Tutte le ferite di Gesù si ritrovarono unite nel suo cuore

Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.

Giovanni 19,31-34

Le sofferenze di Gesù erano terminate ma non quelle della Vergine Maria che fu costretta ad assistere a quel angosciante spettacolo in cui uno dei soldati si avvicinò alla Croce, diede un colpo di lancia e apri il costato del suo Divin Figlio. Per la Vergine Maria questo fu un nuovo dolore: contemplò quell’atto spietato e senti trapassare dalla stessa lancia il suo Cuore.

Poi Gesù venne calato dalla croce e la Madre poté finalmente riabbracciare suo Figlio. Con il Cuore spezzato dal dolore, contemplò quelle sacre membra insanguinate e rivide nella mente il suo Gesù come un tenero bambino vezzoso.

«Era uno spettacolo commoventissimo: essi usavano gli stessi riguardi, le stesse precauzioni, come se avessero avuto paura di procurare a Gesù qualche dolore e riversarono su quel corpo tutto l’amore, tutta la venerazione che avevano avuto per questo Santo dei santi durante la sua vita. Tutti i presenti avevano gli occhi rivolti al Salvatore e ne seguivano tutti i movimenti, e ad ogni istante levavano le braccia al cielo, versavano lagrime ed esprimevano in cento modi il loro dolore. Però tutto si svolgeva con la massima calma e coloro che lavoravano, presi da rispetto involontario, come gente che partecipava a una santa cerimonia, non rompevano il silenzio che raramente e a mezza voce, per avvertirsi e aiutarsi […]. Quando il Corpo fu disceso, venne avvolto dalle ginocchia alle anche, e deposto fra le braccia della Madre, ch’Ella aveva tese verso di Lui, piena di dolore e di amore».

Una delle celebri visioni della beata Caterina Emmerich

La Vergine Maria è seduta, appoggiata alla Croce, addolorata ma sempre presente a se stessa, con il Figlio poggiato sulle sue ginocchia. Adesso lo contempla in tutte le sue ferite, le sue piaghe, i suoi lividi, rivedendo al vivo gli immensi patimenti del Figlio, che, come dice San Bonaventura, adesso Maria avverte come frecce che la trafiggono tutte insieme nell’anima: «Le singole ferite sparse per il corpo di Gesù – scrive san Bonaventura – si ritrovano tutte insieme unite nel cuore di Lei».

Ci sono stati Santi e Sante nella storia che a volte svenivano nel meditare sulla Passione di Gesù e sui dolori della Vergine Maria. Immaginiamo cosa poté provare Lei che fu lì presente con il corpo di Gesù sulle sue ginocchia. Dolore indicibile e ineffabile!

Mi unisco a te, Maria addolorata, nella ferita del tuo tenero cuore quando il sacro Fianco di Gesù è stato perforato dalla lancia. Cara Madre, per il tuo cuore allora tanto trafitto ottienimi la virtù della carità fraterna e il dono della comprensione. Ave Maria…

Eja Mater, fons amoris, me sentire vim doloris, fac ut tecum lugeam…
Iuxta crucem tecum stare et me tibi sociare in planctu desidero…
Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria . Amen.

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