
Per una Novena cattolica
Siamo nei giorni della Novena in preparazione al Santo Natale. Ma anche in questi giorni i nostri occhi e orecchie di liturgisti e di cattolici inorridiscono di fronte a certe trovate.
Siamo nei giorni della Novena in preparazione al Santo Natale. Ma anche in questi giorni i nostri occhi e orecchie di liturgisti e di cattolici inorridiscono di fronte a certe trovate.
L’incarnazione del Signore, che, fra poco, contempleremo nel Natale, ci spinge a porci una domanda: perché un bambino è tanto importante per noi? Non potrebbe la storia fare a meno di un desolato parto in una grotta di Betlemme per procedere? Assolutamente no.
Paura del domani, paura dell’oggi, paura degli altri, paura della solitudine, paura della morte, paura di aver paura…siamo una generazione di uomini e di donne dominati dalla paura. Cos’è il Natale se non proprio la certezza che arriva Gesù e ci porta il suo amore?
La Chiesa ci propone nove passi verso Betlemme per rinnovare il nostro stupore dinanzi al Mistero del Natale e prepararci ad accogliere Dio che nasce uomo da Maria nella grotta di Betlemme, nella notte in cui gli angeli cantano “Gloria a Dio, pace agli uomini amati dal Signore”.
Ogni vigilia si proietta su un domani e non tutte le vigilie sono gioiose, alcune sono caratterizzate dalla paura, dall’angoscia: quando prevediamo una brutta notizia, quando aspettiamo che qualche “autorità” decida il nostro destino.
La celebrazione della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo è introdotta dal canto della Kalenda. Sebbene essa sia spesso utilizzata come prodromo alla Messa della notte, essa si trova in realtà nel Martirologio dell’Ora Prima del 24 dicembre.
Il versetto iniziale del Gloria, infatti, indica il canto degli angeli a Betlemme e proprio per questo è opportuno che a Natale il Gloria costituisca un “rito” a sé dove il popolo di Dio, attraverso il canto, acclami la nascita di Nostro Signore Gesù.
Le prime rappresentazioni grafiche della Natività di Gesù provengono dai sarcofagi di Roma e della Gallia, intorno al 350 D.C. e soprattutto nelle catacombe di Roma, dove venivano spesso decorate le pareti dei cunicoli sotterranei e delle volte con dipinti a tema religioso.
I pastori furono i primi testimoni. Perché il messaggero divino si rivolge ai pastori, o se vogliamo perché i pastori sono i primi a ricevere il lieto annuncio? Il popolo è di Dio, e Lui si rivela ai piccoli, gli ultimi, ai più semplici.
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