Santa Caterina da Siena (al secolo Caterina Benincasa), nacque a Siena il 25 marzo 1347, in una numerosa e modesta, ma non povera famiglia. A 6 anni sostiene di vedere, sospeso in aria sopra il tetto della basilica di San Domenico, Gesù seduto su di un bellissimo trono, insieme ai santi Pietro, Paolo e Giovanni. A 7 anni, fa voto di verginità. Quando Caterina raggiunse 12 anni, i genitori iniziarono varie trattative per concludere un matrimonio vantaggioso per la figlia. All’inizio Caterina sembrò accondiscendere, ma poi, pentitasi, dichiarò che si era votata al Signore e che non intendeva ritirare la parola data. Ad ogni modo, pur di non concedere la sua mano, giunge a tagliarsi completamente i capelli, coprendosi il capo con un velo e chiudendosi in casa. Considerata affetta da una sorta di fanatismo giovanile, per piegarla la costringono a pesanti fatiche domestiche. Un bel giorno, però, la considerazione dei genitori cambia: il padre osserva che una colomba si posa sulla sua testa, mentre Caterina era intenta a pregare, e si convince che il suo fervore non è solo il frutto di un’esaltazione ma che si tratta di una vocazione sentita e sincera. Caterina scese così nel concreto pensando di entrare fra le Terziarie Domenicane, che a Siena si chiamavano “Mantellate”, per il mantello nero che copriva la loro veste bianca. La giovane senese aveva da poco passato i 16 anni ed era quindi troppo giovane per garantire la perseveranza sotto la Regola dell’Ordine. Quindi la madre, spinta dalle insistenze della figlia, si decise ad andare a parlare alla priora delle “Sorelle della penitenza di san Domenico”, ma ne ebbe un rifiuto perché esse non erano solite ammettere le vergini all’abito, ma solo vedove o donne in età matura.