Militia est vita hominis super terram. [1]
Molteplici sono le difficoltà che il cristiano incontra nel corso del suo esilio terreno. Il mondo, menzionato come uno dei tre principali nemici del cristiano che desidera salvare la propria anima, coltivando quelle virtù, naturali e soprannaturali, che lo possano conformare progressivamente alla figura di Gesù Cristo.
L’uomo del mondo è diverso dall’uomo nel mondo. Sicchè il primo appartiene a colui che, per primo, aveva osato porsi al pari dell’Altissimo, con quel “Non serviam” che riecheggia ancora nelle oscurità infernali; il secondo, invece, vuole appartenere a Iddio. Il demonio desidera la distruzione del cristiano e della Santa Chiesa.
Il conflitto è, perciò, inevitabile: “persecuti vos fuerint et dixerint omne malum adversum vos mentientes propter me”. [2]
A cagione di questo misfatto, è necessario impugnare la spada e combattere. E’ necessario, cioè, imparare ad essere dei bravi e capaci apologeti. “Propterea accipite armaturam Dei, ut possitis resistere in die malo et, omnibus perfectis, stare.” [3]
Chiediamoci, perciò, quali possano essere gli argomenti che evidenzino lapalissianamente la superiorità assoluta della nostra sacra religione cattolica. Per farlo, useremo tre argomentazioni, la cui efficacia rende testimonianza di quanto la fede cattolica sia eccezionalmente convincente.
1) Argomento de Deo uno et trino
Innanzitutto, partiamo da Dio. Il cattolicesimo professa esplicitamente che in Dio sono tre persone e una sostanza divina. Le tre persone, uguali e distinte, sono tre relazioni sussistenti nella deità. Ita Deus Pater, Deus Filius, Deus Spiritus Sanctus. Et tamen non tres dii, sed unus est Deus. [4] Il dottore angelico è molto chiaro sotto questo aspetto: “[…] sicut relationes in rebus creatis accidentaliter insunt, ita in Deo sunt ipsa essentia divina. Ex quo sequitur quod in Deo non sit aliud essentia quam persona secundum rem; et tamen quod personae realiter ab invicem distinguantur. Persona enim, ut dictum est supra, significat relationem, prout est subsistens in natura divina. Relatio autem, ad essentiam comparata, non differt re, sed ratione tantum, comparata autem ad oppositam relationem, habet, virtute oppositionis, realem distinctionem. Et sic remanet una essentia, et tres personae. [mentre nelle creature le relazioni sono accidenti, in Dio sono la sua stessa essenza. Quindi in Dio l’essenza non differisce in realtà dalla persona; e tuttavia le persone realmente differiscono tra loro. Infatti, come si è detto, persona, significa appunto la relazione come un sussistente di natura divina. Ora, la relazione in rapporto all’essenza non differisce realmente ma solo concettualmente; invece in rapporto alla relazione opposta, in forza dell’opposizione, si distingue realmente. E così si ha un’essenza e tre Persone.] [5]
Ora, la domanda che ci poniamo è la seguente: se la religione cattolica fosse falsa, che bisogno ci sarebbe di dover inventare un Dio strutturato in questo modo? Il pensiero di S. Tommaso denota una straordinaria profondità di ragionamento, di studio, di prospettiva intellettuale.
Perché sarebbe necessario costruire un Dio tripartito con queste relazioni sussistenti, dove esistono delle generazioni e delle processioni? Quale sarebbe l’utilità pratica di questa formulazione? E anche se, a detta dei miscredenti, fossero giri di parole per abbacinare i credenti e impressionarli con parole vuote e mistificherie, perché concepire un sistema teologico così sistematicamente perfetto, mancante in nulla, preciso in tutto?
Nessuna filosofia o credenza religiosa si è spinta fino a questo livello di formulazione. Neanche i più grandi pensatori della storia, come Aristotele o Platone, come Hegel o Kant, sono stati così precisi nel formulare il loro pensiero; e sopratutto, i loro seguaci non sono stati in grado di preservare, tramandare e formare intere generazioni di studiosi di alto livello, tutti orientati nella stessa forma teologica, nonostante la difformità dell’insegnamento accademico (un tomista o un gesuita, ad esempio).
Se guardiamo alle religioni false, noteremo infatti che il concetto che si è instaurato di dio in loro è un concetto estremamente semplificato. L’unica eccezione è l’Ebraismo, che seguendo la Cabala (il corrispettivo della nostra teologica dogmatica) crede nell’esistenza di un essere primordiale sussistente da sé, l’Ensòph, che autocomunicando il proprio essere genera delle emanazioni progressive di sé, i Sèphiroth. In questo caso, però, basta aguzzare lo sguardo per intravedere le notevoli contraddizioni in seno a questa formulazione dogmatica della divinità.
