di Alex Vescino
Siamo di nuovo ad Albenga, il Vescovo Mons. Guglielmo Borghetti ha disposto nella sua diocesi alcune indicazioni tra le quali la celebrazione senza concorso di popolo, la presenza di uno o due ministranti (possibilmente adulti), di un diacono, di un lettore e un cantore e un solo accompagnatore musicale. Fin qui nulla di strano, anzi nulla di anormale se pensiamo che tutti i vescovi, italiani e non, hanno dato disposizioni precise.
Se però, si fa molta attenzione, tra i diversi punti che si succedono uno dopo l’altro, ce n’è uno molto ambiguo: “I Parroci informino i fedeli degli orari delle Celebrazioni del Vescovo nella Cattedrale di Albenga per poter dar modo, a chi lo desidera, di unirsi spiritualmente. Invito a evitare la trasmissione di celebrazioni parrocchiali poco idonee sotto l’aspetto tecnico. TV2000 ed altre emittenti cattoliche offrono le Celebrazioni del Santo Padre, ad esse è bene rinviare“.
Ebbene il vescovo dispone che le celebrazioni Eucaristiche non siano trasmesse in streaming al fine che tutti fedeli possano seguire la Santa Messa trasmessa dalla Cattedrale e dalla Basilica di San Pietro .
Ora la domanda sorge spontanea: per quale motivo? Ce lo spiega lo stesso Borghetti quando scrive “poco idonee sotto l’aspetto tecnico”; non è tuttavia chiaro cosa si intenda per aspetto tecnico. Sorgono alcune alternative:
A quanto pare però sembra proprio che il vescovo abbia una mania di protagonismo. Sembra infatti che nella mentalità del vescovo evitare che si celebri nelle parrocchie fa si che tutti guardino lui. A sostegno di questa tesi giocano le istruzioni per accedere alla diretta:
Ecco forse spiegato il motivo di tanto fermento. Non trovo affatto ammissibile un tale gesto. Soprattutto perché in questa situazione strana anche gente che non ha mai frequentato la parrocchia, proprio in virtù delle dirette dei parroci, si è fermata, almeno per un attimo, il tempo di un Ave Maria, per fare un segno di croce. E’ dunque un’opera mirabile quella dei sacerdoti che hanno trovato, attraverso la tecnologia, il modo per far sentire vicina la presenza del Signore. Proprio per questo non si capisce il motivo per cui un vescovo debba consigliare caldamente di evitare queste dirette.
Trovo normale, e anormale al tempo stesso (visto il tempo attuale) che da un lato il Sacerdote senta l’esigenza di stare vicino ai suoi parrocchiani, e dall’altro lato i fedeli seguendo le dirette si sentano consolati dal loro Parroco.
Ci auguriamo che questa nostra riflessione non passi inosservata e proprio per questo contatteremo personalmente Sua Eccellenza per chiedere spiegazioni e al tempo stesso invitarlo a riconsiderare la trasmissione della Santa Messa dalle parrocchie. Lo stesso chiediamo a voi lettori, di contattare Sua Eccellenza per far sentire la voce del popolo di Dio vescovo@diocesidialbengaimperia.it, perché la nostra voce non può restare inascoltata.
“Dio consola il suo popolo” (Is 49,13)
Ecclesia Dei
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1 Comment
Dispiace che invece di favorire ed elogiare l’ultimo, minimo, contatto col proprio gregge escogitato con intelligenza e passione da alcuni pastori volenterosi, quando entrambi sono costretti in casa sotto minaccia di pene severe, invece si tagli questo esile legame proprio nel triduo pasquale. D’altra parte la via catodica segue sempre e solo la via della preferenza. Il rischio è che nonostante le raccomandazioni suggerite e da suggerire, lo zapping vada completamente altrove. Si tratta di conoscere un poco la dinamica della comunicazione. Amen. DSM.