Qui possiamo cominciare a farci domande. Facciamocele prima di tutto su di noi stessi, come ci esorta a fare il Signore. Noi, oltre a credere nel Signore nei nostri cuori, Gli crediamo con le parole e le opere? Facciamo qualcosa perché lui ci conceda il Suo perdono e la Sua misericordia? Diciamo “Natale” quando ci vietano di farlo? Scrive Re Davide: «le lodi di Dio nella bocca, la spada a due tagli nelle loro mani».
La stessa Messa, lode a Dio in richiesta di grazie, si conclude con ‘Ite, missa est’. Andate, siete mandati, avete una missione. Noi la rispettiamo questa missione? Facciamo opere per il Signore? Che siano digiuni, offerte, testimonianze, caritativa… Noi facciamo tutto quello che è in nostro potere per esaltare in ogni vicolo buio delle metropoli tecnologiche delle anime dei nostri fratelli? Probabilmente, no. Non stupiamoci che in chiesa siamo rimasti in pochi.
Martin Lutero avrebbe voluto che ognuno facesse tesoro di Dio nel proprio cuore, smettesse di operare e, credendo nella grazia, dimenticasse i fratelli. Ma se la vera fede nessuno la difende, nessuno la diffonde, non rimarrà nessuno nemmeno a coltivarla nel proprio cuore. Allora, davvero dovrebbero gridare le pietre. Svegliamoci, è ora. Quando ci viene proibito di nominare quanto si deve santificare, è ora.