Una sola quaestio della Summa theologica è dedicata al sacramento della confermazione: la quaestio 72 della Pars tertia. Essa, pur essendo una sola, è suddivisa in ben dodici articoli, che esprimono l’essenza e l’importanza di questo sacramento.
Innanzitutto, San Tommaso si interroga sull’essenza della Confermazione: essa è un sacramento che porta a perfezione la vita spirituale. Infatti, come «nella vita corporale è una particolare perfezione quella con cui l’uomo giunge alla perfetta età e può compiere le azioni perfette dell’uomo», allo stesso modo, per quanto riguarda la vita spirituale, «nella confermazione l’uomo riceve una certa perfetta età della vita spirituale» (STh III, q. 72, a.1).
Passando al rito, con il quale si conferisce il sacramento, anche in questo caso vengono messe in evidenza la materia e la forma. La materia è il Sacro Crisma, poiché «la grazia dello Spirito Santo è designata dall’olio» (a.2). Nel confezionare il Crisma il Vescovo aggiunge all’olio un po’ di balsamo. Questa mescolanza indica «la fragranza dell’odore che si riversa sugli altri» (ivi). San Paolo, infatti, dice dei Cristiani: «Siamo il buon odore di Cristo» (2Cor 2,15). Per quanto riguarda la forma, invece, va specificato che San Tommaso commenta l’antica formula: «Consigno te signo crucis, confirmo te chrismate salutis, in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen». Tale formula, secondo il Dottore Angelico, si addice alla Confermazione, per tre motivi: innanzitutto, perché esprime «la causa che conferisce la pienezza della forza spirituale», la Santissima Trinità; in secondo luogo, perché esprime «la forza spirituale, conferita all’uomo per la salvezza mediante il sacramento della materia visibile», il Sacro Crisma; infine, perché esprime «il contrassegno, che è dato al combattente, come anche alla battaglia corporale, come i soldati sono contrassegnati con i segni dei comandanti» e questo è la Croce (a.4). Tale formula non è più in uso nella liturgia romana, poiché papa Paolo VI con la Lettera Apostolica Divinae consortium naturae del 15 agosto 1971 ha stabilito ad validitatem una nuova formula. Si legge nella Lettera Apostolica: «Cοn la Nostra Suprema Autorità Apostolica decretiamo e stabiliamo che in avvenire sia osservato nella Chiesa Latina quanto segue: Il sacramento della Confermazione si conferisce mediante l’unzione del Crisma sulla fronte, che si fa con l’imposizione della mano e mediante le parole “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo, che ti è dato in dono”». Il detto documento chiarisce in questo modo definitivamente la materia e la forma del Sacramento.
Passando alla riflessione sugli effetti della Confermazione, innanzitutto bisogna evidenziare il fatto che essa imprime nell’anima un carattere indelebile. Il carattere non è altro che un certo potere spirituale, che viene conferito tramite alcuni sacramenti. La Confermazione conferisce il carattere di poter «compiere altre azioni sacre, oltre a quelle il cui potere gli è conferito per mezzo del battesimo» (a.5). Tale carattere, inoltre, dà la forza di professare la propria fede, come accadde agli Apostoli, i quali, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo, «non avevano timore di professare pubblicamente la loro fede, anche davanti ai nemici della fede cristiana» (ivi). Oltre a questo speciale carattere, la Confermazione dona la grazia sacramentale che rende graditi a Dio: infatti, «la missione o il dono dello Spirito Santo non avviene se non insieme con la grazia che rende graditi» (a.7).
Per quanto riguarda il soggetto che riceve la Confermazione, San Tommaso si chiese «a chi spetti ricevere questo sacramento», ovvero se è possibile conferirlo a tutti. La Cresima, come si è detto, porta a perfezione la vita spirituale, ovvero porta all’età adulta della fede il battezzato. L’anima è immortale e, di conseguenza, non ha problemi di età. Di conseguenza, conclude San Tommaso: «l’anima, alla quale appartiene la nascita spirituale e la perfezione spirituale dell’età, è immortale e come può, al tempo della vecchiaia, ottenere la nascita spirituale, così, al tempo della gioventù e della puerizia, può conseguire l’età perfetta, poiché queste età corporali non sono d’intralcio per l’anima. E quindi, questo sacramento deve essere conferito a tutti» (a.8). Il candidato alla Confermazione, poi, di solito è accompagnato all’altare da un padrino. Tale figura è così motivata da San Tommaso: «Nelle guerre terrene sono nominati dei comandanti e dei centurioni, che dirigano gli altri. Perciò, è sostenuto da un altro chi riceve questo sacramento, quasi che costui dovesse insegnargli a combattere» (a.10).
Un ultimo cenno va dato al ministro del sacramento: esso è propriamente il Vescovo. Infatti, come «in qualsiasi opera l’ultima perfezione è riservata all’arte o alla potenza suprema», così il conferimento di questo sacramento, che costituisce l’ultima perfezione del Battesimo, «è riservato ai vescovi, che detengono il potere sommo nella Chiesa, come nella Chiesa primitiva era data la pienezza dello Spirito Santo mediante l’imposizione della mano da parte degli Apostoli, di cui i vescovi fanno le veci» (a.11). Nella vigente normativa canonica si specifica sulla base della teologia dogmatica che «Ministro ordinario della confermazione è il Vescovo; conferisce validamente questo sacramento anche il presbitero provvisto di questa facoltà in forza del diritto universale o per speciale concessione della competente autorità» (Can. 882). Il canone non afferma che il presbitero è ministro del sacramento, ma che può essere associato dal Vescovo alla pienezza del suo sacerdozio per poter conferire il sacramento, il quale rimane riservato all’Ordine Episcopale.