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“Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”

Spesso ci siamo domandati per quale motivo gli ebrei non hanno accolto Gesù come il Messia. La risposta che ci viene data sin da quando siamo ancora bambini è che gli ebrei si aspettavano un Messia combattente, un guerriero che li avrebbe liberati dalla conquista dei romani. Effettivamente il Messia, per gli ebrei, sarebbe stato colui che, inviato da Dio, avrebbe liberato il popolo ebraico introducendo una nuova era di pace e di felicità fra gli uomini. Infatti dice la Sacra Scrittura: “Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Isaia 2:4).

In linea principale va detto che il motivo fondamentale per cui gli ebrei rifiutano Cristo è l’affermazione della sua divinità. Questo è stato poi il motivo che li ha determinati a consegnare Gesù a Pilato per la crocifissione.

“Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». «Tu l’hai detto – gli rispose Gesù -; anzi io vi dico: d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo seduto alla destra della Potenza e venire sulle nubi del cielo».
Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!»”
(Mt 26,63-66)

Gesù però, che da Maestro quale egli era, insegnava i Testi Sacri, conosceva perfettamente quanto aveva detto Isaia. Già ben nove secoli prima, Isaia aveva infatti profetizzato che l’era messianica, sarebbe avvenuta attraverso il sacrificio cruento del Messia stesso, vero e proprio “Servo Sofferente”. Isaia si era infatti così espresso: “Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. E’ stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca. Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori e non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. Fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte. Ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. Il Figlio dell’Uomo deve essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno” (Isaia 53).

Anche il Profeta Daniele aveva fatto una profezia: “Un Unto (un Messia) sarà soppresso, nessuno sarà per lui” (Daniele 9,26). Quindi è evidente che la figura di un Messia che avrebbe dovuto soffrire e morire per redimere il Popolo di Israele, era già ben nota non solo a Gesù, bensì agli ebrei, ben prima della sua venuta. Tuttavia questa visione risultava piuttosto confusa nell’immaginario collettivo: come sarebbe stata possibile infatti un’epoca di pace e di giustizia sociale, senza che prima non si abbattesse con le armi il giogo della crudele dominazione romana? E come sarebbe stato possibile ciò, senza l’arrivo di un condottiero forte e vincente, piuttosto che di una figura destinata ad essere uccisa con ignominia? Anche i discepoli non riuscivano a capire il concetto di Messia che aveva in mente il loro Maestro, tanto che quando glielo spiegò, dicono i Vangeli, “essi furono molto rattristati“.

Torniamo alla domanda iniziale: perché gli ebrei non lo hanno accolto?
Per dare una risposta più completa bisognerebbe chiedere a un ebreo, ecco perché mi sono ispirato al sito della comunità ebraica di Bologna che riporta un vademecum che non dà certamente risposte né approfondite né erudite ma che comunque è sufficiente a spiegare quali sono i motivi:

  • a) Prima di tutto gli ebrei sono convinti che Gesù non ha portato la pace nel mondo come avrebbe dovuto fare il Messia ma le guerre e le violenze sono continuate come prima;
  • b) Secondo, per gli ebrei il concetto di figlio di Dio ed il concetto di Trinità si scontrano con la concezione assolutamente monoteistica dell’ebraismo.
  • c) L’idea poi del sacrificio umano in funzione di salvezza non è per gli ebrei conciliabile con l’ebraismo, tenendo anche presente che nella Torà è espressamente vietato il sacrificio umano. A sostegno di questa tesi ricordano che Dio fermò la mano di Abramo che stava per sacrificare suo figlio Isacco.

Questi sono i tre principali motivi su cui vi lascio meditare e ricercare una risposta contrastante; cioè noi cristiani davanti a un ebreo sapremmo difendere la nostra fede e ciò in cui crediamo?

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