San Camillo de Lellis, nacque a Bucchianico (Chieti) il 25 maggio 1550, da una nobile famiglia abruzzese. Alla nascita, gli venne imposto il nome della madre, che lo aveva partorito a quasi 60 anni di età e che morì quando Camillo aveva 13 anni. Giovane pigro e rissoso, il padre decise di avviarlo alla carriera militare. Nel 1568 Camillo si arruolò, al seguito del papà, militare di carriera, nell’esercito della repubblica di Venezia in lotta contro i turchi, ma ben presto rimase orfano anche di padre. Nel 1570, un’ulcera al piede lo costrinse ad abbandonare la compagnia, allora per farsi curare si recò a Roma, nell’Ospedale di San Giacomo degli Incurabili. Dopo la guarigione venne assunto come inserviente presso l’ospedale, ma l’esperienza fu breve: per la sua scarsa propensione al lavoro, venne allontanato. Morto il padre tornò a dedicarsi alle armi, come soldato di ventura, ma presto tornò a condurre una vita dissoluta, iniziò a vagabondare per l’Italia, fino a quando non venne assunto dai padri Cappuccini di Manfredonia (Foggia). Questi lo mandarono per una commissione presso il vicino convento di San Giovanni Rotondo. Il 2 febbraio 1575, giorno di ritorno a Manfredonia, nella “Valle dell’inferno” avvenne la sua conversione, decise di abbracciare la vita religiosa e di diventare un frate cappuccino a Trivento. Ma l’antica piaga al piede tornò a dargli problemi, fu così costretto a tornare a Roma per curarsi.
Rimase nell’ospedale degli Incurabili per ben quattro anni. Qui maturò definitivamente la sua vocazione all’assistenza dei malati e, insieme con i primi cinque compagni che, seguendo il suo esempio, si erano consacrati alla cura degli infermi, decise di dare vita, nell’agosto del 1582 all’Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, ebbero il permesso di portare l’abito nero come i Chierici Regolari, ma con il privilegio di una croce di panno rosso sul petto, come espressione della Redenzione operata dal dono del Preziosissimo Sangue di Cristo. Camillo si trasferì nel convento della Maddalena e iniziò a prestare servizio presso l’ospedale di Santo Spirito in Sassia. Intanto sotto la guida spirituale di san Filippo Neri, riprese gli studi al Collegio Romano seguendo i corsi di san Roberto Bellarmino e di Francesco Suarez. Nel 1584 fu ordinato sacerdote. Gravemente malato, nel 1607 lasciò la direzione dell’Ordine, ma continuò ad assistere i malati fino alla morte. Morì il 14 luglio 1614; patrono dei malati, degli infermieri e degli ospedali.