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Sant’Elena imperatrice

Sant’Elena imperatrice (al secolo Flavia Iulia Helena), nacque a Drepanum in Bitinia (attuale Turchia) nel 248-250. Suo figlio Costantino rinominò infatti la città in Helenopolis (città di Elena) in onore della madre.

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Sant’Elena imperatrice (al secolo Flavia Iulia Helena), nacque a Drepanum in Bitinia (attuale Turchia) nel 248-250. Suo figlio Costantino rinominò infatti la città in Helenopolis (città di Elena) in onore della madre.

18 agosto, sant’Elena imperatrice (Vasily Sazonov)

Sant’Elena imperatrice (al secolo Flavia Iulia Helena), nacque a Drepanum in Bitinia (attuale Turchia) nel 248-250. Suo figlio Costantino rinominò infatti la città in Helenopolis (città di Elena) in onore della madre. Il tribuno Costanzo Cloro nel 270 se ne innamorò e la sposò e dalla loro unione nacque Costantino, la loro unione continuò fino al 293, quando Costanzo venne nominato Cesare da Diocleziano, che lo obbligò a ripudiare Elena, essendo incompatibile per la sua nobiltà acquisita dall’unione coniugale, essendo lei di origine plebea, e dover sposare la figliastra dell’imperatore Massimiano, Teodora, allo scopo di cementare, con un matrimonio dinastico, l’elevazione di Costanzo a Cesare. Elena non si risposò, e visse lontano dalle corti imperiali, sebbene fosse vicina a Costantino, che per lei aveva un affetto particolare. Elena subì l’umiliazione, con la perdita della sua famiglia, del marito, del figlio e della rilevante posizione sociale che aveva, ma si ritirò in silenzio e umiltà, senza recriminare, conducendo vita esemplare. Quando Costantino fu proclamato imperatore nel 306, dopo la morte di Costanzo, fece richiamare la madre a corte e le venne dato ogni onore, le fu dato il titolo di Augusta nel 324. Elena nel frattempo si era convertita al cristianesimo.

Elena interpretò la sua nuova parte nel senso migliore: potendo attingere al tesoro imperiale se ne servì facendo del bene: nei suoi viaggi soccorreva quanti avevano bisogno, provvedendo alle necessità addirittura di città intere. Dalle sue mani passavano fiumi di beni, alimenti, indumenti, denaro per i bisognosi e provvide a liberare prigionieri dalle carceri, dalle miniere, a rimpatriare esiliati. A questo accompagnò una vita esemplare, una modestia, una grande umiltà, disdegnando il lusso e gli agi della sua condizione. Vestiva modestamente e si confondeva con la gente comune per partecipare alle funzioni religiose, invitando gl’indigenti alla sua tavola e servendoli con le sue mani, come un giorno faceva alla locanda paterna. A 78 anni, nel 326, Elena intraprese un pellegrinaggio penitenziale nei Luoghi Santi di Palestina. Qui si adoperò per la costruzione delle Basiliche della Natività a Betlemme e dell’Ascensione sul Monte degli Ulivi. La tradizione narra che Elena, salita sul Golgota per purificare quel sacro luogo dagli edifici pagani fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo, perché il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita. Insieme alla Croce furono ritrovati anche tre chiodi, i quali furono donati al figlio Costantino, forgiandone uno nel morso del suo cavallo e un altro incastonato all’interno della famosa Corona Ferrea, conservata nel duomo di Monza. L’intento di Elena era quello di consigliare al figlio la moderazione ed indicargli che non c’è sovrano terreno che non sia sottoposto a Cristo; inoltre avrebbe indotto Costantino a costruire la Basilica della Resurrezione. Elena morì assistita dal figlio Costantino in un luogo non identificato. Morì verso il 329, a 80 anni.

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