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Le edicole votive

L’edicola votiva, o capitello, è una struttura religiosa, cristiana, di piccole dimensioni che veniva solitamente costruita come ex-voto per essere scampati a qualche pericolo, come carestie o pestilenze e nasce proprio da un culto popolare che si tramanda da secoli.

Spesso le edicole diventano anche luogo di aggregazione per i fedeli che spesso vi si ritrovano per condividere insieme un momento di preghiera (spesso accade al mese di maggio, mese dedicato alla Madonna, che dei gruppetti di fedeli si radunino nei pressi di queste edicole per recitare insieme il Santo Rosario).

Le edicole venivano costruite solitamente nei luoghi di confine, agli incroci delle vie di comunicazione, sui valichi o in dei luoghi in cui c’era una motivazione religiosa, legata anche alla tradizione popolare.

Fino alla metà del Novecento, queste edicole votive erano meta delle processioni delle Rogazioni, processioni che prevedevano preghiere e atti di pentimento per domandare la divina protezione e benedizione sulle piantagioni affinché non venissero danneggiate dal maltempo.

A causa delle svariate emigrazioni, le edicole votive si possono trovare anche all’estero, specialmente in Brasile, dove i triveneti emigrati, fondando città, chiese e campanili, non mancarono di far edificare anche questi capitelli votivi.

Le edicole votive

La città famosa per il suo esorbitante numero di edicole votive, centinaia e centinaia, è Napoli. A Napoli ogni edicola è completamente differente l’una dall’altra e ognuna di esse presenta stili architettonici differenti. Quest’usanza risale ai tempi della Neapolis greca, quando venivano eretti dei piccoli altari nel mezzo della città raffigurante la statua della divinità con l’auspicio che essa li proteggesse dai diversi mali.

Con la diffusione del cristianesimo, poi, soprattutto grazie all’Editto di Teodosio, le divinità greche vennero sostituite con figure o temi importanti per la cristianità.

Con il passare del tempo, le edicole acquisiranno diverse evoluzioni religiose-devozionali, soprattutto con la crescita e l’affermarsi del culto dei santi, come Sant’Antonio di Padova, San Francesco d’Assisi, ma anche santi più moderni come Sant’Alfonso M. De’ Liguori e San Giuseppe Moscati. Insomma, la varietà non mancava assolutamente; soprattutto se pensiamo che le edicole variavano in base alle esigenze, alle zone in cui venivano costruite, al ceto sociale e attorno ad esse si andranno via via edificando leggende e superstizioni.

Le edicole votive

La diffusione su così larga scala delle edicole sacre la si deve al consigliere di Sua Maestà Carlo III di Borbone, re di Napoli, di Sicilia, di Spagna e delle Indie, padre Rocco.

Padre Rocco suggerì al re di far costruire queste edicole in particolar modo all’inizio e alla fine delle strade, non solo per far crescere la fede e la devozione popolare, ma anche per creare una sorta di prima rete di illuminazione stradale; infatti, i fedeli, accendevano lumini votivi, cere e candele davanti a queste edicole consentendo, in qualche modo, alle strade di non rimanere al buio e scoraggiando i tentativi di furto che venivano compiuti con il “favore delle tenebre”.

Una particolarità di queste edicole è che in alcune si possono trovare degli uomini e delle donne completamente nudi che bruciano avvolti dalle fiamme: sono le “anime pezzentelle”, ovvero le anime del Purgatorio che chiedono ai passanti di fermarsi e di pregare per loro in modo da poter ottenere il Paradiso.

Queste statuine venivano fatte costruire dagli artigiani di via San Gregorio Armeno, dove hanno sede le botteghe dei maestri presepiai, dalle famiglie di questi defunti; in questo modo, non importava quanto ancora sarebbero vissuti, la gente avrebbe potuto continuare a pregare per i loro cari.

Questi capitelli, o edicole, votivi sono, dunque, diversi gli uni dagli altri e infatti si può anche notare come i primi siano semplicemente ovali con delle piccole decorazioni intorno, mentre via via hanno assunto dimensioni e forme sempre più diverse fino a diventare delle vere e proprie cappelline situate nel centro della città.

Insomma, non si può visitare Napoli senza essere osservati, in senso positivo, guidati, e senza sentire quella mano sulla spalla, quella protezione che può venire solo dall’alto.

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