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San Giuseppe, modello del padre cristiano

San Giuseppe, chiamato ad essere padre putativo del Figlio di Dio fatto uomo, ha svolto il suo compito senza macchia di difetto, nel perfetto servizio del Signore; come capo e custode della Sacra Famiglia costituisce, senza dubbio, il modello sommo ed ideale per ogni marito e padre cristiano.

Dopo la Santissima Vergine Maria, il più grande di tutti i Santi, quello più caro a Dio e più unito al Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo, è certamente San Giuseppe, suo castissimo ed amorevole padre terreno.

A piena ragione, infatti, la Chiesa ha sempre affermato e sostenuto il suo merito della prima e massima venerazione, chiamata per questo “protodulia”, seconda solamente alla “iperdulia” spettante alla Madonna.

San Giuseppe, dopo Maria, è, dunque, il più grande nel Regno dei Cieli, per la missione straordinaria che ebbe nel mondo e la somma autorità di cui fu investito.

Egli fu il capo, la guida e il custode della Sacra Famiglia di Nazareth, in perfetta obbedienza a Dio, nella cura salda e amorevole dei suoi più grandi tesori, Gesù e sua Madre.

Nella vita del santo Patriarca non vi fu mai il minimo cedimento alla più vaga ombra di peccato, anche veniale, con una totale purezza di pensieri ed azioni, nella piena conformità ad ogni comando e istruzione divina.

Anche nelle parole non ha mai avuto alcuna imperfezione, ma, come in una perenne contemplazione, parlava solo quando era necessario, prediligendo il silenzio in una riservata meditazione.

Santa Brigida di Svezia, infatti, molto devota a San Giuseppe, in una visione udì dalla Madonna le seguenti parole: «Figlia mia, sappi che il mio sposo Giuseppe fu così riservato nelle sue parole, che nessuna gliene uscì di bocca la quale non fosse buona, nessuna oziosa o di mormorazione. Fu pazientissimo e diligentissimo nella fatica, ubbidiente, forte e costante, testimonio fedele delle meraviglie celesti. Morto alla carne ed al mondo, visse solo per Dio e per i beni celesti, e solo questi desiderava. Fu pienamente conforme alla volontà di Dio e tanto rassegnato ad essa, che sempre ripeteva: ‘Si faccia in me la volontà del Signore!’ Rare volte parlava con gli uomini, ma continuamente con Dio. Per la sua santa vita egli ora gode in Cielo grande gloria. Procura d’imitare anche tu gli esempi del mio Giuseppe, che fu un prodigio di santità.»

Cosa si potrebbe mai aggiungere a questa esortazione della Vergine Benedetta?!

Non possiamo comprendere la grandezza dell’onore e della dignità di cui questo sommo Santo fu rivestito, al punto da ricevere il compito e il potere di comandare e dirigere il Figlio di Dio, che gli stava sottomesso amorevolmente, mentre Maria, la Madre del Verbo incarnato, come sua sposa, lo accompagnava ubbidendogli fedelmente, ben conoscendo che nella Sacra Famiglia, egli era vicario e rappresentante della stessa autorità divina, e in perfetto servizio di essa, a modello di come dovrebbe essere lo sposo e padre in ogni famiglia cristiana.

San Giuseppe, modello del padre cristiano

Giuseppe, però, non si è mai inorgoglito o dato importanza per questo, conservando sempre un’esemplare umiltà, reputandosi un nulla davanti a Dio, come ultimo e indegnissimo suo servo.

Egli era consapevole, infatti, che ogni autorità concessa dal Signore è, prima di tutto, una responsabilità e un mezzo per poterlo servire e glorificare nello stato che si è chiamati ad assumere, un dovere tanto più importante, quanto maggiore è tale autorità.

Sapeva, dunque, di non dover vivere per sé, ma unicamente per compiere la missione affidatagli, dando tutta la sua vita alla cura ed alla protezione del Figlio di Dio e della Sposa dello Spirito Santo.

Questo rappresenta il dovere essenziale di ogni uomo, connesso al suo stato di marito e di padre nei confronti della sua famiglia, ma che nel nostro tempo sembra, purtroppo essere stato totalmente dimenticato quando non apertamente rinnegato.

San Giuseppe svolgeva con integrità e solerzia il suo lavoro di artigiano per provvedere al sostentamento di Gesù e Maria, ma più ancora di questo conduceva la vita spirituale della Sacra Famiglia, guidandone la preghiera comune, nella più alta espressione di amore per Dio, come nella recita dei Salmi, che a cui oggi dovrebbe corrispondere quella del Santo Rosario.

Non possiamo lontanamente immaginare l’intensità e la profondità degli affetti che hanno intriso quei momenti e che permangono ora fissi in Cielo, nell’intima unione fra i tre Santissimi Cuori.

Non dovrebbe mai mancare nelle famiglie un tale spirito di preghiera e di affidamento a Dio, ed ogni padre di famiglia avrebbe il dovere primario di educare i figli nella Fede e nella retta dottrina, conducendoli in una vita virtuosa fondata in Cristo, che possa portare le loro anime al Paradiso, secondo il disegno del Signore e il fine primario del dono di essere genitori.

E’ drammatico, tuttavia, constatare come questa dimensione sia ormai quasi del tutto assente dalle famiglie odierne, in cui la preghiera è stata soppiantata dalla televisione e dagli svaghi mondani, il che le porta ad essere sempre più divise in se stesse ed a spaccarsi per un nonnulla, perché solo in Cristo una famiglia può rimanere unita contro le insidie del mondo.

E’ proprio il padre che dovrebbe costituire il pilastro di questa comunione e compattezza in Dio, ma al contrario nella nostra società esso sembra aver definitivamente rinunciato a questo ruolo, anche in conseguenza, ed insieme in aggravamento, della tragica crisi di fede a cui assistiamo.

Come, dunque, Gesù, in quanto Verbo Incarnato e Figlio di Dio fatto uomo, è l’esempio di ogni perfezione umana, e Maria, come Madre di Dio e Sposa dello Spirito Santo, è l’ideale assoluto di ogni moglie e madre, così San Giuseppe, in quanto padre terreno del Cristo e capo della Sacra Famiglia, è senza dubbio il sommo modello di ogni padre e marito.

E’ quanto mai urgente che tutti gli uomini si impegnino nell’imitarlo fedelmente e nel seguire il suo insegnamento di vita, per rispondere degnamente alla chiamata del Signore.

Che ogni padre posse sempre più affidarsi alla guida ed alla potente intercessione di San Giuseppe, facendo proprie le parole conclusive dell’orazione a lui dedicata:

«E stendi ogn’ora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, noi possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l’eterna beatitudine in Cielo».

Così sia.

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