«Pregate il padrone della messe che mandi operai alla sua messe»

(Mat. 9, 38)

“La riflessione ecclesiologica del Concilio Vaticano II e i notevoli cambiamenti sociali e culturali degli ultimi decenni hanno indotto diverse Chiese particolari a riorganizzare la forma di affidamento della cura pastorale delle comunità parrocchiali”.

Si introduce così il documento sulla conversione pastorale reso pubblico ieri mattina dalla sala stampa Vaticana. Da oggi i laici, formati adeguatamente dai parroci, potranno celebrare battesimi, matrimoni e funerali in via “eccezionale”, a causa della carenza dei sacerdoti. 
In altre parole, nell’Istruzione sulle parrocchie, “il vescovo potrà affidare ufficialmente alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai fedeli laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco”.

E così la Chiesa compie un altro imponente passo verso il protestantesimo, affidando incarichi prettamente pastorali e sacramentali ai laici. La motivazione risiederebbe, a detta di Roma, nella carenza di sacerdoti nelle diocesi e nelle comunità parrocchiali.
Da un lato è vero che i sacerdoti sono sempre in numero minore e spesso si trovano a ricoprire incarichi in più parrocchie (nel peggiore dei casi anche otto) curando poco la vita spirituale della comunità. Esistono infatti alcune diocesi con pochi preti e per di più anziani, come nella diocesi di Savona-Noli caratterizzata dalla presenza di soli 93 sacerdoti (la maggior parte anziani) a fronte di 71 parrocchie. La domanda sorge spontanea: come si può affrontare il problema? Forse con l’impegno dei laici? E’ veramente questa la soluzione al problema vocazionale? L’impegno dei laici nell’amministrare i Sacramenti risolve la carenza dei sacerdoti? Sono domande che credo sia opportuno porre e su cui riflettere.

Quanto tuttavia si analizza un problema, è necessario cercare le ragioni prime che hanno procurato la complicazione che si palesa di fronte.
I seminari sono sempre più vuoti e talvolta anche chiusi per carenza di vocazioni. Ci si rende subito conto che, dati alla mano e con un po di statistica, ogni cento sacerdoti ci sono ventisette seminaristi che seguono un corso di studi in seminario, maggiorenni, e hanno già accertato una vocazione religiosa. Sono quindi pochi i giovani che stanno studiando per prendere il posto dei sacerdoti anziani.
Preghiamo allora il Signore perché ci doni sante vocazioni ed ispiri i giovani ad intraprendere la strada della vocazione sacerdotale.

Preghiera per le vocazioni
Signore Gesù, Sacerdote sommo e Pastore universale, che c’insegnasti a pregare dicendo: « Pregate il padrone della messe che mandi operai alla sua messe » (Matth. 9, 38), ascolta benevolo le nostre suppliche e suscita molte anime generose, che, animate dal tuo esempio e sostenute dalla tua grazia, bramino di essere i ministri e continuatori del tuo vero ed unico sacerdozio.
Fa che le insidie e le calunnie del nemico maligno, secondato dallo spirito indifferente e materialista del secolo, non offuschino tra i fedeli quell’eccelso splendore e quella profonda stima dovuta alla missione di coloro che, senza essere del mondo, vivono nel mondo per essere dispensatori dei divini misteri. Fa che, per preparare buone vocazioni, si continui sempre a promuovere nella gioventù l’istruzione religiosa, la pietà sincera, la purezza della vita e il culto dei più alti ideali. Fa che, per secondarle, la famiglia cristiana non cessi mai di essere semenzaio di anime candide e fervorose, cosciente dell’onore di dare al Signore alcuni dei suoi abbondanti rampolli. Fa che alla tua Chiesa stessa, in tutte le parti del mondo, non manchino i mezzi necessari per accogliere, favorire, formare e portare a maturità le buone vocazioni che le si offrono. E affinché tutto ciò divenga realtà, o Gesù amantissimo del bene e della salvezza di tutti, fa che la potenza irresistibile della tua grazia non cessi di scendere dal cielo sino ad essere in molti spiriti; prima, chiamata silenziosa, poi, generosa corrispondenza, e infine, perseveranza nel santo servizio.
Non ti affligge, o Signore, il vedere tante moltitudini come greggi senza pastore, senza chi spezzi loro il pane della tua parola, chi porga loro l’acqua della tua grazia, col pericolo che rimangano alla mercè dei lupi rapaci che continuamente le insidiano?
Non ti duole il contemplare tanti campi, ove non è ancora entrato il vomere dell’aratro, ove crescono, senza che alcuno disputi loro il terreno, i cardi e i pruni? Non ti dà pena il mirare tanti orti tuoi, ieri verdi e frondosi, prossimi a divenire gialli ed incolti? Permetterai che tante messi già mature si sgranellino e si perdano per mancanza di braccia che le raccolgano?
O Madre purissima Maria, dalle cui mani pietose ricevemmo il più santo di tutti i sacerdoti; o glorioso Patriarca S. Giuseppe, esempio perfetto di corrispondenza alle chiamate divine; o santi sacerdoti che in cielo formate intorno all’Agnello di Dio un coro prediletto; otteneteci molte e buone vocazioni, affinché il gregge del Signore, da vigili pastori sorretto e guidato, possa giungere ai pascoli dolcissimi della eterna felicità. Così sia!

PIO XII

Ecclesia Dei

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