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Santi Filippo e Giacomo

di Don Riccardo Pecchia

Santi Filippo e Giacomo il Minore, sono festeggiati lo stesso giorno perché le loro reliquie furono deposte insieme nella Chiesa dei Dodici Apostoli a Roma. Filippo conosciuto principalmente attraverso i Vangeli e gli Atti degli Apostoli. Filippo, come Pietro e Andrea, era un pescatore originario di Bethsaida, sulle sponde del lago di Tiberiade; fu tra i primi a seguire Gesù quando questi passò dal suo paese e l disse: «Seguimi». Filippo lo seguì portandosi dietro anche Natanaele al quale egli aveva detto: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazareth» (Gv 1,43-48). Più tardi, Filippo fu testimone dei miracoli di Gesù, come quello della moltiplicazione dei pani. Ma l’insegnamento più grande del Maestro, Filippo lo provocò con una sua domanda, dopo l’ultima Cena, quando: «Gli disse Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Gli rispose Gesù: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre”» (Gv 14,8-31). Parole che Filippo si porterà dentro nella sua missione (At 8,5-40). La tradizione più comune afferma che Filippo morì crocifisso a Geropoli all’età di 87 anni. Giacomo a differenza di Filippo, non ha quasi parte alcuna nei Vangeli; egli era, pare, figlio d’Alfeo, e forse cugino di Gesù. Viene detto “Minore” per distinguerlo da Giacomo “Maggiore”, fratello di Giovanni Evangelista e figlio di Zebedeo.

La sua parte principale ha inizio dopo l’Ascensione di Gesù e dopo la Pentecoste ed è narrata negli Atti degli Apostoli. In effetti, nella prima Chiesa, Giacomo “Minore” godette d’una particolare autorità. Quando san Pietro venne miracolosamente liberato dalle catene, nella prigione del re Erode, corse a darne notizia, per primo all’apostolo Giacomo. San Paolo, dopo la conversione, tornando a Gerusalemme, si diresse subito alla casa di Giacomo, per ricevere istruzioni. E dopo il suo ultimo viaggio in missione, lo stesso Paolo farà la sua precisa relazione proprio nella casa di Giacomo, dove gli altri Apostoli si sono radunati. Anche gli Ebrei avevano grande ammirazione per la figura di questo Galileo, primo vescovo cristiano di Gerusalemme. Qui fondò una comunità di cristiani, operando sempre numerose conversioni. Eppure anch’egli cadde vittima della persecuzione o meglio di una specie di sommossa, durante la quale Giacomo venne portato su un punto elevato del Tempio, perché rinnegasse la sua fede in Gesù, dinanzi al popolo. Alla leale e animosa risposta di Giacomo, molti, anche tra gli ebrei, resero gloria al Signore, ma i Farisei, esasperati dal sommo sacerdote Hanan, che per quel delitto sarà poi destituito, fecero precipitare Giacomo dall’alto del Tempio di Gerusalemme. Era l’anno 63, e anche fra gli Ebrei, i più saggi e giusti si dolsero di quella uccisione voluta da pochi facinorosi ed eseguita da una folla eccitata

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