Search
Close this search box.

San Domenico Savio

San Domenico Savio, nacque a San Giovanni di Riva (Torino) il 2 aprile 1842, da un’umile famiglia fervorosamente religiosa. Oltre che per la religiosità, si distinse per il profitto.

[page_title] 

San Domenico Savio, nacque a San Giovanni di Riva (Torino) il 2 aprile 1842, da un’umile famiglia fervorosamente religiosa. Oltre che per la religiosità, si distinse per il profitto.

San Domenico Savio

San Domenico Savio, nacque a San Giovanni di Riva (Torino) il 2 aprile 1842, da un’umile famiglia fervorosamente religiosa. Oltre che per la religiosità, si distinse per il profitto. Poiché era di gracile costituzione fisica, e quindi inadatto ai lavori manuali, i genitori decisero di fargli continuare gli studi. Due anni dopo, per motivi di lavoro, la famiglia si trasferì a Murialdo, a poca distanza da Castelnuovo d’Asti, paese natale di san Giovanni Bosco. L’incontro tra i due santi avvenne nel cortile della casetta dei Becchi il 2 ottobre 1854. Poche settimane dopo, il 22 ottobre, il giovane approdava all’oratorio di Valdocco (Torino), dove venivano raccolti ragazzi di famiglia povera: chi non mostrava grandi attitudini era avviato a imparare un mestiere, gli altri potevano frequentare la scuola di latino per essere eventualmente destinati al sacerdozio. Domenico fece parte di questo secondo gruppo. Negli studi e nella vita di relazione con i compagni, tanto a scuola quanto nell’oratorio, si segnalò per la sua condotta esemplare, ma, soprattutto per l’assiduità ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucarestia e per la devozione all’Immacolata Concezione (il cui dogma fu proclamato da papa Pio IX l’8 dicembre 1854).

Don Bosco gli indicò la “ricetta” giusta per la santità: allegria, osservare i doveri di studio e di preghiera, far del bene agli altri. Da quel momento fino alla morte Domenico si sforzò di essere esemplare in tutto: si notavano in lui una pietà profonda unita a una serena allegria; e un impegno speciale per venire in aiuto ai compagni, magari giocando con uno che era trascurato dagli altri, facendo ripetizione a chi ne aveva bisogno, o assistendo quelli malati. Circa un anno dopo, Domenico ebbe un’idea, formare un gruppo di ragazzi per far del bene insieme, società che chiamò Compagnia dell’Immacolata e che fu subito approvata da don Bosco. Nell’estate del 1856 scoppiò un’epidemia di colera, e don Bosco radunò 44 giovani per soccorrere gli ammalati. Domenico si distinse fra i volontari, non riportando, come promesso da don Bosco alcun danno. Intanto, però, verso la fine del 1856 la sua salute cominciò a dare seri problemi. Nel febbraio 1857 cominciò a tormentarlo una tosse insistente mista a febbre. Allora, purtroppo, non c’erano gli antibiotici, per l’oscura malattia, e queste forme spesso erano letali. Tornato a Valdocco nell’autunno 1856 per frequentare il IV ginnasio, alla fine del febbraio seguente la malattia aveva fatto ancora progressi, tanto da consigliare il suo ritorno in famiglia a Mondonio. Domenico si mise a letto il 4 marzo e in soli cinque giorni una grave polmonite lo stroncò. Morì il 9 marzo 1857, a 15 anni, fra le braccia dei genitori; patrono dei ministranti.

Tag

TEMPLUM DOMINI

Leggi la nostra rivista telematica
Templum Domini

CANALE WHATSAPP

Iscriviti al nostro canale Whatsapp
per contenuti esclusivi

LEGGI ANCHE ...

In questa operetta si ha conferma che il S. Dottore propone al cristiano il mistero di Cristo nella sua interezza
Oggi 21 Febbraio, martedì che precede il Mercoledì delle Ceneri, ricorre la festa del Volto Santo, ancora poco diffusa e

TEMPLUM DOMINI

Leggi la nostra rivista telematica
Templum Domini

CANALE WHATSAPP

Iscriviti al nostro canale Whatsapp per contenuti esclusivi

error: Questo contenuto è protetto!