Con il termine epiclesi ci si riferisce a una preghiera particolare di impetrazione. Anticamente, nella classicità, la parola stava a indicare l’invocazione – tale è il suo significato etimologico – preparatoria all’orazione vera e propria a una divinità. Inoltre, un’epiclesi poteva costituire un attributo di un dio, diverso a seconda delle circostanze che ne richiedevano uno o un altro.
Nel cristianesimo, l’epiclesi è una parte della preghiera eucaristica, in cui la Chiesa «prega il Padre di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della sua benedizione) sul pane e sul vino, affinché diventino, per la sua potenza, il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo e perché coloro che partecipano all’Eucaristia siano un solo corpo e un solo spirito» (CCC 1353). In alcune tradizioni, l’epiclesi è situata a seguito dell’istituzione, mentre per i Riti latini essa la precede. Vediamo alcuni esempi nelle preghiere eucaristiche.
Canone romano.
Nel Canone, secondo il rito tridentino, il sacerdote stende le mani sulle oblate dicendo
«Hanc ígitur oblatiónem servitútis nostræ, sed et cunctæ famíliæ tuæ, quæsumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi, et in electórum tuórum iúbeas grege numerári. Per Christum Dóminum nostrum. Amen.»
«Accetta con benevolenza, o Signore, questa offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge dei tuoi eletti. Per Cristo nostro Signore. Amen.»
Come è evidente, è una prece di introduzione alla consacrazione vera e propria, in cui di chiede a Dio di accettare l’offerta del sacrificio incruento in favore del suo popolo, redento dal Sangue di Cristo.
Nella forma ordinaria, invece, l’epiclesi è rappresentata solamente dall’orazione seguente l’Hanc igitur
«Santifica, o Dio, questa offerta con la potenza della tua benedizione, e degnati di accettarla a nostro favore, in sacrificio spirituale e perfetto, perché diventi per noi il corpo e il sangue del tuo amatissimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.»
Quest’ultima è più strettamente legata alla consacrazione, costituendone quasi un unicum. Tuttavia, ciò potrebbe costituire un problema: gli orientali credono che la consacrazione sia effettiva solamente per mezzo delle parole dell’epiclesi, che è dunque epiclesi consacratoria. La Chiesa cattolica, invece, ha sempre insegnato e ribadito più volte che la consacrazione avviene per le parole dell’istituzione. La Scolastica afferma che, precisamente, il pane e il vino si tramutano in Corpo e Sangue di Cristo al pronunciare del verbo est. Anche tali affermazioni contenute nel De defectibus del Messale tridentino non lasciano spazio a dubbi
Se il Sacerdote prima della consacrazione stesse male, o cadesse in una sincope o morisse, si tralasci la Messa. Se ciò accadesse dopo la consacrazione del solo Corpo prima della consacrazione del Sangue, o consacrati entrambi, la Messa sia completata da un altro Sacerdote da quel punto in cui fu interrotta (De defectibus X, 3).
E se il Sacerdote morì pronunziata in parte la forma del Corpo, poiché non è fatta la consacrazione, non è necessario che la Messa sia supplita da un altro. Ma se morì pronunziata in parte la forma del Sangue, allora l’altro prosegua la Messa (ibidem).
Il termine “epiclesi consacratoria”, dunque, deve essere inteso nell’ambito di preparazione alla consacrazione effettiva.
Preghiere eucaristiche II, III e IV
Nelle preghiere eucaristiche presenti nella forma ordinaria, le epiclesi hanno i seguenti testi
Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e † il sangue del Signore nostro Gesù Cristo.
Preghiera Eucaristica II
Veramente santo sei tu, o Padre, ed è giusto che ogni creatura ti lodi. Per mezzo del tuo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, nella potenza dello Spirito Santo fai vivere e santifichi l’universo, e continui a radunare intorno a te un popolo, che, dall’oriente all’occidente, offra al tuo nome il sacrificio perfetto. Ti preghiamo umilmente: santifica e consacra con il tuo Spirito i doni che ti abbiamo presentato perché diventino il corpo e † il sangue del tuo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.
Preghiera Eucaristica III
Ora ti preghiamo, Padre: lo Spirito Santo santifichi questi doni perché diventino il Corpo e † il Sangue di Gesù Cristo, nostro Signore, nella celebrazione di questo grande mistero, che ci ha lasciato in segno di eterna alleanza.
Preghiera Eucaristica IV
L’invocazione dello Spirito Santo è sempre presente, anche nelle anafore di nuova composizione (III e IV). Anche l’uso dei tempi verbali è esplicativo di quanto affermato dal Magistero della Chiesa: “perché diventino”, cioè perché, con le parole del sacerdote che agisce in persona Christi, siano Corpo e Sangue. Non prima, ma con le parole stesse di Gesù.