Notoriamente, il nome di questa straordinaria santa è legato alla devozione al Sacro Cuore di Gesù. E lo è talmente tanto che Margherita, nata nel 1647 in Francia, viene ricordata ancora oggi come la“Discepola del Sacro Cuore” o la “Privilegiata del Sacro Cuore”. Ciò non deve stupirci, perché è lo stesso Gesù a dirle:
«Voglio che tu mi serva d’istrumento per attrarre i cuori al mio amore.»
E infatti, la Grazia prende fin da subito stabile dimora nell’anima di questa donna, la quale conversa con il Cielo già da giovanissima passando lunghe ore in preghiera davanti al Tabernacolo, e quando si trova lì, inginocchiata, ripete senza sosta:
«Mio Dio! Vi consacro la mia purità; Vi fò voto di castità perpetua.»
Uno dei suoi maggiori divertimenti, inoltre, è senza dubbio quello di ritirarsi in qualche boschetto solitario, per prolungare lì la sua preghiera e trattenersi intimamente con il Signore. Nei suoi slanci d’amore, sola in queste foreste di Borgogna, diceva:
«O mio caro Salvatore, quanto sarei felice se vi degnaste imprimere in me l’immagine dei vostri dolori.»
Come vediamo, il suo è un cuore generoso ed è per questo che il Signore, con la Sua Croce, non tarda a prenderne possesso: per Margherita iniziano, infatti, una serie di sofferenze che instillano nella sua anima sia il desiderio di vivere sempre in perfetto olocausto che la consapevolezza che tutto, al di fuori di Dio, è vanità. E tali tribolazioni, che cominciano con la morte del padre, continuano con la grave malattia che affliggerà la futura “Discepola del Sacro Cuore” per quattro lunghi anni. Durante questo periodo, Margherita è costretta a letto in preda a lancinanti ed inguaribili dolori. La nostra santa sapeva che solo un miracolo avrebbe potuto porre fine ai suoi tormenti, ed è per questo che si affida alla Vergine Maria, sua e nostra Mamma Celeste, promettendole di ascriversi nel numero delle Sue figlie se in cambio avesse ottenuto la guarigione. La Madonna, generosa dispensatrice di tutte le grazie, non si fa attendere: appena finito di pronunciare tale voto, la fanciulla torna inspiegabilmente in salute e si vede quindi obbligata a mantenere la parola data. Zelante, Margherita si mette, perciò, alla ricerca di un convento che possa fare al caso suo, nonostante i genitori vogliano che lei sposi qualche buon partito. Visita diversi monasteri, ma in nessuno le pare che il Signore la desideri. Una volta, però, sentendo pronunciare il nome del monastero di Paray-le-Monial, il suo cuore si riempie di gioia e qualcosa nel profondo le suggerisce essere proprio questo il luogo a lei assegnato dalla Divina Volontà. Riceve la conferma di ciò quando, recandosi in visita al «caro Paray» e varcando la soglia del parlatorio per la prima volta, sente internamente il Signore sussurrarle:
«Ti voglio qui.»
Profondamente commossa e ormai sicura dell’elezione divina, Margherita entra nella clausura di Paray-le-Monial il 20 Giugno 1671 (all’età di ventiquattro anni) sentendo nel suo cuore che Dio si degnava, da quel momento e per sempre, di rompere i “lacci della sua schiavitù” per rivestirla di un manto di gioia. Circa due mesi dopo l’ingresso nel monastero, il 25 Agosto 1671, Margherita riceve l’abito dell’Ordine della Visitazione e, col velo, anche il nome di Suor Margherita Maria.
In questo giorno, Gesù è largo di consolazioni: le racconta amorevolmente di come questo sia il loro sposalizio e che tali celesti dolcezze la accompagneranno per tutto l’anno del suo noviziato. Questa dichiarazione turba un poco l’animo di Suor Margherita, che si chiede se nulla ha quindi da patire per Colui che tanto ama. Ma ben presto riconosce che, nelle vie del Signore, la croce non è incompatibile con le gioie dello spirito, e infatti, ricolma di grazie straordinarie dal suo Diletto, Suor Margherita è, nello stesso tempo, oggetto di severissima condotta da parte delle sue superiore: viene continuamente distolta dai suoi esercizi spirituali e, mortificando specialmente la sua predilezione verso la contemplazione, è spesso mandata a spazzare la casa, quando, invece, dovrebbe e vorrebbe attendere, con le altre novizie, all’orazione.
