Sopportare i difetti degli altri

Siamo sempre pronti a puntare il dito contro il prossimo, ma dimentichiamo che anche noi siamo peccatori.

Sopportare i difetti degli altri

Siamo sempre pronti a puntare il dito contro il prossimo, ma dimentichiamo che anche noi siamo peccatori.

Thomas Kempis

Quei difetti, nostro od altrui, che non riusciamo a correggere, li dobbiamo sopportare con pazienza, fino a che Dio non disponga altrimenti. Rifletti che, per avventura, questa sopportazione è la cosa più utile per te, come prova di quella pazienza, senza della quale ben poco contano i nostri meriti. Tuttavia, di fronte a tali difficoltà, devi chiedere insistentemente che Dio si degni di venirti in aiuto e che tu riesca a sopportarle lietamente. Se uno, ammonito una volta e un’altra ancora, non si acquieta, cessa di litigare con lui; rimetti invece ogni cosa in Dio, affinché in tutti noi, suoi servi, si faccia la volontà e la gloria di Lui, che ben sa trasformare il male in bene. Sforzati di essere paziente nel tollerare i difetti e le debolezze altrui, qualunque essi siano, giacché anche tu presenti molte cose che altri debbono sopportare.Se non riesci a trasformare te stesso secondo quella che pure è la tua volontà, come potrai pretendere che gli altri si conformino al tuo desiderio? Vogliamo che gli altri siano perfetti; mentre noi non correggiamo le nostre manchevolezze. Vogliamo che gli altri si correggano rigorosamente; mentre noi non sappiamo correggere noi stessi. Ci disturba una ampia libertà degli altri; mentre non sappiamo negare a noi stessi ciò che desideriamo. Vogliamo che gli altri siano stretti entro certe regole; mentre noi non ammettiamo di essere un po’ più frenati. In tal modo, dunque, è chiaro che raramente misuriamo il prossimo come noi stessi. Se fossimo tutti perfetti, che cosa avremmo da patire dagli altri, per amore di Dio? Ora, Dio così dispone, affinché apprendessimo a portare l’uno i pesi dell’altro (Gal 6,2). Infatti non c’è alcuno che non presenti difetti o molestie; non c’è alcuno che basti a se stesso e che, di per sé, sia sufficientemente saggio. Occorre, dunque, che ci sopportiamo a vicenda, che a vicenda ci consoliamo, che egualmente ci aiutiamo e ci ammoniamo. Quanta virtù ciascuno di noi abbia, ciò appare al momento delle avversità: non sono le occasioni che fanno fragile l’uomo, ma esse mostrano quale esso è.


Tratto da: Imitazione di Cristo, C. XVI.

Edoardo Consonni

Edoardo Consonni

Vice-direttore di Ecclesia Dei, ha conseguito il diploma presso il liceo scientifico “Blaise Pascal” di Busto Arsizio. Dottore in Fisica, ha completato gli studi per diventare dottore magistrale presso l’Università degli Studi di Milano.
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