Via Crucis | Stazione V-VI-VII-VIII

Pio Esercizio delle Via Crucis. Stazione V-VI-VII-VIII a cura di Gabriele Laganaro.

Pubblicato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel 2002, il Direttorio su pietà popolare e liturgia tratta della Via Crucis in cinque articoli, dai quali sono tratte le citazioni seguenti. Esse non riportano integralmente il testo del pronunciamento curiale, ma solo quei passaggi dallo scrivente giudicati maggiormente significativi. Durante tale devozione «i fedeli ripercorrono con partecipe affetto il tratto ultimo del cammino percorso da Gesù durante la sua vita terrena» (art. 131). 

«Nella sua forma attuale, attestata già nella prima metà del secolo XVII, la Via Crucis, diffusa soprattutto da san Leonardo da Porto Maurizio, approvata dalla Sede Apostolica e arricchita da indulgenze, consta di quattordici stazioni». 

(art. 132)

«Nel pio esercizio della Via Crucis confluiscono pure varie espressioni caratteristiche della spiritualità cristiana: la concezione della vita come cammino o pellegrinaggio; come passaggio, attraverso il mistero della Croce, dall’esilio terreno alla patria celeste; il desiderio di conformarsi profondamente alla Passione di Cristo; le esigenze della sequela Christi, per cui il discepolo deve camminare dietro il Maestro, portando quotidianamente la propria croce». 

(art. 133)

«La Via Crucis è pio esercizio relativo alla Passione di Cristo; è opportuno tuttavia che esso si concluda in modo tale che i fedeli si aprano all’attesa, piena di fede e di speranza, della risurrezione; sull’esempio della sosta all’Anastasis al termine della Via Crucis a Gerusalemme, si può concludere il pio esercizio con la memoria della risurrezione del Signore». 

(art. 134)

«La scelta del testo, tenuto conto delle eventuali indicazioni dei Vescovi, dovrà essere fatta tenendo presenti soprattutto la condizione dei partecipanti al pio esercizio e il principio pastorale di contemperare saggiamente continuità e innovazione. In ogni caso saranno da preferire testi in cui risuoni, correttamente applicata, la parola biblica e che siano scritti in un linguaggio nobile e semplice». 

(art. 135)

Titolare di una cappella lungo la Via dolorosa gerosolimitana risalente alla fine del XIX secolo, Simone di Cirene, «padre di Alessandro e Rufo» (Mc 15, 21), compare nella quinta stazione della Via Crucis come l’aiutante di Nostro Signore nel portare la pesante Croce. «Accompagnando Gesù e condividendo il peso della croce, il Cireneo ha capito che era una grazia poter camminare assieme a questo Crocifisso e assisterlo» ha scritto l’allora cardinale Joseph Ratzinger in occasione della Via crucis al Colosseo del 2005 «Ogni volta che con bontà ci facciamo incontro a qualcuno che soffre, qualcuno che è perseguitato e inerme, condividendo la sua sofferenza, aiutiamo a portare la croce stessa di Gesù. E così otteniamo salvezza e noi stessi possiamo contribuire alla salvezza del mondo». 

La sesta stazione della Via Crucis ci presenta Veronica che asciuga il volto di Gesù: «All’inizio Veronica vede soltanto un volto maltrattato e segnato dal dolore. Ma l’atto d’amore imprime nel suo cuore la vera immagine di Gesù: nel Volto umano, pieno di sangue e di ferite, ella vede il Volto di Dio e della sua bontà, che ci segue anche nel più profondo dolore. Soltanto con il cuore possiamo vedere Gesù. Soltanto l’amore ci rende capaci di vedere e ci rende puri. Soltanto l’amore ci fa riconoscere Dio che è l’amore stesso». 

Tre in totale furono le cadute di Nostro Signore durante il percorso lungo la Via Dolorosa: nella presente sede, l’interesse si rivolge in particolare alla seconda caduta, meditata nella settima stazione. «La tradizione della triplice caduta di Gesù e del peso della croce richiama la caduta di Adamo e il mistero della partecipazione di Gesù alla nostra caduta. Il Signore porta questo peso e cade e cade, per poter venire a noi; egli ci guarda perché in noi il cuore si risvegli; cade per rialzarci». 

In conclusione di questo articolo, in attesa che la meditazione sulla Passione di Gesù Cristo riprenda in un successivo articolo, dedichiamo qualche parola all’ottava stazione durante la quale Gesù incontra le donne di Gerusalemme che piangono su di lui. «Sentire Gesù, mentre rimprovera le donne di Gerusalemme che lo seguono e piangono su di lui, ci fa riflettere» ci dice colui che qualche tempo dopo sarebbe divenuto Sommo Pontefice della Chiesa cattolica con il nome di Benedetto XVI. «Guardando alle sofferenze del Figlio vediamo tutta la serietà del peccato, vediamo come debba essere espiato fino alla fine per poter essere superato. Il male non può continuare a essere banalizzato di fronte all’immagine del Signore che soffre. Anche a noi egli dice: “Non piangete su di me, piangete su voi stessi, perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”».

Gabriele Laganaro

Redattore della sezione Spiritualità. Ha conseguito il diploma di maturità scientifica presso il liceo scientifico statale Orazio Grassi di Savona. Attualmente studia filosofia presso l'università degli studi di Genova.
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