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Una nuova casa per la Nostra Regina

La crescita esponenziale della Fraternitas Sacerdotalis Sancti Pii Decimi (F.S.S.P.X.), che colpisce giorno dopo giorno il mondo cattolico, ha prodotto un altro frutto di pregiata qualità, di profondità spirituale immensa, di ricchezza artistica estremamente sublime.

Non siamo abituati ad assistere alla costruzione di chiese belle, che siano in continuità con la bellezza artistica, architettonica scaturite dalle meraviglie gotiche e romaniche. Le Chiese moderne, infatti, fatta eccezione di pochi edifici, rappresentano autentici vituperi oltraggiosi, che riflettono di fatto quella insufficienza di fede interna, che ha colpito la stragrande maggioranza dei cattolici del XXI secolo.

Non è questo il caso del nuovo progetto, lanciato dal distretto americano della FSSPX, che prevede la costruzione di una chiesa di enormi proporzioni per la comunità di St.Mary, nel Kansas (USA). Come tante parrocchie post-conciliari, prima che la parrocchia di St.Mary fosse data in mano alla fraternità fondata da mons. Lefevbre, essa era divenuta un punto morto. Da quando un incendio, provocato da un impianto elettrico difettoso, aveva distrutto la cappella dell’Immacolata l’8 novembre 1978, la più grande comunità della FSSPX negli Stati Uniti non aveva più avuto una struttura ecclesiastica completamente realizzata.

Come sarà la nuova Chiesa costruita dalla FSSPX

Tuttavia, l’elevatissimo numero di fedeli che segue la parrocchia gestita dalla San Pio X e la presenza di un nucleo di formazione ascritto alla parrocchia (scuole dell’infanzia, college e scuole superiori) gestito per intero dalla FSSPX, è stato il principale motore che ha suscitato nei membri della Fraternità il desiderio di costruire una nuova chiesa. Una chiesa dedicata alla Immacolata Vergine madre di Dio, di cui la parrocchia porta con onore il nome.

E’ giunto il momento di costruire una Chiesa che sia degna dell’Immacolata” ci riferisce Fr. Patrick Rutledge, rettore di St.Mary e colonna portante del head team dietro questo progetto epocale.

La nuova Chiesa, il cui costo si aggira attorno ai 30 milioni di dollari, seguirà fedelmente lo stile architettonico tradizionale delle più grandi cattedrali della cristianità. David Heit, architetto capo del progetto, dice che la struttura sarà ispirata a nomi come S.Giovanni in Laterano, S.Maria Maggiore: insomma, chiese di un certo livello architettonico.

La Chiesa di St.Mary sarà in grado di ospitare fino a 1500 posti, presenterà due campanili frontali dotati di 5 campane complessive e alte 33 metri, presenterà, in corrispondenza dell’abside, una cupola con una statua della Beata Vergine, alta 3.5 m e rivolta verso St.Mary, come una madre che guarda benevolmente i suoi figli.

Fr. Patrick Rutledge, rettore di St.Mary, e Fr. Jurgen Wegner, superiore del distretto U.S.A. della FSSPX, pongono la croce sul luogo dove sorgerà la Chiesa

Sei saranno le cappelle complessive: una come reliquiario, una per il battistero, uno dedicata al Sacro Cuore, una dedicata alla Beata Maria Virgo Perdolens, una a S.Giuseppe e una, ovviamente, al grande S.Pio X, patrono della FSSPX.

Il costo, però, non spaventa: con grande sorpresa, infatti, quasi i 2/3 del costo totale è già stato coperto tramite donazioni. Una autentica testimonianza di come, quando si faccia del cattolicesimo, l’aiuto perviene, i fedeli accorrono e si mettono in gioco. Sopratutto i giovani, che nella FSSPX sono in grande numero, statistica condivisa non solo dal distretto americano della fraternità.

Un progetto, insomma, che sarà segno visibile di una ricrescita. La FSSPX da anni porta avanti un lavoro imponente di formazione di nuove generazioni, fedeli alla dottrina cattolica, fedeli che sono ben consapevoli del fatto che qualcosa è andato storto negli ultimi sessant’anni nella Chiesa.

Immaginiamo i volti divertiti della curia, quando pochi sacerdoti della fraternità si saranno recati per chiedere l’adozione della cura di questa parrocchia, quasi 50 anni fa. Mai avrebbero immaginato che gli stessi “pochi scismatici” avrebbero compiuto una tale opera, che per molti nostalgici della societas cristiana rappresenta un faro di speranza.

Si: occorre constatare infatti che, mentre ci sono diocesi che colano a picco perchè private di senso cristiano e di senso di fede autentica, qua abbiamo tra le mani un progetto che per il modernismo di Roma sarebbe “impensabile, poco ecumenico, superfluo”.

Sarebbe giudicato da molti vescovi diocesani, sopratutto italiani, come “barocchismo lefevbriano”, pronunciato con stizza a denti stretti per nascondere il bruciore di stomaco. Certo! Criticano loro, che hanno perso un numero esorbitante di fedeli, che hanno edulcorato la fede con un esistenzialismo ultra-laicista autoreferenziale, che trattano la Liturgia come “ufficio superfluo” e che trattano l’Eucaristia come cibo mondano, come delle patatine da distribuire, neanche osando difendere la dottrina della Chiesa, anzi adeguando tutto al volere del mondo.

La Chiesa del post-concilio decresce rovinosamente, dando la colpa ai tempi, quegli stessi tempi che invece i Dotti Padri Conciliari lodavano, con il placet di Roncalli e Montini. Mentre la Fraternità, contro ogni previsione modernista, cresce. Sicuramente, procurando molto fastidio: come le parole di Cristo procuravano fastidio ai Giudei, e si sa come è andata a finire.

E’ un dato di fatto da non sottovalutare, quello della crescita. Mentre l’Europa è in rovina, le chiese si svuotano lentamente, i giovani corrono lontano dai sagrati per imbracciare le tenebre del laicismo anticristiano, tantissimi sacerdoti appendono le talari al chiodo, si sbizzarriscono nello sfregiare le chiese con liturgie imbarazzanti, modi di fare altrettanto esecrabili e con programmi pastoral-ecumenici che pensano alla vita naturale e non a quella soprannaturale.

Ecco.

Qui c’è qualcuno che ancora fa del cattolicesimo. Che ancora pensa alla metafisica, al trascendente, e che costruisce per Dio il meglio, solo il meglio, a maggior Gloria di Lui, a felicità dei propri fedeli. In continuità con il compito lasciato da Mons. Lefevbre, il cui motto prende forma nella grandezza di questo progetto.

E sarà quindi sulle possenti colonne di questo nuovo capolavoro architettonico, che la Beata Vergine Maria porrà di nuovo la Sua dimora.

Un modello per quei pochi cattolici che, oggi, osano ancora definirsi tali.

A DIO, IL MEGLIO!

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