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Santa Zita vergine di Lucca

Amata e venerata dai lucchesi, Santa Zita rappresenta una delle figure della città. La sua vita, il suoi sacrifici e la sua forte devozione sono esempi chiari per i cristiani che si recano a venerare il suo corpo all’interno della Basilica di San Frediano.

Amata e venerata dai lucchesi, Santa Zita rappresenta una delle figure della città. La sua vita, il suoi sacrifici e la sua forte devozione sono esempi chiari per i cristiani che si recano a venerare il suo corpo all’interno della Basilica di San frediano. Ma il suo culto non si ferma solo a Lucca, in tutta Italia e nel mondo sono sparse chiese a lei intitolate. Zita nacque ne 1218 a Monsagrati, un paese nei pressi di Lucca. Non sappiamo molto sulle sue origini, la sua era una famiglia umile ma caratterizzata da una forte fede cristiana che sicuramente ha caratterizzato l’insegnamento nella giovinezza della Santa.

A causa delle scarse disponibilità economiche della sua famiglia, Zita venne mandata a soli dieci anni in centro storico per diventare domestica di un’importante famiglia lucchese: i Fatinelli. Nonostante la sua giovane età la sua vita era caratterizzata da faticosi lavori domestici nella casa che serviva, e dalla costante e profonda preghiera. Questo la fece diventare un ottima lavoratrice e subito tutti si affezionarono a lei per la sua generosità e per il suo altruismo. Possedeva nella sua stanza solo il minimo indispensabile per sopravvivere, donava tutto quello che non era necessario ai poveri. A quest’ultimi dedicava il suo tempo libero accudendoli e sfamandoli.

Proprio all’interno della casa Fatinelli avvennero i primi miracoli, opera della Santa.

Santa Zita vergine di Lucca
Il pozzo di Santa Zita

Tra tutti i miracoli che sono attribuiti a Santa Zita vi è uno in particolare, il più famoso: quello che, a partire dai bambini, ogni lucchese conosce e rimembra ogni volta che la sente nominare; Zita infatti, durante le giornate di lavoro da domestica, era solita portare gli avanzi di cibo che venivano scartati dal convivio della famiglia ai poveri della città. Queste sue azioni caritatevoli, erano sintomo di invidia per le altre domestiche poiché ella, al contrario loro, era amata e stimata da tutti in città. Per questo insinuarono al padrone che in realtà Zita rubasse il cibo dalla sua mensa, così un giorno quando il padrone la vide passare con il grembiule colmo di viveri le chiese cosa stesse facendo, lei rispose che stava portando dei fiori, e quando lui era deciso a stanarla e a punirla per le sue azioni trovò realmente dei fiori.

Un altro miracolo, altrettanto importante, rappresenta il legame che c’è tra la santa e la Basilica di San Frediano dove infatti giacciono le sue spoglie: la sera di Natale Zita doveva recarsi in basilica per partecipare alla Messa e, visto il gran freddo, la padrona le prestò una pelliccia. Quando la Santa arrivò alla porta laterale di San Frediano si trovò dinnanzi ad un povero tremante dal freddo che chiedeva elemosina a coloro che avrebbero partecipato alla Messa. Senza indugio Zita gli prestò la pelliccia e disse che l’avrebbe ripreso al termine della celebrazione. Ma quando questa terminò, la Santa continuò a pregare senza accorgersi dello scorrere del tempo. Quando si rese conto dell’ora ed uscì non trovò più il povero davanti all’uscita. Zita dovette quindi tornare a casa e dovette subirsi i rimproveri della padrona per non aver riportato la pelliccia. Il giorno dopo, uno straniero bussò alla porta della casa e, appena aperto il portone, tutti rimasero esterrefatti nel vedere d’innanzi ai loro occhi il poverello con la pelliccia che gli aveva prestato la Santa intento a restituirla.

Mentre si stava allontanando dal portone, i presenti videro un forte bagliore circondare la figura del povero e solo in quel momento compresero che non era un uomo ma bensì un angelo del Signore. Per questo motivo la porta laterale della Basilica di San Frediano viene definita come “porta dell’angelo”.

Dopo questi, si verificarono altri miracoli attribuiti alla Povera Domestica che trascorse tutta la vita a servire la famiglia e ad aiutare i poveri finché non si addormentò in attesa della vita eterna il 27 aprile del 1278.

Nell’esatto momento del “Dies Natalis” di Santa Zita, tutte le campane della città iniziarono a suonare miracolosamente. Quest’ultimo fatto venne considerato dai lucchesi come ulteriore prova della santità di Zita insieme ai fatti che hanno caratterizzato la sua vita, tanto da suscitare in loro un forte desiderio di protezione e venerazione nei confronti di quella che subito e senza indugi venne definita Santa Zita.

Col passare dei secoli sono andate perdute quasi tutte le campane “che liete suonarono” il 27 aprile del 1278 fatta eccezione di pochi bronzi. Tra quest’ultimi si trova la campana “mezzanella” del “doppio” della Basilica di San Frediano che tuttavia risulta essere crepata a partire dagli anni 80 dello scorso secolo ed è quindi inutilizzabile. Nel 2020, visto l’enorme significato che questa campana porta da una vita di quasi 800 anni (è stata infatti fusa da Giovanni Pisano nel 1273) il Rettore della Basilica e Vicario dell’Arcidiocesi ha deciso la realizzazione di una copia identica in tutto e per tuto all’originale. In questo modo, uno dei Sacri Tocchi che annunciò miracolosamente la nascita al cielo di Santa Zita potrà risuonare ancora per le nuove generazioni della città nei secoli futuri.

Santa Zita vergine di Lucca
Il corpo miracolosamente incorrotto della santa

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