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Il Confiteor

Il Confiteor è la preghiera che viene recitata nell’atto penitenziale della celebrazione eucaristica (conosciuta anche come “preghiera del Confesso”). Con un sentimento di vero pentimento recitiamo a Dio le parole del Confiteor.

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Il Confiteor è la preghiera che viene recitata nell’atto penitenziale della celebrazione eucaristica (conosciuta anche come “preghiera del Confesso”). Con un sentimento di vero pentimento recitiamo a Dio le parole del Confiteor.

Il Confiteor

Confiteor Deo omnipotenti,
beatae Mariae semper Virgini, beato Michaëli archangelo,
beato Ioanni Baptistae, sanctis apostolis Petro et Paulo,
omnibus sanctis et vobis, fratres,
quia peccavi nimis cogitatione, verbo et opere,
mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.
Ideo precor beatam Mariam semper Virginem,
beatum Michaëlem archangelum, beatum Ioannem Baptistam,
sanctos apostolos Petrum et Paulum, omnes sanctos et vos, fratres,
orare pro me ad Dominum Deum nostrum.

Confiteor in Vetus Ordo

Il Confesso è menzionato per la prima volta come parte dell’introduzione della messa da Bernoldo di Costanza nella  forma:

“Confiteor Deo omnipotenti, istis Sanctis et omnibus Sanctis et tibi frater, quia peccavi in cogitatione, in locutione, in opere, in pollutione mentis et corporis. Ideo precor te, ora pro me”

Seguono il Misereatur e l’Indulgentiam, il primo leggermente differente, ma il secondo identico al testo del messale del 1962.  La forma del confiteor del 1962 si trova identica nell'”Ordo Romanus XIV”  con una leggera variante: “Quia peccavi nimis cogitatione, delectatione, consensu, verbo et opere” e compare parola per parola in un decreto del Terzo Concilio di Ravenna 1314. Comunque, la forma, e specialmente l’elenco dei santi invocati, variavano considerabilmente durante il medioevo. In molti messali è più breve: “Confiteor Deo, beatae Mariæ, omnibus sanctis et vobis”. Nel Messale di Paolo III è : “Confiteor Deo omnipotenti, B. Mariæ semper Virgini, B. Petro et omnibus Sanctis et vobis Fratres, quia peccavi, mea culpa: precor vos orare pro me”. La forma scelta per il messale tridentino di Pio V fu l’unica in uso nel rito romano fino al 1969, ad eccezione dei certosini, carmelitani e domenicani, i cui messali al momento del concilio di Trento erano più antichi di 200 anni. Queste tre forme erano piuttosto brevi e contenevano solo un “mea culpa”; i domenicani invocano, accanto alla Beata Vergine, san Domenico. Inoltre, altri ordini ebbero il privilegio di aggiungere il nome del proprio fondatore dopo quello di san Paolo (ad esempio i francescani), e il patrono del luogo fu pure inserito in questo punto in alcuni usi locali. Dopo la riforma liturgica del Concilio Vaticano Secondo, nel nuovo messale promulgato da Paolo VI il testo si presenta in questa forma:

Confiteor Deo omnipotenti et vobis, fratres, quia peccavi nimis cogitatione, verbo, opere, et omissione, mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa.

Ideo precor beatam Mariam semper Virginem, omnes Angelos et Sanctos, et vos, fratres, orare pro me ad Dominum Deum nostrum. Misereatur nostri omnipotens Deus et, dimissis peccatis nostris, perducat nos ad vitam aeternam.

Amen.

Il Confiteor

Come possiamo notare, la forma del confiteor appare simile alle forme ridotte tra le variabili proposte Ante-Concilio. Questa scelta, molto discutibile, ha quindi favorito la forma imparziale e basica della preghiera penitenziale, certamente simile a quello della messa di Bernardolo di Costanza ma completamente diverso e soprattutto riduttivo nei confronti di quello che poi era stato decretato dal Concilio Tridentino.

Si tratta di una preghiera che deve essere recitata dai cristiani cattolici (e ortodossi) in occasione del sacramento della Penitenza. Attraverso il Confiteor, il credente realmente e sinceramente pentito, ottiene da Dio la remissione dei peccati. La Penitenza è un sacramento detto “della guarigione” che, insieme all’unzione degli infermi, aiuta ad alleviare la sofferenza del credente. Lo stesso incipit della Preghiera Confesso recita: ”[…] ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa […]”. Orare e recitare tale preghiera ci libera dai peccati personali: quando si commette un peccato non solo si viene a rifiutare l’amore di Dio, ma si rifiuta anche di amare il prossimo. Il contenuto testuale della preghiera originale del Confiteor fa chiaro riferimento al perdono: il fedele chiede scusa a Dio ed agli uomini offesi con il proprio atteggiamento egoistico, l’invidia e la vigliaccheria.  Con la recita del Confesso, Dio, mediante l’Intercessione dei santi, accetta  le scuse sincere del credente dal momento che accetta il reale pentimento. Il fedele che riceve la confessione è riconciliato con Dio e può partecipare alla Comunione o ricevere gli altri sacramenti. Ciò consente al credente di essere “riammesso” nella comunità cristiana, oltre a poter partecipare all’Eucarestia.

Ecco perché prediligere e sostenere la forma tradizionale di questa preghiera, per la sua importanza e per la sua completezza.

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