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La solennità odierna è antichissima: è stata inserita nel Santorale romano molto prima di quella di Natale. Nei secolo IV si celebravano già tre messe: una in san Pietro in Vaticano, l’altra in san Paolo fuori le mura.
Santi Pietro e Paolo, la solennità odierna è antichissima: è stata inserita nel Santorale romano molto prima di quella di Natale. Nei secolo IV si celebravano già tre messe: una in san Pietro in Vaticano, l’altra in san Paolo fuori le mura, la terza alle catacombe di san Sebastiano dove furono probabilmente nascosti per un certo tempo, all’epoca delle invasioni, i corpi dei due apostoli; Simone era un pescatore di Betsaida che si era più tardi stabilito a Cafarnao, il fratello Andrea lo introduce al seguito di Gesù, il Cristo gli cambia nome e lo chiama «Pietro», per realizzare nella sua persona il tema della pietra fondamentale. Simon Pietro è uno dei primi testimoni che vede la tomba vuota e dopo l’ascensione egli prende la direzione della comunità cristiana, a Roma, Pietro diviene l’apostolo di tutti, qui egli compie pienamente la sua missione di «pietra angolare», riunendo in un solo «edificio» i Giudei ed i pagani e suggella questa missione con il suo sangue e sotto Nerone dà la sua vita per l’amato Maestro. La tradizione dice che san Pietro ricordandosi anche in quell’estremo momento del suo peccato, e ritenendosi indegno di morire come Gesù, pregasse i carnefici ed ottenesse di essere crocifisso con il capo all’ingiù, probabilmente intorno al 67 d.C.; Saulo, in seguito Paolo, nacque a Tarso, capitale della Cilicia, la sua educazione fu austera quale si conveniva ad un figlio di farisei zelanti della legge, ben presto gli misero in mano la Sacra Bibbia che egli approfondì talmente che, convertito, trasfonderà abbondantemente nei suoi scritti.
Frequentò a Gerusalemme la scuola ebraica ed ebbe a precettore il celebre Gamaliele, l’uomo più saggio di Gerusalemme. Da lui si rafforzò nell’amore alle tradizioni ebraiche ed imparò una scrupolosa osservanza delle prescrizioni della legge, a sconvolgere tutta questa educazione, sorse la dottrina del Nazareno che riempiva già Gerusalemme di seguaci e dilagava anche nelle vicine province, Saulo, intransigente fariseo e strenuo difensore della tradizione, li odiò subito a morte, dopo aver assistito alla lapidazione di santo Stefano, intraprese la lotta contro di essi, battaglia che doveva portarlo a quel Gesù che egli inconsciamente perseguitava, appunto mentre cavalcava alla volta di Damasco per perseguitare anche lì i cristiani una luce lo abbaglia e lo fa cade reda cavallo, mentre una voce misteriosa lo rimprovera: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?»; da quel momento da persecutore diventa perseguitato e la sua parola risuonerà ovunque apportatrice di pace, di luce e di salvezza, dove non può arrivare con la persona, arriva con le sue lettere e con lo zelo dei suoi seguaci, intraprende vari viaggi missionari, l’ultimo, il quarto lo porta a Roma dove viene arrestato e si incontra con Pietro con il quale doveva rendere testimonianza alla verità subendo il martirio. Paolo portato davanti a Nerone viene condannato alla decapitazione, un colpo di spada lo getta tra le braccia del suo amato Signore, probabilmente intorno al 67 d.C.