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San Claudio di Besançon

San Claudio di Besançon, chiamato anche il Taumaturgo o di Condat, nacque in Francia nel castello di Bracon, presso Salins-les-Bains, nel 594 circa, da una nobile famiglia.

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San Claudio di Besançon, chiamato anche il Taumaturgo o di Condat, nacque in Francia nel castello di Bracon, presso Salins-les-Bains, nel 594 circa, da una nobile famiglia.

6 giugno, san Claudio di Condat (Cleto Luzzi)

San Claudio di Besançon, chiamato anche il Taumaturgo o di Condat, nacque in Francia nel castello di Bracon, presso Salins-les-Bains, nel 594 circa, da una nobile famiglia. In giovane età Claudio fu affidato a degli istitutori, sotto la cui guida si interessò alle materie accademiche, ma trascorrendo anche una parte considerevole del suo tempo nello studio di argomenti sacri, come le vite dei santi, amava frequentare la chiesa, e spesso veniva trovato in preghiera vicino all’altare. Il fanciullo fino a 7 anni studiò nella casa paterna, ma i suoi familiari ci tenevano a donargli una cultura conforme al suo rango. Per questo motivo fu inviato ad una scuola monastica, probabilmente quella di Besançon, non distane dal paese natio. Claudio divenne famoso per la sua assiduità nel seguire la regola dei canonici, e per il suo ascetismo, che lo portava a consumare un solo pasto al giorno, e per di più frugale. Claudio, nel 614 a 20 anni, fu ordinato sacerdote a Besançon e successivamente monaco. Dava molto spazio alla preghiera personale, alla penitenza e alla vita comunitaria, alla lettura e alla meditazione della Parola di Dio e si distinse ben presto per la sua intelligenza, tanto che il vescovo lo incaricò di predicare e insegnare ai chierici la Sacra Scrittura.

Dopo un periodo trascorso a prestare il suo ministero sacerdotale a Besançon, Claudio entrò a far parte dell’abbazia di Condat, a Saint-Claude, nella regione del Giura. Qui fu scelto per diventare il dodicesimo abate, all’età di 34 anni, nel 641 o nel 642, durante il pontificato di papa Giovanni IV, e introdusse nell’abbazia la regola benedettina. In veste di abate ottenne aiuti e sovvenzioni dal re Clodoveo II, anche grazie all’intercessione della regina Batilde, tanto che in quel periodo l’abbazia prosperò notevolmente. Alla morte di Gervasio, vescovo di Besançon, il clero della città scelse Claudio come nuovo vescovo nel 626, a 32 anni. Claudio accettò la nomina, seppur con riluttanza, diventando il 29º vescovo della città. Claudio ebbe a lottare per mantenere salda la fede e la disciplina e si adoperò con zelo e ardore a migliorare la situazione del popolo e del clero. Le sue visite pastorali alle parrocchie erano molto assidue e ogni anno visitava i fedeli, portando soccorso spirituale e materiale, con paterna bontà. Successivamente, nel 633, avendo avuto notizia che nel monastero di Condat era subentrato un certo rilassamento nel seguire la regola benedettina, preferì lasciare il ministero episcopale per tornare a guidare la sua vecchia abbazia. Inizia così un nuovo periodo nella vita di Claudio. Viene accolto con gioia dall’abate Injurioso, e solo cinque anni dopo ne diviene l’abate, nel 638, ministero che durerà 55 anni, fino alla morte. Morì il 6 giugno 694, a 100 anni.

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