Santa Maria Goretti

Santa Maria Goretti, nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, da una famiglia di semplici e stimati contadini. Per esigenze di lavoro, il 12 dicembre 1896, la famiglia Goretti, lasciò Corinaldo e si trasferì a Colle Granturco, presso Paliano, alle dipendenze del Senatore Scelsi.

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Santa Maria Goretti, nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, da una famiglia di semplici e stimati contadini. Per esigenze di lavoro, il 12 dicembre 1896, la famiglia Goretti, lasciò Corinaldo e si trasferì a Colle Granturco, presso Paliano, alle dipendenze del Senatore Scelsi.

6 luglio, santa Maria Goretti (Luigi Arzuffi)

Santa Maria Goretti, nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890, da una famiglia di semplici e stimati contadini. Per esigenze di lavoro, il 12 dicembre 1896, la famiglia Goretti, lasciò Corinaldo e si trasferì a Colle Granturco, presso Paliano, alle dipendenze del Senatore Scelsi. Qui conoscono i Serenelli e rimangono in questi luoghi fino al febbraio 1899, quando nuovamente l’intera famiglia Goretti trasloca insieme ai Serenelli. Giunge a Ferriere di Conca (Nettuno), per lavorare i campi alle dipendenze del conte Attilio Mazzoleni, e qui ebbero inizio le sventure dei Goretti. Il 6 maggio 1900, il padre morì di malaria e la collaborazione con i Serenelli, anch’essi in difficoltà, si fece ancora più stretta. Come tutte le figlie di contadini, Maria, si occupava delle faccende domestiche, badava ai fratelli più piccoli e svolgeva le commissioni per la famiglia, allargata ormai anche ai Serenelli e al figlio di questi, Alessandro. Dopo la morte del padre, la convivenza con i Serenelli era divenuta sempre più difficile. Il Serenelli padre aveva un carattere autoritario ed era incline all’alcolismo; Alessandro, orfano di madre, aveva frequentato la scuola fino alla seconda elementare, per poi imbarcarsi come mozzo, prima che il padre lo richiamasse a coltivare la terra. Nel 1902 aveva 19 anni, era un ragazzo introverso, abituato a una totale sottomissione alla figura paterna, ma pronto a esercitare la sua autorità maschile nei confronti delle figure più deboli, in particolare Maria, dalla quale era attratto.

Il 5 luglio 1902, mentre tutta la famiglia era radunata nell’aia, Maria, seduta sui gradini della scala esterna, vicino all’ingresso di casa, fu avvicinata da Alessandro che, con la scusa di farsi rammendare dei vestiti, attirò Maria in casa e tentò di violentarla. Non era la prima volta che tentava di costringerla a un rapporto carnale, ma aveva sempre ricevuto rifiuti, ai quali aveva reagito con offese e minacce, che Maria non aveva mai confidato a nessuno. Di fronte alle grida e ai tentativi di difendersi, dopo averla immobilizzata la colpì 14 volte con un punteruolo. Al processo, confermando quanto detto ai carabinieri immediatamente dopo l’arresto, Alessandro confessò di aver preparato l’arma e di aver deciso di usarla qualora la bambina gli avesse opposto resistenza. Confessò inoltre che la decisione di uccidere Maria era stata in parte motivata dal desiderio di fuggire dalla vita intollerabile nei campi, nella convinzione che la vita in carcere fosse preferibile. È possibile che Alessandro, proveniente da una famiglia in cui numerosi membri avevano dato segni di squilibrio mentale e figlio di un padre alcolista, fosse in realtà impotente e abbia ferito mortalmente la sfortunata vittima una volta resosi conto di non riuscire a mettere in atto lo stupro. Maria, ancora cosciente, venne trasportata all’ospedale Orsenigo di Nettuno. La morte sopravvenne il giorno successivo per la peritonite settica causata dalle ferite e, secondo la testimonianza della madre, dopo aver perdonato il suo assassino e promise che avrebbe pregato per lui dal Paradiso. Morì il 6 luglio 1902, a 11 anni.

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