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San Francesco di Sales

Oggi la Santa Chiesa fa memoria di San Francesco di Sales. Ecclesia Dei in collaborazione con Don Riccardo Pecchia.

di Don Riccardo Pecchia.

Glorioso San Francesco di Sales, il tuo nome porta la dolcezza del cuore più afflitto; le tue opere stillano il miele più scelto della pietà; la tua vita fu un continuo olocausto di perfetto amore, pieno di vero gusto per le cose spirituali e del generoso abbandono nell’amorosa volontà divina. Insegnami l’umiltà interiore, la dolcezza del viso e l’imitazione di tutte le virtù che hai saputo copiare dai Cuori di Gesù e Maria. 

San Francesco di Sales (François de Sales), nacque il 21 agosto 1567 in Savoia nel castello di Sales presso Thorens-Glières (Francia), appartenente ad una nobile famiglia savoiarda, Francois ricevette un’accurata educazione, coronata dagli studi universitari di giurisprudenza a Parigi e a Padova, dove si laureò, ma dove decise di divenire sacerdote. Ma proprio nel corso della sua frequentazione accademica divennero principali i suoi interessi teologici, fino alla scelta della vocazione sacerdotale. Ordinato il 18 dicembre 1593, fu inviato nella regione del Chiablese, dominata dal calvinismo, e si dedicò soprattutto alla predicazione, prediligendo il metodo del dialogo: inventò i cosiddetti «manifesti», che permettevano di raggiungere anche i fedeli più lontani. Visti gli scarsi frutti ottenuti dal pulpito, si diede alla pubblicazione di fogli volanti, che egli stesso faceva scivolare sotto gli usci delle case o affiggeva ai muri, meritandosi per questa originale attività pubblicitaria il titolo di santo patrono dei giornalisti e di quanti diffondono il cristianesimo servendosi dei mezzi di comunicazione sociale. Ma anche quei foglietti, che egli cacciava sotto le porte delle case, ebbero scarsa efficacia. Spinto da un enorme desiderio di salvaguardare l’ortodossia cristiana, mentre imperversava la riforma calvinista Francesco chiese volontariamente udienza al vescovo di Ginevra affinché lo destinasse a quella città, simbolo supremo del calvinismo e massima sede dei riformatori, per la difficile missione di predicatore cattolico. Stabilitosi a Ginevra, non si fece scrupoli a discutere di teologia coi protestanti, ardendo dal desiderio di recuperare quante più “anime” possibili alla Chiesa e soprattutto alla causa di Cristo da lui ritenuta genuina. Grazie ai suoi enormi sforzi e ai grandi successi ottenuti in termini pastorali gli meritarono la nomina a vescovo coadiutore di Ginevra (ossia ausiliario e assistente del vescovo titolare, Claudio di Granier) già nel 1599, a 32 anni di età e dopo soli sei anni di sacerdozio.

Il 15 luglio 1602, dopo tre anni come coadiutore a Ginevra, Francesco fu eletto vescovo di Nicopoli all’Jantra, ma dopo soli due mesi, il 17 settembre, morì il vescovo di Ginevra che lui aveva assistito, Claudio di Granier, ancor prima che egli ricevesse la consacrazione episcopale alla sede nicopolitana. Così fu chiamato subito a succedere a Granier come vescovo di Ginevra, e fu consacrato tre mesi dopo, a dicembre. Nel suo ministero episcopale, Francesco si spese per l’introduzione nella sua diocesi delle riforme promulgate dal Concilio di Trento. La città rimase comunque nel suo complesso in mano ai riformati, e il novello vescovo dovette trasferire la sua sede nella cittadina savoiarda di Annecy, sulle rive del lago omonimo. Fu direttore spirituale di san Vincenzo de’ Paoli. Nel corso della sua missione di predicatore, nel 1604, conobbe a Digione la nobildonna santa Giovanna Francesca Frémiot, vedova del barone de Chantal, con la quale iniziò una corrispondenza epistolare e una profonda amicizia che sfociarono nella fondazione dell’Ordine della Visitazione. L’11 dicembre 1622 a Lione ebbe l’ultimo colloquio con la sua penitente e qui morì per un attacco di apoplessia il 28 dicembre 1622; patrono dei giornalisti e scrittori.

Ecclesia Dei
in collaborazione con Don Riccardo Pecchia.

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