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I due Pontefici denunziano l’apostasia

Bisogna convenirne. Il linguaggio energico di Pio X fa seguito ai gravi avvertimenti di Leone XIII. È l'apostasia in marcia che i due Pontefici denunziano con perspicacia e fermezza affatto apostolica L'apostasia! profetata da S. Paolo.

Mons. Agostino Lemann

Bisogna convenirne. Il linguaggio energico di Pio X fa seguito ai gravi avvertimenti di Leone XIII. È l’apostasia in marcia che i due Pontefici denunziano con perspicacia e fermezza affatto apostolica L’apostasia! profetata da S. Paolo. Non si tratta, infatti, sia nel linguaggio dell’Apostolo, sia in quello dei Romani Pontefici, d’un’apostasia, cioè di una defezione parziale, limitata, ma, secondo l’espressione energica del greco, l’apostasia!,  coll’articolo definitivo, cioè l’apostasia per eccellenza, consistente nella defezione delle nazioni e di un gran numero di cristiani, che si separeranno apertamente dalla Chiesa e da Gesù Cristo. 

E quest’apostasia, i due Papi ce la mostrano in marcia. Leone XIII cominciò col denunziarne gli autori, additarne lo scopo, i mezzi impiegati, le tappo percorso. 

Gli autori sono il Principe del mondo, Satana, e, sotto il suo governo, la setta perversa del Framassoni, nemica di Dio. 

Il fine è la distruzione delle istituzioni cristiane, la religione degli avi rigettata, la ricostituzione degli Stati sulle basi del naturalismo pagano. I mezzi impiegati sono la ragione umana eretta in sovrana e senza legge, la soppressione d’ogni insegnamento cristiano, l’estinzione degli Ordini e Istituti religiosi, l’assoggettamento dei sacerdoti fedeli, la separazione della società civile dalla Chiesa.

Le tappe già percorse sono la presa di Roma, baluardo terrestre della potenza spirituale, il seggio massonico opposto alla cattedra di Pietro, il contagio che si è propagato da un punto all’altro dell’Europa, e l’apostasia ufficiale, nazionale della Francia, per la separazione della Chiesa dallo Stato. Il lamento di Leone XIII emesso, sul declinar della sua vita, nel concistoro del 24 dicembre 1902, si sarebbe avverato: uno Stato, la Francia, si sarebbe ricostituita sulle basi dei naturalismo pagano! 

Tutto ciò, Pio X l’ha riassunto nella sua prima Enciclica. Ritornando egli sulla parola apostasia, caduta tante volte dalle labbra e dalla penna di Leone XIII, non ha esitato, come il suo augusto predecessore, di pronunziarla nuovamente, l’11 giugno dell’anno 1905, nella sua Lettera Enciclica ai vescovi d’Italia sull’Azione cattolica: “Continui strappi si vanno facendo alle pacifiche conquiste della Chiesa, tanto più dolorosi e funesti, quanto più la società umana tende a reggersi con principi avversi al concetto cristiano, anzi ad apostatare interamente da Dio”. 

Ma Pio X è andato ancora più oltre. Denunziata l’apostasia, egli ha avuto la fermezza d’indicare ciò che accadrebbe, se andasse ogni dì più crescendo. Citiamo di nuovo le gravissime parole della sua prima Enciclica: “Chi tutto questo considera, bene ha ragione di temere che siffatta perversità di menti sia quasi un saggio e forse il cominciamento dei mali, che agli estremi tempi son riserbati: e che gia sia nel mondo il figlio di perdizione, di cui parla l’Apostolo”. 


Note

  1. Lettera Enciclica di Pio X ai Vescovi d’Italia sull’azione cattolica.

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