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Santi Cirillo e Metodio

Santi Cirillo e Metodio, i fratelli Costantino (poi Cirillo, Κύριλλος) e Michele (Metodio, Μεθόδιος) nacquero a Tessalonica (oggi Salonicco, Grecia) Cirillo nell’827 e Metodio nell’815 circa, erano figli del drungario della città, cioè il governatore militare della circoscrizione di Tessalonica.

Santi Cirillo e Metodio, i fratelli Costantino (poi Cirillo, Κύριλλος) e Michele (Metodio, Μεθόδιος) nacquero a Tessalonica (oggi Salonicco, Grecia) Cirillo nell’827 e Metodio nell’815 circa, erano figli del drungario della città, cioè il governatore militare della circoscrizione di Tessalonica. Cirillo fu battezzato con il nome di Costantino. Studiò fino a 14 anni a Tessalonica, morto il padre, si trasferì a Costantinopoli per volere del logoteta (cancelliere) Teoctisto, che lo allevò insieme al futuro imperatore Michele III. Si trasferì a Costantinopoli per perfezionare gli studi di teologia e filosofia. Nella capitale venne consacrato prete, entrando a far parte del clero della basilica di Santa Sofia. Nella capitale bizantina imparò la grammatica, lesse Omero, apprese la geometria e le nozioni fondamentali di retorica, aritmetica, astronomia e musica. Metodio, invece, intraprese brillantemente la carriera amministrativa e fu nominato arconte (magistrato) di una provincia slava dell’impero bizantino. Verso l’840 si fece monaco e fu eletto igumeno (abate) del convento Polychron sul monte Olimpo di Bitinia, dove rimase fino a quando accompagnò il fratello presso i Kazari. Nell’861, l’imperatore incaricò Cirillo di una missione presso i Kazari (popolo turco), che avevano chiesto all’imperatore Michele III, di inviare loro un letterato che sapesse discutere con Giudei e Saraceni.

14 febbraio, santi Cirillo e Metodio

Fu scelto Cirillo, che partì in compagnia del fratello Metodio. Al ritorno i fratelli si fermarono a Cherson in Crimea (oggi Sebastopoli), dove impararono l’ebraico e il samaritano. In quella città era morto papa Clemente I, esiliato da Roma e gettato in mare con un’ancora al collo. Cirillo e Metodio pregarono a lungo sulla riva e il corpo del papa affiorò (questo è quello che racconta la leggenda, in realtà fu trovato il tumulo), essi lo presero e lo portarono a Costantinopoli. Poi nell’863 furono inviati a predicare in Moravia, dove svolsero larga opera di proselitismo, fu cominciata a tale scopo da Cirillo, con l’invenzione di un nuovo alfabeto (detto glagolitico o cirillico) la traduzione della Sacra Scrittura e i libri liturgici e qui formarono i discepoli che avrebbero continuato il loro apostolato. Sull’onda del crescente scontro tra Chiesa d’Oriente e d’Occidente per il controllo dei nuovi fedeli moravi, nell’867 Costantino e Metodio vennero convocati a Roma per discutere con papa Niccolò I dell’uso cultuale della lingua slava. A Roma i due fratelli trovarono una buona accoglienza. Portarono al pontefice in dono le reliquie di papa Clemente I, morto in Crimea nel 97 e venerato come santo. Niccolò I consacrò prete Metodio e approvò la traduzione della Bibbia in slavo, a patto che la lettura dei brani fosse preceduta dagli stessi passi espressi in latino. A Roma Costantino si ammalò e assunse l’abito monastico, prendendo il nome di Cirillo. Morì il 14 febbraio 869, venne seppellito presso la basilica di San Clemente. Alla morte del fratello, Metodio fu consacrato vescovo di Sirmio (attuale Sremska Mitrovica in Serbia) e riuscxì ad andare in Pannoia, dove fu imprigionato, condannato ed esiliato a Ellwagen (Svezia). Andò in Moravia, ma dopo qualche anno di pace, nuove accuse lo colpirono, papa Giovanni VIII lo convocò a Roma per sentire le sue ragioni, Metodio riuscì a scagionarsi e il papa indirizzò al re di Moravia una lettera che confermava l’arcivescovo in tutte le sue funzioni e approvava l’uso dello slavo nella liturgia, ma imponeva che il Vangelo fosse letto prima in latino e poi in slavo. Metodio morì a Velehrad (odierna Repubblica Ceca) il 6 aprile 885; compatroni d’Europa con san Benedetto da Norcia.

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