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Ti condurrò nel deserto e parlerò al tuo cuore

Quando si sta in silenzio con il cuore rivolto a Dio avviene quella che S. Francesco chiamava “santa operazione”: uno scambio di ossigeno tra il nostro cuore e lo Spirito Santo.

Per pregare con il cuore c’è bisogno di fare silenzio. Ma perché l’uomo teme il silenzio? Perché nel silenzio – paradossalmente – entriamo in dialogo con due grandi realtà che parlano alla nostra mente e al nostro cuore: la coscienza e Dio. Nel silenzio dunque è possibile mettersi in dialogo con Dio, specialmente nella meditazione della Sua Parola, ed è possibile capire quale sia nella nostra vita la volontà del Signore. Durante la giornata, quando camminiamo o quando facciamo qualsiasi cosa, la nostra mente è invasa da pensieri i quali non sempre sono buoni e retti poiché non vengono sempre da Dio. È quindi cosa buona trovare uno spazio di tempo – giornalmente – in cui sostare in silenzio e lasciare che Gesù parli al nostro cuore, alla nostra anima, invocando lo Spirito Santo affinché ci doni, nel silenzio, il discernimento degli spiriti per fare sempre ciò che è secondo il Cuore di Gesù. Accade, alle volte, che giunge alla mente l’idea di fare qualcosa che di per sé è qualcosa di buono ma, inserita nel contesto che ciascuno vive, non è secondo il Cuore e la volontà di Dio. Il silenzio, esteriore e interiore, penetra nell’anima e con la grazia divina irrompe con un linguaggio capace di sciogliere anche i cuori più induriti. Ora si può contestare quanto ho appena scritto dicendo che anche le filosofie orientali – vedi buddismo, induismo ecc. – praticano il silenzio. Ma vi è una differenza abissale: il silenzio usato in queste pratiche provenienti per di più dal mondo orientale, illudono l’uomo di svuotarsi di sé per far entrare il nulla (ergo il demonio, il nulla non esiste: se non c’è Gesù c’è in nemico e viceversa): non a caso chi fa pratica meditazione yoga, reiki o altro di questo genere ha quasi sempre problemi spirituali di natura diabolica.

Ti condurrò nel deserto e parlerò al tuo cuore
San Francesco nel deserto – Giovanni Bellini (1480 ca)

Il silenzio durante la meditazione e nell’ orazione nel cattolicesimo, invece, educa il fedele a fare silenzio esteriormente, poi interiormente – quindi a liberarsi almeno per il tempo di meditazione di sé e del mondo che lo invade – per poi invocare Dio che riempia la sua anima con la Sua Parola e con la Sua essenza. Quando si sta in silenzio con il cuore rivolto tutto a Dio avviene quella che il Serafico Padre Francesco amava chiamare “santa operazione”: una simbiosi, quasi uno scambio di ossigeno – lasciatemi passare questa metafora – tra il nostro cuore e lo Spirito Santo che viene a visitarci. Se si medita attentamente la Sacra Scrittura, in particolare il Nuovo Testamento, si può notare quale fosse la vita spirituale di Gesù: passava intere notti in preghiera e si alzava di buon mattino per pregare. Gesù si ritira in silenzio per dialogare con Dio Padre. Se non lo facciamo anche noi, che siamo così peccatori, cosa possiamo donare a chi ci sta intorno? Più si prega e si sta in silenzio con Dio, tanto più riceviamo e ci riempiamo fino ad impregnarci del Suo amore in modo da donarLo a coloro che incontriamo. Altrimenti, se non impariamo a stare a “cor ad Cor”, cuore a Cuore con Dio, ad “alzarci di buon mattino” per stare con Gesù, nel mondo portiamo solamente noi stessi, quindi un amore sterile, che prima o poi si fa trasportare dal mondo circostante. San Francesco d’Assisi si ritirava nel silenzio dell’Eremo delle Carceri per stare nel “costato di Gesù” a pregare e a meditare. Un’altra cosa importante da dire è che molte volte – poiché non tutti sono educati a questo – si crede che pregare coincida con recitare tante preghiere, quindi sia un parlare continuo anche se in silenzio o sottovoce. Fare silenzio nella propria anima e meditare le Scritture, i misteri del Rosario o stare semplicemente in silenzio davanti al tabernacolo chiedendo a Gesù che è realmente presente in corpo, anima e divinità di impossessarsi di noi affinché portiamo Lui ovunque andiamo e desideriamo e facciamo solamente ciò che è la Sua volontà. Solo così possiamo essere sempre più conformi a Gesù. Una buona scuola per stare in silenzio con Gesù è nostra Madre, Maria Santissima. Lei è la donna del silenzio per eccellenza, la quale ha amato Gesù al punto di donarlo a noi unendo così la Sua volontà a quella di Dio Padre. Solamente Lei, se le stringiamo la mano senza lasciarla mai, ci è madre e maestra conducendoci, nel Suo umilissimo silenzio, a Suo figlio Gesù che vuole donarci tutto sé stesso. Chiediamo il soccorso nella preghiera silenziosa a Maria, affinché ci aiuti a fare silenzio in noi e a riempirci di Gesù, proprio come ha fatto Lei.

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