«Benedite il Signore, voi tutti suoi Angeli,
Recita il Salmo 120:
potenti esecutori dei suoi comandi,
pronti al suono della sua parola».
Le creature più nobili create da Dio sono gli Angeli, intelligenti e puramente spirituali, che non hanno né forma né figura sensibile, poiché sono puri spiriti che sussistono senza bisogno di un corpo fisico.
Essi onorano il Signore e lo servono fedelmente in ogni momento, lo amano, lo benedicono e lo lodano eternamente, godendo per sempre della sua vista.
Un ruolo di speciale rilievo, soprattutto nella lotta contro le potenze demoniache, è svolto in particolare dagli Arcangeli, dal latino archangelus, in greco antico: ἀρχάγγελος, (archànghelos), composto dalle parole greche αρχειν, “àrchein” (comandare) e αγγελος, “àngelos” (angelo), che, dunque, può essere tradotto letteralmente come “angelo capo” o “capo degli angeli”.
Il più grande degli arcangeli è certamente San Michele Arcangelo che, come tale, è il Principe e Generale delle Milizie celesti, colui che, prima dell’inizio dei tempi, nel momento della prova, è stato il primo spirito a scegliere Dio con assoluta decisione, ha comandato le schiere dell’esercito divino contro la ribellione di Satana, sconfiggendolo e gettandolo nell’Inferno.
Il suo nome Mi-ka-el, infatti, significa esattamente: “Chi come Dio?”, e altro non è che il grido lanciato dal Santo Arcangelo in risposta alla rivolta di Lucifero, un grido di entusiasmo e fedeltà in perfetta antitesi alla superbia demoniaca del diavolo che pretese di essere uguale al Creatore ed indipendente da Lui, venendo, per questo, escluso definitivamente dal Paradiso insieme agli altri angeli traditori suoi seguaci.
Leggiamo, infatti, nel libro dell’Apocalisse: «Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per lui in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli» (Ap 12, 7-9).
Si parla di Michele anche nella Lettera di Giuda, «in contrasto con il diavolo» sul corpo di Mosè (Gd 9) e per tre volte nel Libro di Daniele, in cui, nel racconto della grande visione, viene definito «uno dei principi supremi» e anche «il gran principe» che protegge il popolo di Dio.
Disse, inoltre, in una sua omelia San Gregorio Magno: «Quando deve compiersi qualcosa che richiede grande coraggio e forza, si dice che è mandato Michele, perché si possa comprendere, dall’azione e dal nome, che nessuno può agire come Dio».
San Michele, dunque, rappresenta l’affermazione della potenza divina su qualsiasi nemico ed è costantemente impegnato nella perenne lotta tra il bene e il male.
Per tale ragione è sempre stato raffigurato come un guerriero mentre sconfigge Satana, presentato come una creatura mostruosa.
Egli ha affrontato le sue prove nell’armata del Signore e, per questo, gli è stata affidata la custodia della Chiesa di Cristo ed ora veglia su di essa, la sostiene nelle sue lotte e ne condivide le vittorie, il suo braccio la difende dalle insidie dei nemici infernali.
San Michele Arcangelo, nondimeno, è attento a ciascuno di noi e sollecito nel venire in nostro aiuto quando lo invochiamo nelle necessità e nei pericoli, negli attacchi e nelle tentazioni diaboliche, soccorrendoci prontamente e guidandoci, con la sua forza, a superare ogni difficoltà.
Dio gli ha dato un cuore ricolmo di compassione verso gli uomini e di zelo ardente per la salute di tutte le anime.
Egli, inoltre, ci presta particolare attenzione e cura quando noi, confessati i nostri peccati a Dio ed invocata la Vergine Maria, ce ne accusiamo anche davanti a lui chiedendogli di intercedere in nostro favore presso il Signore.
San Michele vigila altresì sui moribondi, offrendo sempre loro la sua assistenza nella battaglia contro le tentazioni finali, perché suo compito particolare è anche quello di raccogliere le anime sante quando lasciano il proprio corpo, introducendole poi solennemente alla gloria eterna.
Nel giorno del Giudizio Universale, quando Nostro Signore comparirà sulle nubi del cielo, San Michele svolgerà un incarico eccezionale separando, insieme agli altri angeli, gli eletti ed i dannati.
Non a caso, nel medioevo, spesso veniva anche raffigurato in quel momento terribile, ai piedi del trono di Cristo, tenendo una bilancia per pesare le anime secondo le loro opere.
La devozione verso il glorioso San Michele è cresciuta gradualmente nella cristianità, anche mediante le apparizioni dello stesso Arcangelo in diversi tempi e luoghi, di cui Dio si è servito per suscitare nei cristiani una fiducia sempre più profonda nel loro celeste protettore.
Tale fiducia, devozione e invocazione costante del soccorso del Principe delle milizie angeliche è quanto mai necessaria ed impellente per i tempi di gravissima crisi di fede, perversione e dissoluzione morale e spirituale che stiamo vivendo, in cui Satana sembra imperversare inesorabilmente e miriadi di anime sono sul punto di perdersi.
In quest’ora grave e terribile si configura sicuramente la situazione preannunciata al Papa Leone XIII, in una visione da lui ricevuta nel 1884, riguardante il corso catastrofico che avrebbero preso gli eventi nel futuro, nel mondo e nella Chiesa, e che si è realizzato portando alle conseguenze che sono adesso sotto i nostri occhi.
Il Santo Padre, per fronteggiare le prove in arrivo, compose subito una celeberrima preghiera rivolta proprio a San Michele Arcangelo, per affidarsi sempre alla sua protezione contro le potenze infernali implacabili e ordinò che da allora venisse recitata alla fine di ogni Santa Messa in tutto l’orbe cattolico.
È una preghiera semplice ed allo stesso tempo formidabile per potenza, che nella sua forma essenziale è così costituita:
“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen” | (“San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”) |
È, infatti, molto avversata dai nemici della Chiesa, esterni ed interni, e, in passato si è tentato ripetutamente di sopprimerla, ma sta ora conoscendo, per grazia divina, una nuova fioritura e sempre più cattolici la recitano assiduamente, consci della sua essenzialità per la tragedia del nostro tempo.
Facciamolo anche noi costantemente, per una difesa diretta ed immediata contro ogni azione del maligno, per combatterlo e sconfiggerlo con la forza invincibile del nostro Patrono San Michele, al suo grido perenne: «Chi come Dio?».