Santa Caterina di Svezia

di Don Riccardo Pecchia

Santa Caterina di Svezia (al secolo Katarina Ulfsdotter), nacque nel 1331 in una cittadina presso il lago Boren (Svezia), era la secondogenita degli otto figli di santa Brigida, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore (brigidine). Visse la sua fanciullezza e giovinezza nel castello di Ulfasa. La madre fu sempre molto attenta affinché tutti i membri della famiglia rispettassero usi e precetti della Chiesa cattolica. Inoltre si occupò in prima persona della formazione spirituale dei figli e della servitù. La giornata della famiglia era scandita dalla preghiera, dalla lettura della Bibbia, dalle biografie dei Santi oltre che da una efficace attività caritatevole verso i malati ed i poveri. All’età di 12 anni, per volere del padre, Caterina, contro il suo volere, venne promessa come sposa del nobile Egard Lydersson van Kyren. Il matrimonio non venne mai consumato e di comune accordo, i due sposi, fecero voto di castità. Intanto nell’autunno del 1349 Brigida partì per Roma, non solo per l’Anno Santo del 1350, ma anche per chiedere al Papa di dare il suo consenso all’approvazione del nuovo Ordine che desiderava fondare. Giunta a Roma, visse in un primo tempo all’ospizio dei pellegrini presso Castel Sant’Angelo e poi nel palazzo del cardinale Ugo Roger di Beaufort.

Nel mese di agosto del 1350 Caterina, a 19 anni, raggiunse a Roma la madre dopo un viaggio lungo e pieno di insidie. Santa Brigida desiderava che la figlia presto tornasse in Svezia, ma Cristo in una visione le disse che era più utile per la figlia soggiornare a Roma, invece di prendere la via del ritorno. Caterina a Roma era stata raggiunta dalla notizia della morte del marito in Svezia, avvenuta il giovedì santo del 1350. Da questo momento la vita delle due sante scorre sullo stesso binario: la figlia partecipa con totale dedizione all’intensa attività religiosa di santa Brigida. Questa aveva creato in Svezia una comunità di tipo cenobitico, nella cittadina di Vadstena (Svezia), per accogliervi in separati conventi di clausura uomini e donne sotto una regola di vita religiosa ispirata al modello del mistico san Bernardo di Chiaravalle. Dopo la morte della madre, avvenuta il 23 luglio 1373, Caterina accompagnò le reliquie che vennero riportate a Vadstena; qui, nel 1375, entrò monaca nel monastero brigidino, di cui fu la prima Badessa. Fu di nuovo a Roma per ottenere l’approvazione della Regola dell’Ordine del Santissimo Salvatoree per partecipare al processo di canonizzazione di sua madre. Nel 1380 Caterina decise di ritornare a Vadstena, sia perché riteneva di aver portato a termine la sua missione, sia perché erano già comparsi i primi segnali della sua malattia. Morì il 24 marzo del 1381, a 49 anni

Ecclesia Dei
in collaborazione con Don Riccardo Pecchia

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