Cristo perché  “la misura dell’amore è amare senza misura”.

“Infatti, ciascuno è ciò che ama. Ami la terra? Sarai terra. Ami Dio? Che cosa devo dire? Che tu sarai Dio? Io non oso dirlo per conto mio. Ascoltiamo piuttosto le scritture: “voi siete dei, e figli tutti dell’altissimo”. Se, dunque, volete essere dei e figli dell’Altissimo, non amate il mondo, né le cose che sono del mondo.“  

Sant’Agostino

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