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Storia dell’architettura cristiana: dagli albori all’editto di Milano 313 d.C.

Nel corso dei primi tre secoli di storia della chiesa i cristiani praticavano la loro fede in luoghi molto diversi da quelli che conosciamo oggi. La religione cristiana era infatti oggetto di persecuzioni e, per questo motivo, anche gli edifici di culto dovevano essere nascosti o camuffati per evitare le ritorsioni dei pagani. Le chiese erano comuni case di abitazione che assolvevano alla funzione di luogo di culto. Sempre a causa di queste persecuzioni le chiese non potevano manifestarsi e gli stessi riti non potevano essere svolti pubblicamente. Fu solo con l’editto di Milano del 313 d.C. che l’imperatore Costantino permise questa religione, innestando una rivoluzione anche architettonica nelle chiese dell’epoca.

I primi edifici religiosi erano quindi delle abitazioni private, le quali venivano contrassegnate da simboli come ad esempio il pesce, in greco ΙΧΘΥΣ, ovvero Ἰησοῦς Χριστός, Θεοῦ Υἱός, Σωτήρ, che in italiano è Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore.

Guardando alle fonti bibliche, in particolare agli Atti degli apostoli e alla prima lettera ai Corinzi troviamo che i primi cristiani si riunivano nelle loro case o in alcune zone delle sinagoghe:

  • Presentatisi alla casa di Giasone, cercavano Paolo e Sila per condurli davanti al popolo (Att 17:5)
  • Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case (Att 20:20)
  • Le comunità dell’Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa (1 Cor 16:19)
  • Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore (Att 2:46)
  • Entrato poi nella sinagoga, vi potè parlare liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio (Att 19:8)

Queste case erano chiamate domus ecclesiae o “casa della comunità” ed erano presenti in particolare modo nella Palestina e nel medio oriente del tempo. Interessante notare come nella Cina del 2020 d.C. i cristiani perseguitati si sono ritrovati a rivivere questa tipologia di ambiente per il culto.

La domus ecclesiae più famosa giunta fino a noi è quella di Dura-Europos, nell’attuale Siria: si tratta di una casa riconvertita chiesa intorno al 233-256 d.C., che ospitava una vera e propria distribuzione spaziale di ambienti liturgici in circa 400m2:

Alla chiesa si entrava dall’ingresso in basso a destra (vedi immagine), dal quale si raggiungeva lo spazio centrale della casa, che, come in tutte le case romane dell’epoca, era un giardino a cielo aperto. Da questo spazio centrale ci si poteva dirigere verso il battistero che è la stanza in alto a destra, c’era poi adiacente in alto la stanza dei catecumeni, coloro che non potevano ancora partecipare alla messa e prendevano lezioni di catechismo, infine a sinistra si trovava una capiente stanza, che poteva contenere fino a 100 persone, in cui è presente sulla parete est (quella in basso) un piccolo altare presso cui veniva celebrato il sacrificio dell’eucarestia.

floor plan of a house church

In queste stanze sono stati rinvenuti anche alcuni affreschi di grande rilevanza storica: Gesù che cammina sulle acque, il buon pastore, Adamo ed Eva e la guarigione del paralitico (che troviamo qui nell’immagine sottostante). Questo affresco dal grande valore testimonia come le rappresentazioni di Gesù e degli apostoli fossero già presenti nei primi secoli della cristianità (ndr con buona pace dei luterani).

Appena poco più di 200 anni prima Gesù aveva compiuto questo miracolo, ciò a voler significare che per i discepoli del tempo quella rappresentata era una storia recente, ancora viva nelle loro menti e nei loro cuori.

Nella stessa casa sono stati inoltre trovati frammenti di preghiere eucaristiche in ebraico che sono corrispondenti quasi alla perfezione a quelle contenute nella didachè, opera contente la liturgia dei primi secoli.

È ben comprensibile quindi che gli spazi liturgici erano stati predisposti, già 18 secoli fa:

  • Battistero
  • Chiesa per il rito
  • Aula per i catecumeni (oggi non più presente ma vedremo che nel corso dei secoli è stato  uno degli elementi principali delle chiese)
  • Piccola sacrestia o deposito che si trova alle spalle dell’altare dell’aula principale

Oggi le nostre chiese hanno gli stessi spazi della domus ecclesiae, ciò indica un fedele e costante tramandarsi della tradizione dei primi secoli, ma forme diverse che si sono evolute con il tempo a seconda delle circostanze: il linguaggio formale dell’edificio e la distribuzione degli ambienti sono cambiati, gli spazi invece sono rimasti i medesimi.

Un’altra considerazione che viene spontanea è quella che fa emergere come il cristianesimo, a differenza delle religioni pagane, proponesse un rito che si svolgeva all’interno. Se infatti nei templi pagani il rito era all’esterno perché pubblico e tutti dovevano assistervi, il rito cristiano si svolgeva all’interno per via delle persecuzioni che venivano portate avanti all’epoca. Se nel tempio pagano dunque l’interno era riservato ai sacerdoti e conteneva il tesoro e la statua dell’idolo, nelle domus cristiane l’interno era per tutti i fedeli iniziati. Ancora oggi le nostre chiese, almeno quelle del passato, mantengono una certa chiusura verso l’esterno, memori di questa antica persecuzione.

Non esistono chiese superstiti di questo lontano passato, rimangono solo alcune tracce o rovine in Armenia:

  • il monastero di san Taddeo, che secondo la tradizione risale al 68 d.C., data di martirio di questo discepolo, che tuttavia venne quasi totalmente ricostruita nel XIV secolo.
  • la Cattedrale di Echmiadzin, del 301 – 303 d.C., costruita dopo che Tiridate III di Armenia rese possibile il culto cristiano, ma anche questa fortemente rimaneggiata nel corso dei secoli, non esiste ad oggi memoria di come fosse in origine.

Le chiese e gli edifici religiosi di questa prima fase della storia della Chiesa erano dunque molto modesti e differivano dalle cattedrali o dalle chiese odierne sia per tipologia che per linguaggio formale. L’unico elemento comune é la distribuzione spaziale degli ambienti e la loro eventuale suddivisione.

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