«Porgere l’altra guancia»: impedire al male di prendere il sopravvento

Nel famoso Discorso della Montagna, Gesù disse: “Non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l'altra” (Matteo 5:39). Cosa intendeva? Stava forse esortando i cristiani a subire passivamente?

Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello.

Matteo 5,38-48

Porgi l’altra guancia” : una delle più profetiche raccomandazioni attribuite a Nostro Signore, accompagnata dal falso buonismo che sembra persino essere capace di metter fine a tutto il regno della violenza e dell’orgoglio semplicemente non facendo nulla. Il buonismo infatti va contro ciò che in realtà viene predicato dal Vangelo: essere, cioè, candidi come colombe, ma anche furbi come serpenti.

Nel famoso Discorso della Montagna, Gesù disse: “Non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra” (Matteo 5:39). Cosa intendeva? Stava forse esortando i cristiani a subire passivamente? Ci si aspetta che essi soffrano in silenzio e rifiutino di farsi tutelare dalla legge in virtù del buonismo?
Per capire cosa intendeva Gesù, dobbiamo considerare il contesto storico in cui si colloca tale affermazione, come anche chi lo ascoltava. Innanzitutto Gesù si rivolge agli ebrei che già conoscevano quelle parole della Sacra Scrittura: “Avete udito che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente” (Matteo 5:38). Gli ebrei fecero di questa legge un pretesto per giustificare il risentimento e tutti gli eccessi dovuti ad uno spirito vendicativo, tuttavia le Scritture non giustificavano le vendette personali. In altre parole, la legge veniva applicata nel caso di crimini commessi deliberatamente a danno di un’altra persona. Ad esempio, riguardo a un uomo che feriva volontariamente il suo prossimo, la Legge mosaica stabiliva: “Frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente, lo stesso danno che ha fatto dev’essere fatto a lui” (Levitico 24:20).
Secondo alcuni la legge “occhio per occhio” era troppo severa. In realtà la legge non autorizzava ad applicare la giustizia in modo crudele o violento. Al contrario, quando veniva applicata nel modo giusto, i giudici designati determinavano la punizione solo dopo aver analizzato le circostanze in cui si era verificato un crimine e aver stabilito con quanta intenzionalità era stato commesso (Esodo 21:28-30; Numeri 35:22-25). La legge “occhio per occhio” impediva quindi di infliggere pene eccessive. Gesù sapeva che alcuni avevano interpretato male quella legge e così corresse il loro modo di pensare: “Avete sentito che fu detto: ‘Occhio per occhio e dente per dente’. Ma io vi dico: non opponete resistenza a chi è malvagio; anzi, a chi ti schiaffeggia sulla guancia destra, porgi anche l’altra” (Matteo 5:38, 39).

L’insegnamento di Gesù riguardo il porgere l’altra guancia non significa incassare il colpo e porgere l’altra, quasi come un bersaglio. Nei tempi biblici, come avviene spesso oggi, uno schiaffo non veniva dato con l’intenzione di arrecare un danno fisico; era piuttosto un insulto inteso a provocare una reazione, uno scontro. Dunque, l’invito del Maestro non significa affatto assumere un atteggiamento arrendevole e di sottomissione, non significa passività di fronte all’offesa, come erroneamente si crede. «Porgere l’altra guancia» palesa, invece, l’impegno di interrompere il circolo vizioso della violenza. Uno schiavo, ai tempi di Gesù, veniva colpito in volto dal suo padrone con il dorso della mano, perché quest’ultimo non avesse a sporcarsi le mani. La guancia colpita era dunque la guancia destra.
«Porgere l’altra guancia», cioè la sinistra, a quel tempo significava costringere il padrone a colpire con il palmo della mano e, quindi, a «sporcarsi» le mani, cosa che un pio israelita benestante non avrebbe mai fatto. Il voltare il viso dall’altra parte per porgere la guancia opposta era un modo per impedire all’aggressore di colpire ancora, per interrompere il sistema, per costringere il potente a fermarsi.

Per il cristiano, porgere l’altra guancia, non significa non potersi difendere da un aggressore, ma impedire al male di prendere il sopravvento. E non con la violenza che incattivisce ancora di più gli animi, maattraverso quei tanti piccoli accorgimenti che possiamo adottare nella nostra vita quotidiana. Essi hanno in sé la forza di sabotare le azioni perverse dei violenti. Dai tempi di Caino e Abele vi sono state, nella storia umana, situazioni di prevaricazione, in cui una parte ha preso il sopravvento sull’altra, addirittura, in alcuni casi, sopprimendola. Questo fenomeno esige, nella nostra società contemporanea, una decisa assunzione di responsabilità. Una cosa è certa: come cristiani siamo chiamati a rivelare il volto misericordioso del Padre.

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Alex Vescino

Direttore e fondatore del blog cattolico Ecclesia Dei, ha conseguito la laurea triennale in Economia Aziendale presso l'Università degli Studi di Genova. 
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