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Tu chi sei? Io sono voce di uno che grida nel deserto

«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (cfr. Isaia 40,3-5). Ottocento anni dopo queste parole, si aprirà uno squarcio nel cielo: scenderà lo stesso Dio a congiungere insieme l’Antico con il Nuovo Testamento: “Gesù uscì dall’acqua: ed ecco [...] una voce dal cielo che dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento»” (Matteo 3,16-17).

La festa della natività di San Giovanni Battista è naturalmente legata al giorno in cui celebriamo la natività di Nostro Signore, secondo mistero principale della nostra fede. Giovanni, cugino di Gesù, è “colui che è stato mandato davanti a Lui (Gesù)… Egli infatti deve crescere, io invece diminuire” (Gv. III, 28 – 30). La data scelta in Occidente per celebrare la natività del Battista non è affatto casuale, infatti, si è imposta immediatamente la data del 24 giugno, che segnava il solstizio d’estate, come il 25 dicembre quello d’inverno. Giovanni è dunque il sole giunto al suo apice e deve iniziare la fase discendente. Il passaggio dall’uno all’altro sole si avrà in corrispondenza del solstizio d’inverno, quando il sole, terminata la sua parabola discendente, “rinasce” per tornare nell’emisfero settentrionale. Questo ruolo di “lampada” che ha il Battista fa di lui «più di un profeta» (Mt 11,19). A differenza di altri, lui  ha visto il Salvatore del mondo con i suoi stessi occhi e non solo, lo ha battezzato e indicato come l’Agnello di Dio (Gv 1,35-42). 

Sant’Agostino in un suo discorso (293) spiega molto bene il paragone tra la nascita di Giovanni e quella di Cristo: “Giovanni nasce da una vecchierella sterile, Cristo nasce da una giovanetta vergine. La sterilità generò Giovanni, l’integrità Cristo. Nella nascita di Giovanni, l’età non si confaceva alla generazione di figli, nella nascita di Cristo non ci fu unione coniugale. Quello viene annunziato dall’angelo che ne predicava la venuta, questi viene concepito all’annunzio dell’angelo. Non si crede che Giovanni nascerà e il padre diventa muto; di Cristo si crede e viene concepito nella fede. Prima, la fede raggiunge la mente della Vergine, poi si attua la fecondità in seno alla madre. Nondimeno, quando l’angelo annunziò Giovanni, sono quasi le stesse le parole di Zaccaria: Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie avanzata in età, e di Maria all’annunzio dell’angelo della sua prossima maternità: Come è possibile? Non conosco uomo. Quasi le stesse parole. A Zaccaria vien detto: Ecco, sarai muto, incapace di parlare, finché avverranno queste cose, perché non hai creduto alle mie parole, che si adempiranno a tempo debito. Al contrario a lei: Lo Spirito Santo scenderà su di te e stenderà su di te la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà da te sarà Santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Quello viene ammonito, costei viene illuminata. A lui si dice: Perché non hai creduto; a lei si dice: Ricevi quel che hai domandato. Sono pressappoco le stesse parole: Come posso conoscere questo? e come avverrà questo? Ma il loro senso non rimaneva celato a chi ascoltava le parole e vedeva nella mente. Nelle parole di entrambi non era palese il pensiero; ma agli uomini era nascosto, non all’angelo; anzi, non si celava a Colui che parlava per il ministero dell’angelo. Infine nasce Giovanni quando già comincia a decrescere la luce del giorno, mentre aumenta il periodo della notte; Cristo nasce quando la notte diminuisce a vantaggio della luce del giorno.

Giovanni Battista nel deserto – Geertgen tot Sint Jans (XV secolo)

E quasi volgendosi indietro a questo fatto significativo della nascita di entrambi, Giovanni stesso dice: Bisogna che egli cresca e io diminuisca”. Giovanni viene dunque interposto tra l’Antico e il Nuovo Testamento: “La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi” (Luca 16:16-21).Impersona così – afferma Sant’Agostino – l’Antico e si fa banditore del Nuovo. Quanto all’Antico, nasce da vecchi; prefigurando il Nuovo, è chiamato profeta fin dal grembo materno. Poiché, non ancora nato, al sopraggiungere di Maria, balzò di gioia in seno alla madre. Fin d’allora veniva designato; era già eletto prima di nascere: viene presentato quale precursore di colui dal quale non era stato ancora veduto. Questi sono eventi divini, superiori alla debolezza umana. Detto in breve, nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Riferisco ciò che avvenne a figura significativa della realtà; non trascurare come non avvenuto quanto di grande avvenne, in quanto probabilmente chiederai che volesse significare. Rapporta tutto ciò che avvenne a indicazione della realtà e intendi il grande mistero. Zaccaria tace e perde la voce fino alla nascita di Giovanni, precursore del Signore, che ne schiuse la voce. Che altro è il mutismo di Zaccaria se non profezia latente e, prima della predicazione di Cristo, in certo qual modo segreta e impenetrabile? Si apre con la venuta di Giovanni e si manifesta con la venuta di Colui del quale parlava la profezia. Significa questo lo schiudersi della voce di Zaccaria nella nascita di Giovanni, così significa quello lo squarciarsi in due del velo del tempio quando Cristo muore. Se Giovanni avesse presentato se stesso, la bocca di Zaccaria non si sarebbe schiusa. Si scioglie la lingua perché nasce la voce; quando infatti a Giovanni, ormai impegnato ad annunziare il Signore, fu chiesto: Tu chi sei? rispose: Io sono voce di uno che grida nel deserto.” Come aveva previsto Isaia, Giovanni preparò la strada a Gesù e a lasciare il passo al Messia, perché il Figlio di Dio è sceso sulla terra per camminare insieme a noi, in mezzo ai peccatori, quel gregge di cui Lui è follemente innamorato. Ne siamo certi: nessuno verrà lasciato indietro poiché nulla impedirà a Cristo di incamminarsi anche nel deserto, pur di non abbandonare neppure l’ultima delle sue pecorelle, quella che si è smarrita. Certi di questo abbraccio tra il cielo e la terra facciamo il proposito di mettere più Dio e meno “io” nella nostra vita così da lasciarci toccare il cuore da Cristo e trasformarci con il suo amore. Così fece con Zaccheo, con la samaritana, con la peccatrice, con il buon ladrone, con San Paolo, con ognuno di noi. Egli ci chiede solo di lasciarlo entrare e di rimanere con noi fino alla fine del mondo (cfr. Mt 28,20).

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