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Santissimo Nome di Gesù

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[page_title]  Santissimo Nome di Gesù, nel Martirologio Romano, questa memoria è così definita: «Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto […]

Santissimo Nome di Gesù, nel Martirologio Romano, questa memoria è così definita: «Santissimo Nome di Gesù, il solo in cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina». Queste parole sono tratte dalla Lettera ai Filippesi (2,9-11). Durante il Medioevo la devozione per il Nome di Gesù fu praticata in tutto il Senese, pochi decenni prima della predicazione di Bernardino da Siena, dai Gesuati (una fraternità laica dedita all’assistenza degli infermi, fondata dal beato Giovanni Colombini), i quali erano così detti per il loro frequente ripetere il nome di Gesù. L’elaborazione di una liturgia associata al Nome di Gesù è conseguenza della predicazione di san Bernardino da Siena, il quale focalizzò sul Nome di Gesù il suo sforzo di rinnovare la Chiesa, sottolineando la centralità della persona di Gesù Cristo. San Bernardino esponeva che, mentre la croce evocava la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell’Ascensione.

Così inventò uno stemma dai colori vivaci, con cui rappresentare il Nome di Gesù. Esso era costituito dal trigramma IHS, inscritto in un sole dorato con dodici raggi serpeggianti sopra uno scudo azzurro. Riprodotto su una tavoletta di legno, lo stemma era posto sull’altare durante la messa e i fedeli erano invitati a baciarlo al termine. Questo stratagemma dava concretezza alle parole di Cristo: «Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono presente in mezzo a loro» (Mt 18,20). Il simbolismo solare associato a Cristo, utilizzato da Bernardino, fu approvato da papa Martino V, nel 1450, a causa delle sue profonde radici nell’Antico Testamento e grazie all’appassionata difesa da parte di san Giovanni da Capestrano. La liturgia del Nome di Gesù si diffuse alla fine del XV secolo. Nel 1530, papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. Nel 1721, dietro richiesta di Carlo VI imperatore di Germania, papa Innocenzo XIII decretò che la festa del Santissimo Nome di Gesù fosse celebrata in tutta la chiesa, e la fissò allora alla seconda Domenica dopo l’Epifania.

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