Il 6 Novembre 1672, Suor Margherita Maria fa la sua professione: anticipatamente, e sotto dettatura del divino Maestro, ella aveva scritto una regola, firmata col sangue, alla quale rimarrà fedele fino alla fine dei suoi giorni e che così termina:
«Tutto di Dio e niente mio; tutto a Dio e niente a me; tutto per Iddio e nulla per me.»
Gesù, poco dopo la professione, le mostra una grande croce coperta di fiori e le rivela che quei fiori cadranno ad uno ad uno, lasciando, col tempo, spazio solo alle spine. Suor Margherita non può che esserne felice, vi si tiene preparata, e man mano che la predizione divina si avvera, lei bacia con ardore quelle spine, pegno indiscutibile dell’amore del suo Dio, fino alla sua morte. Volendo, quindi, il Signore che quest’anima eroica fosse vittima di espiazione, si compiace di moltiplicare per lei le occasioni di immolazione e sofferenza, che si presentano spesso anche sotto forma di piccoli incidenti: una volta, mentre attingeva l’acqua dal pozzo, le sfugge di mano il secchio e la manovella di ferro le colpisce una guancia così violentemente da portarle via, oltre a parecchi denti, anche un lungo pezzo di carne. Margherita chiede allora ad un’educanda di tagliare quel pezzo di carne non del tutto staccato che le pendeva dalla bocca, ma questa, spaventata, si rifiuta ed è lei stessa, prendendo le forbici, ad eseguire la dolorosa operazione. È solo la somiglianza con il Salvatore penante a renderle tali dolori più dolci del miele. Così, trovando in lei la Sua prediletta e la Sua più devota discepola, Gesù continua ad apparirle: tra tutte le visioni che Suor Margherita Maria ha avuto, sicuramente quelle che più riguardano noi e la sua divina missione iniziano nel 1673.
Il 27 Dicembre di quell’anno, infatti, mentre la Santa si trova in adorazione del Santissimo Sacramento, il Signore le si manifesta, le permette di stare lungamente appoggiata al Suo Divin Cuore e glielo mostra per la prima volta, dicendo:
«Il mio cuore è tanto acceso d’amore per gli uomini, e in particolare per te, che non potendo più contenere in se stesso le fiamme della sua ardente carità, fa d’uopo che le spanda per mezzo tuo.»
Nell’apparizione del giugno 1675, prosegue:
«Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini, che non ha nulla risparmiato fino a struggersi e consumarsi per dimostrar loro il suo amore, e dalla maggior parte di essi, per riconoscenza, io non ricevo che ingratitudine, con le irriverenze, i sacrilegi, le freddezze e il disprezzo che hanno per me in questo Sacramento d’amore. Ma quel che più mi addolora è che mi trattano così cuori a me consacrati. Perciò ti domando che il primo venerdì dopo l’ottava del Santissimo Sacramento sia dedicato ad una festa particolare per onorare il mio Cuore, con la santa comunione e con un’ammenda onorevole, in riparazione degl’indegni trattamenti che ha ricevuti nel tempo in cui è stato esposto sugli altari. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà, per diffondere con abbondanza le influenze del divino amor suo sopra tutti coloro che gli renderanno quest’onore, e procureranno che gli sia reso dagli altri.»
Afflitta dalle parole del suo Maestro, la Santa si dà ben presto da fare per iniziare la sua particolarissima missione: nominata maestra delle novizie nel 1685, per esempio, ella non trascura di parlare del Sacro Cuore a queste innocenti creature; sull’altare del noviziato, poi, fa esporre una piccola immagine del Sacro Cuore, e assieme a tutte le novizie passa l’intera giornata prostrata ad onorarlo e lodarlo; un anno dopo, ecco tutta la comunità fare la stessa cosa ed ecco inoltre avviarsi i lavori per la costruzione di una cappellina in onore al Sacro Cuore all’interno del monastero.Pian piano sempre nuovi servi si aggiungono alla schiera dei devoti al Sacro Cuore, ma Margherita non si stanca di attrarne sempre nuovi. Lei è tutta nell’Amore e per l’Amore fino alla sua morte, avvenuta il 17 ottobre 1690. E continua ad esserlo in Cielo.