Dio Uno e Trino, Padre e Figlio e Spirito Santo, possiede una struttura che l’intelletto umano faticherebbe anche a pensare e costruire. Inoltre, se la religione cristiana fosse un prodotto umano (e quindi sarebbe costruita con una logica umana), perché pone alla base dell’atto creativo l’amore di Dio gratuito, che crea per puro amore di Se stesso, e che vedendo le creature umane ribellarsi, mandi Se stesso nella persona del Figlio, per morire e riscattare una colpa infinita diretta contro di Lui?
Questo, in un’ottica umana, sarebbe completamente assurdo. Perchè introdurre tutti questi artifici così complessi? Come sarebbe possibile anche solo pensare una struttura organica di una credenza religiosa in questo modo? La risposta è semplice: l’origine della religione cattolica non è umana, bensì divina. Essa è infatti, una religione rivelata. Perché Dio dovrebbe avere desiderio di voler rendere partecipi gli uomini della sua vita divina, tramite la vita di grazia? Anche questo pensiero non può essere inventato dall’uomo, per il semplice fatto che l’uomo, per sua natura, non può cogliere e sopratutto concepire questo tipo di teologia. Tutta la teologia cattolica è, insomma, troppo complessa e troppo perfetta per poter avere una origine umana.
2) Argomento de Sancta Missa et Sacramenta e Argomento de sapientia
La religione cattolica possiede uno strumento di infinita potenza, che nessuna altra religione può vantare: la Santa Messa, il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo offerto sui nostri altari sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce. Inoltre, l’esistenza dei Sacramenti rappresenta un altro caposaldo della religione cattolica, che utilizza questi segni efficaci della grazia per poter santificare l’anima dei propri fedeli, ordinare la vita mondana, preparare la vita eterna e il trapasso dell’anima del cristiano. Se Cristo, sebbene esistito storicamente, fosse stato il fondatore di una setta religiosa, e non fosse stato Dio, perché avrebbe avuto necessità di proclamarsi Dio, e di istituire i Sacramenti, in questo ordine, con questa logica, che noi riscontriamo nella Dottrina e nella teologia sacramentale? Quale la motivazione dietro l’istituzione dell’Eucaristia o del Matrimonio? Perché fornire un mezzo al peccatore per poter ricevere la grazia mangiando il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo? Quale economia dal postulare la presenza sostanziale di Dio sotto le specie del pane e del vino? Quale economia nel limitare il libertinaggio sfrenato degli uomini nel rapporto di coppia? Sarebbe controproducente per il controllo degli aderenti alla setta, il negargli gli istinti degli appetiti della concupiscenza. Sarebbe controproducente obbligarli a partecipare al sacrificio della Santa Messa, la cui offerta sarebbe poi infinita e non finita: ma quale sarebbe lo scopo dell’istituzione di questa pratica? Sarebbe stato sufficiente formulare la preghiera, come le altre religioni. Invece no: la religione cattolica è divina. E queste domande fanno comprendere quanto sia profondo lo sguardo di Dio.
Inoltre, ci rendiamo conto che certi confessori e dottori hanno chiaramente dimostrato capacità di produzione scritta e orale fuori da ogni possibile logica. S. Tommaso d’Aquino, S. Giovanni Bosco, S. Agostino, il Tanquerey, S. Caterina da Siena: sono chiari esempi di studiosi, il cui pensiero è talmente solido e complesso, che ognuno può legittimamente chiedersi se questo loro lavoro sia stato solo umano o ispirato da Dio. Lo stesso si può dire per i grandi Papi dell’ottocento, di un S. Leone Magno, di un cardinale come S. Roberto Bellarmino e di un vescovo come S. Alfonso Maria de’ Liguori (si pensi all’Opera Omnia del primo e alla Theologia Moralis del secondo). Si pensi ai dottori mistici come S. Giovanni della Croce e S. Teresa d’Avila. Insomma: come non denotare la perfezione nella loro trattazione sistematica delle discipline trattate, come non intravedere la perfezione della Verità rivelata nei loro scritti e nello spessore di questi personaggi, denotati poi da una condotta di vita perfettamente allineata a quella di Gesù Cristo?
