Lorenzo si rifiutò di consegnarli e chiese tre giorni di riflessione, ne approfittò per distribuirli tra i poveri e il terzo giorno condusse tutti costoro davanti a Valeriano, spiegando che davanti a lui si trovavano i veri tesori della Chiesa, esclamò: «Ecco i tesori della chiesa». In seguito Lorenzo fu dato in custodia al centurione Ippolito, che lo rinchiuse in un sotterraneo del suo palazzo, dove si trovava imprigionato anche un certo Lucillo, cieco. Lorenzo confortò il compagno di prigionia, lo catechizzò alla dottrina di Cristo e, servendosi di una polla d’acqua che sgorgava dal suolo, lo battezzò. Dopo il battesimo, Lucillo riebbe la vista. Il centurione Ippolito visitava spesso i suoi carcerati e, avendo constatato il fatto prodigioso, colpito dalla serenità, dalla mansuetudine dei prigionieri e illuminato dalla grazia di Dio, si fece cristiano, ricevendo il battesimo da Lorenzo. In seguito Ippolito, riconosciuto cristiano, fu legato alla coda di cavalli e fatto trascinare per sassi e rovi fino alla morte. Allora il quarto giorno, Lorenzo, subì il martirio bruciato sulla graticola. Morì il 10 agosto 258 d.C., a 33 anni; patrono dei bibliotecari, dei cuochi, degli osti, dei librai, dei pasticcieri, dei pompieri, dei rosticcieri, lavoratori del vetro e dei diaconi permanenti.