Il Santo Natale è ormai alle porte, e per questa solennità tanto importante è necessaria una preparazione adeguata. Gesù, infatti, Re dei Re, si fa piccolo, si fa bambino e viene così al mondo per attuare il Suo piano di salvezza. Dunque, come possiamo adoperarci per adorarlo e accoglierlo nel nostro cuore e nella nostra vita al meglio?
Una pratica sicuramente molto efficace e diffusa tra i fedeli di tutto il mondo è la recita della novena di Natale. Si tratta di un pio esercizio che, attraverso la recita di un’orazione diversa ogni giorno per nove giorni consecutivi (a partire dal sedici dicembre), aiuta i fedeli a meditare il mistero dell’Incarnazione di Gesù, predisponendo l’anima all’adorazione e alla riverenza.
Non essendo, dunque, una preghiera ufficiale riconosciuta dalla Chiesa, essa esiste in diverse forme e secondo diverse usanze. Tuttavia, quella maggiormente conosciuta è la novena tradizionale, che prevede la celebre melodia gregoriana (nata su testo latino) curata dai monaci benedettini di Subiaco. Di seguito alcuni estratti:
“Regem ventúrum Dóminum, veníte, adorémus.” [1]
“Jucundáre, fília Sion, et exúlta satis, fília Jerúsalem: ecce Dóminus véniet, et erit in die illa lux magna, et stillábunt montes dulcédinem, et colles fluent lac et mel, quia véniet Prophéta magnus, et ipse renovábit Jerúsalem.” [2]
“Ecce véniet Deus, et Homo de domo David sedére in throno, et vidébitis, et gaudébit cor vestrum.” [3]
Questa pratica, ancora oggi molto diffusa, ha origini parecchio antiche: venne, infatti, recitata per la prima volta nel Natale del 1720 nella Chiesa dell’Immacolata a Torino, dai frati missionari vincenziani. Tra di essi in particolare ricordiamo il beato Sebastiano Valfré ed il padre Carlo Antonio Vacchetta, che in vita si impegnarono assiduamente nel propagare la devozione all’umanità di Cristo, invitando i fedeli a considerare, contemplare e adorare il mistero della Sua Natività. È dunque proprio in questo clima che sarebbe stata scritta e cantata per la prima volta la Novena, i cui testi e la cui musica sono tradizionalmente attribuiti al già citato padre Carlo Antonio Vacchetta. La diffusione di questa pratica -che fu peraltro molto rapida, soprattutto grazie alla semplicità delle melodie- si deve in parte agli stessi frati e alle loro missioni, in parte a tale marchesa Gabriella Marolles delle Lanze. La donna, rimasta vedova, scelse come proprio direttore spirituale il superiore della casa dei vincenziani di Torino, e diventando frequentatrice assidua della Chiesa dell’Immacolata, ebbe modo di assistere alla novena. Rimanendone colpita e commossa, stabilì nelle sue disposizioni testamentarie che si facesse “ogni anno et in perpetuo la suddetta novena”. Ad oggi, continua ad essere una delle pratiche più apprezzate e praticate.
Note
- “Venite adoriamo il Re Signore che sta per venire.”
- “Godi figlia di Sion, esulta figlia di Gerusalemme, ecco il Signore verrà ed in quel giorno vi sarà gran luce, i monti stilleranno dolcezza e dai colli scorrerà latte e miele, perché verrà un gran profeta ed Egli rinnoverà Gerusalemme.”
- “ecco dalla casa di Davide verrà il Dio-Uomo a sedersi sul trono, vedrete e godrà il vostro cuore.”