Patrono degli agonizzanti

Patrono degli agonizzanti

Coloro che seguono gl'insegnamenti di Gesù e credono nella vita futura, vivono nella aspettazione della beata speranza; spesso richiamano alla mente l'ora della morte, sia per perseverare nel bene e sia per assicurarsi un buon passaggio alla eternità.
Coloro che seguono gl'insegnamenti di Gesù e credono nella vita futura, vivono nella aspettazione della beata speranza; spesso richiamano alla mente l'ora della morte, sia per perseverare nel bene e sia per assicurarsi un buon passaggio alla eternità.

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Coloro che seguono gl'insegnamenti di Gesù e credono nella vita futura, vivono nella aspettazione della beata speranza; spesso richiamano alla mente l'ora della morte, sia per perseverare nel bene e sia per assicurarsi un buon passaggio alla eternità.

Patrono degli agonizzanti

Coloro che seguono gl’insegnamenti di Gesù e credono nella vita futura, vivono nella aspettazione della beata speranza; spesso richiamano alla mente l’ora della morte, sia per perseverare nel bene e sia per assicurarsi un buon passaggio alla eternità.

La Chiesa, considerando l’importanza dell’ora della morte, ha scelto come Protettore per l’ora dell’agonia San Giuseppe. Chi meglio di lui potrebbe compiere quest’ufficio? San Giuseppe infatti spirò felicemente tra le braccia di Gesù e della Madonna. Da questo fatto deriva il fondamento del suo particolare patrocinio sui moribondi. Il Santo Patriarca perciò è chiamato «Speranza degl’infermi » e « Patrono dei moribondi».

Questo è l’aspetto più diffuso della devozione a San Giuseppe.

Il Papa Benedetto XV disse: Poiché questa Santa Sede ha approvato diverse maniere con cui onorare il Santo Patriarca, si celebrino con maggiore solennità possibile il mercoledì ed il mese che gli è dedicato. Inoltre, siccome Egli è singolare Protettore dei moribondi, si suscitino principalmente quelle pie Associazioni, che furono fondate allo scopo di pregare per i moribondi.

Vogliamo assicurarci una morte tranquilla ed in grazia di Dio? Onoriamo San Giuseppe! Egli, quando saremo sul letto di morte, verrà ad assisterci e ci farà superare le insidie del demonio, il quale farà di tutto per avere la vittoria finale.

Santa Teresa raccomandava alle sue figlie spirituali di essere molto devote di San Giuseppe e, narrando le circostanze che accompagnavano i loro ultimi istanti, diceva: Ho osservato che al momento di rendere l’ultimo respiro, le mie figlie godevano pace e tranquillità; la loro morte era simile al dolce riposo dell’orazione. Nulla indicava che il loro interno fosse agitato da tentazioni. Quei lumi divini liberarono il mio cuore dal timore della morte. Morire, mi pare adesso la cosa più facile per un’anima fedele. Per chi ha fede, il morire è l’affare più importante della vita. Conviene stare preparati.

Si raccomanda di fare ogni mese l’Esercizio della Buona Morte, seguendo le norme indicate nei libretti di devozione. In tale circostanza si reciti devotamente un’orazione particolare: «Preghiera a San Giuseppe per impetrare una buona morte ».

E’ tanto cara ai fedeli la pia devozione, che la Chiesa ha arrichita d’indulgenze Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia.

Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia.

Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia.

Si consiglia di recitarla ogni giorno, al mattino appena svegliati ed alla sera prima di prender riposo. Si faccia in modo che tutti in famiglia la recitino e si insegni anche ai piccoli.

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