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San Valentino: un vescovo, un martire.

Il 14 febbraio è conosciuto come il giorno degli innamorati, ma chi era in realtà San Valentino? Quale correlazione esiste tra la festa religiosa e la festa pagana?

Il 14 febbraio è conosciuto come il giorno degli innamorati, ma chi era in realtà San Valentino? Quale correlazione esiste tra la festa religiosa e la festa pagana?

San Valentino, prete della Chiesa Romana, si era dedicato in modo particolare, assieme a S. Mario e alla propria famiglia, al servizio dei martiri imprigionati sotto l’imperatore Claudio II. Valentino nacque a Interamna Nahars attuale Terni da una famiglia patrizia nel 176, fu poi convertito al cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197, a soli 21 anni. Il suo zelo non poteva passare inosservato ai pagani e per questo fu cercato ed arrestato.

Dopo averlo arrestato, i soldati lo condussero nel tribunale del prefetto e questi gli domandò: “perché sollevi mezza Roma contro l’imperatore e converti i Romani al Cristianesimo?” Valentino, senza alcun timore, rispose: “perchè questa è la volontà di Dio, di quel Dio che solo è padrone, creatore del cielo e della terra, unico e vero Dio”. Allora il prefetto gli domandò: “ma non conosci i decreti dell’imperatore che bandiscono da Roma i Cristiani e vietano ogni ulteriore predicazione?” Rispose Valentino: “Sì, o prefetto, noi conosciamo tali decreti, ma conosciamo anche le parole dello Spirito Santo : « È necessario ubbidire più a Dio che agli uomini »”. Il prefetto allora volendo convincerlo gli disse: “suvvia, sacrifica agli dèi e alla gloria dell’imperatore, ed io ti farò sommo sacerdote!” Ma Valentino non si lascio dissuadere e rispose al prefetto: “le tue lusinghe sono inutili. Io non ti ubbidirò mai in questo!”. Sentito ciò, il prefetto si rivolse al tribunale così: “avete sentito? Mi viene ad insultare in casa! Or è ricolma la misura : ti porrò alla scelta due partiti, dopo i quali sarai per sempre o felice o infelice. O subito avanzi e getti incenso sul turibolo posto innanzi al nume. ed allora avrai le divise pontificali, gli onori, i grossi stipendi che loro sono uniti; o se rifiuterai sarai gettato in una botte piena di olio bollente”. Valentino, senza alcun timore replicò: “non temo tormenti di sorta. Pur di non offendere il mio Dio, son pronto a sostenerli!” Sentite le parole del Vescovo Valentino, il prefetto urlo: “basta! Hai scelto. Sia battuto colle verghe”.

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Fu battuto crudelmente per lungo tempo. Siccome il Signore lo sosteneva, non morì sotto i colpi, ma alla fine, esausto di forze, cogli occhi rivolti al cielo esclamò: « Nulla mai mi potrà separare dalla carità di Cristo ».
Ricondotto, tutto una piaga; dinanzi al prefetto, questi tentò un’ultima lusinga, ma essendo riuscita vana, lo condannò alla decapitazione che fu eseguita dal soldato romano Furius Placidus.

Era il 14 febbraio del 270.

Oggi tuttavia è conosciuta una leggenda, secondo cui il santo avrebbe donato a una fanciulla povera una somma di denaro, necessaria come dote per il suo sposalizio, che, senza di questa, non si sarebbe potuto celebrare, esponendo la ragazza, priva di mezzi e di altro sostegno, al rischio della perdizione. Il generoso dono, frutto di amore e finalizzato all’amore stesso, avrebbe dunque creato la tradizione di considerare il santo vescovo Valentino come il protettore degli innamorati.

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