3) Argomento de Martyrio et Castitate e Argomento escatologico
Se la religione cattolica fosse emanazione di un pensiero umano, e non fosse consolidata su una base divina e una convinzione soprannaturale, perché essa avrebbe generato un numero impressionante di martiri e di persone consacrate alla castità perpetua?
Quale matto si farebbe uccidere per non rinnegare la propria fede? Quale vergine si farebbe torturare, seviziare ed uccidere per non rinnegare la propria fede? Quale pazzo sarebbe in grado di offrire la propria vita alla preservazione del proprio corpo ed anima da ogni macchia di impurità? Quale giovane donna sarebbe così abbacinata da volersi chiudere in un monastero fino alla fine dei suoi giorni?
Quale sarebbe, poi, la motivazione logica dietro una persecuzione condotta contro dei cattolici, che predicano tutto eccetto l’odio? La persecuzione contro i cattolici è sempre ingiusta, sempre veicolata con inganni, frodi, violenza e con grande desiderio di vendetta. Come non notare l’odio cieco di Lucifero e dei demòni dietro questa azione pragmatica? Un odio dettato da una frustrazione insanabile, condotta contro chi opera il bene e segue Dio. Un odio non umano, ma ostinato da un intelletto angelico decaduto.
Infine: quale religione, eccetto quella cristiana, proclama il disprezzo della vita terrena per una vita ultraterrena da doversi guadagnare nel corso temporale della prima? Il cristianesimo cattolico è unico nel suo genere: concepisce l’ al di là non come realtà opposta a quella mondana, né pienamente conforme, ma come mista tra queste due.
Il cattolicesimo insegna la divinizzazione della sofferenza, il perdono del nemico e del carnefice, l’offerta della ingiustizia, la preghiera per il persecutore: annuncia un messaggio che non esclude nessun uomo, e che insegna a rinnegare se stessi per abbracciare la sofferenza, concepita come un dono di Dio per l’espiazione del peccato e della pena ascritta ad esso. Il cattolicesimo vede la morte come un mezzo, non come un fine, e vede in essa addirittura un inizio: e nella sofferenza delle ultime agonie, una occasione per rendere gloria a Dio e espiare le proprie colpe tramite la sofferenza vicaria in Cristo. La Chiesa, poi è corpo reale di Cristo: quando il cristiano soffre, soffre in Cristo. Esiste un legame sostanziale tra l’uomo e Dio nella sofferenza. Quale altra religione umana sarebbe capace di partorire un apparato così fuori da ogni logica umana?
L’ebraismo e l’islam, ad esempio, non negano i piaceri della vita terrena, e sviluppano l’escatologia del loro apparato filosofico sul dominio terreno, sulla prospettiva orizzontare dell’esistenza materiale.
Questi ed altri argomenti dimostrano chiaramente che l’origine soprannaturale del cattolicesimo è facilmente osservabile da tutti: noi siamo perciò chiamati a cogliere questa profondità di sguardo, per poterci difendere dalle insidie dei nostri nemici, che sono nemici della fede cattolica. L’imperativo è sempre lo stesso: agere contra per diametrum, usque da mortem.
“Il Cristianesimo è la religione assoluta, valevole per tutti gli uomini e per tutti i tempi, insuperabile, avente valore unico ed esclusivo. Questa affermazione, per gli avversari, suona ingenuità e stoltezza, presunzione e intolleranza (…) Il Cristianesimo pretende di essere la religione assoluta non soltanto nel senso che gli spetta il riconoscimento universale, ma nel senso che ha valore unico ed esclusivo. Esclude il diritto equivalente di altre religioni, anzi nega persino la possibilità di poter essere superato da un ulteriore e superiore sviluppo religioso. Le parole relative alla Chiesa, unica via di salvezza, non rappresentano pertanto una dura grettezza, una spietata esclusione ed una arrogante presunzione, ma significano fedeltà al mandato divino, beneficio per l’umanità, grave dovere e responsabilità per la Chiesa medesima (…) Essa è l’ampia corrente, che il movimento partito da Cristo ha portato e continua a portare attraverso i secoli. Le altre Chiese sono rigagnoli, staccatisi da questa corrente e che, in quando non sono ancora insabbiati ed inariditi, oppure tornati a rifluire nel grande alveo, non possono competere con essa né in pienezza esterna, né in dinamismo interno “ [6]
Note
- Gb. 7, 1.
- Matth. 5, 11.
- Eph. 3, 13.
- Symbolum Quicumque
- Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, I (anche II-I), q. 39, a. 1, co
- Albert Lang, Fundamentaltheologie, 1959