Non solo gli studi biblici lo tengono impegnato, ma sull’Aventino, nella casa di Marcella, egli riunisce attorno a sé nobili matrone delle quali è maestro spirituale. Alla morte di papa Damaso I, la curia romana contrastò con grande determinazione l’elezione di Girolamo, anche attribuendogli una forte responsabilità nella morte della sua discepola Blesilla. Questa era una nobile ventenne romana, appartenente alla gens Cornelia, che era rimasta vedova ancor fanciulla e che aveva seguito la madre Paola e la sorella Eustochia nel gruppo di matrone che avevano deciso di seguire la vita monastica con le rigide regole di Girolamo, morendo ben presto, probabilmente a causa dei troppi digiuni. Data la singolarità dell’evento e la grande popolarità della famiglia di Blesilla, il caso sollevò un grande clamore. Gli avversari di Girolamo affermarono che le mortificazioni corporali teorizzate erano semplicemente degli atti di fanatismo, i cui perniciosi effetti avevano portato alla prematura morte di Blesilla. Caduta la sua candidatura, sul finire del 384, fu eletto papa il diacono Siricio. Deluso nel 385 Girolamo lasciò Roma e si stabilì a Betlemme, per tornare alla quiete studiosa, con quel gruppo di vedove che nel corso degli anni, a Roma, si erano raccolte intorno alla sua persona. Grazie ai fondi della ricca vedova Paola, Girolamo fondò un monastero maschile a Betlemme, dove andò a vivere, e tre femminili. Dal 385 alla morte visse nel monastero da lui fondato. Qui visse dedicandosi alla traduzione biblica, alla redazione di alcune opere ed all’insegnamento ai giovani. Nel 404 morì la sua discepola Paola, che verrà poi venerata come santa. Morì il 30 settembre 420, a 73 anni.