«Si alzò» – Grazie ed opere meritorie

Non possiamo limitarci a pregare da soli, oggi serve anche un'azione concreta. Lo afferma lo stesso Catechismo: senza le opere meritorie, nessuno può sperare nella grazia di Dio. Come finisce lo sappiamo già, grazie a Dio. Forse, però, abbiamo dimenticato come ci si giunge a questo finale.

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«Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi…». Come finisce lo sappiamo già, grazie a Dio. Forse, però, abbiamo dimenticato come ci si giunge a questo finale. Il figliolo ottiene la grazia del Padre solo per la sua opera di umiltà.

Secondo il Catechismo della Chiesa Cattolica, «il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c’è santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale. Il progresso spirituale comporta l’ascesi e la mortificazione, che gradatamente conducono a vivere nella pace e nella gioia delle beatitudini». Lo stesso Gesù afferma: «se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua».

Qui possiamo cominciare a farci domande. Facciamocele prima di tutto su di noi stessi, come ci esorta a fare il Signore. Noi, oltre a credere nel Signore nei nostri cuori, Gli crediamo con le parole e le opere? Facciamo qualcosa perché lui ci conceda il Suo perdono e la Sua misericordia? Diciamo “Natale” quando ci vietano di farlo? Scrive Re Davide: «le lodi di Dio nella bocca, la spada a due tagli nelle loro mani».

La stessa Messa, lode a Dio in richiesta di grazie, si conclude con ‘Ite, missa est’. Andate, siete mandati, avete una missione. Noi la rispettiamo questa missione? Facciamo opere per il Signore? Che siano digiuni, offerte, testimonianze, caritativa… Noi facciamo tutto quello che è in nostro potere per esaltare in ogni vicolo buio delle metropoli tecnologiche delle anime dei nostri fratelli? Probabilmente, no. Non stupiamoci che in chiesa siamo rimasti in pochi.

Martin Lutero avrebbe voluto che ognuno facesse tesoro di Dio nel proprio cuore, smettesse di operare e, credendo nella grazia, dimenticasse i fratelli. Ma se la vera fede nessuno la difende, nessuno la diffonde, non rimarrà nessuno nemmeno a coltivarla nel proprio cuore. Allora, davvero dovrebbero gridare le pietre. Svegliamoci, è ora. Quando ci viene proibito di nominare quanto si deve santificare, è ora.

Luca De Zordo

Luca De Zordo

Redattore presso la redazione di Ecclesia Dei.
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