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I colori del lutto

A distanza di pochi giorni dalla Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti, è giusto riflettere su quei simboli e quei riti che caratterizzano il momento del lutto nella società civile e che sono, poi, ripresi anche nella Liturgia. Questo articolo si propone di mettere in evidenza quelli che sono i colori propri del lutto e quella che è la loro origine storica.

Le opzioni che il sacerdote ha per la scelta del colore dei paramenti quando celebra le Esequie o una Messa da Requiem sono teoricamente due: il viola e il nero (ormai raramente utilizzato). 

Il nero 

Il nero è da sempre il colore del lutto nel mondo occidentale. In Italia, e specialmente al sud, era molto sentita l’importanza del periodo di lutto e del vestirsi di nero per un determinato periodo di tempo. Per le donne, l’abito era interamente nero, mentre gli uomini si limitavano ad indossare una fascia nera sul cappello o sul braccio. In alternativa, potevano indossare anche un bottone di tal colore sulla giacca. 

Questa tradizione del nero, deriva dagli antichi romani che, in occasione dei funerali, indossavano una stola di colore grigio o marrone. 

Nella liturgia, il nero simboleggia, appunto, la morte con la sua tristezza e l’oscurità, lasciando trasparire anche l’incertezza su dove si trovi l’anima del proprio defunto che potrebbe non essere nella beatitudine del Cielo, ma nell’attesa purificatrice del Purgatorio.

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L’utilizzo del viola 

Il viola, usato in Avvento e Quaresima, richiama, come ben sappiamo, alla Penitenza. Esso viene utilizzato per la celebrazione del funerale proprio perché quest’ultimo è inteso anche come momento di preghiera e di penitenza dei vivi per il defunto. 

L’utilizzo del viola come colore del lutto, viene introdotto solo negli anni Settanta del secolo scorso, con la riforma liturgica operata dal Concilio Vaticano

II perché il nero poteva essere troppo forte e per trovare, quindi, una via di mezzo, meno dolorosa e più consolatoria, per manifestare il lutto. 

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L’uso del bianco 

Sconsigliato per i funerali, l’unico caso in cui i paramenti del sacerdote, oggi, sono di colore bianco è per le esequie dei bambini. Il bianco, simbolo di gioia, ma anche di purezza, richiama alla giovane vita, innocente, candida, che si è spenta così presto. 

Il caso di un bambino battezzato che non ha ancora raggiunto l’età della ragione e che, quindi, non ha commesso alcun peccato, ci sta perfettamente. Il problema, la questione, sorge quando il bianco viene utilizzato per i funerali di giovani ragazzi o anche di persone adulte che hanno raggiunto, al contrario, l’età della ragione perché ci troviamo davanti ad un utilizzo inappropriato del bianco e viene meno completamente il simbolismo ad esso correlato. 

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Lo strano caso del rosso nei funerali del Papa: frutto di una personale interpretazione della Liturgia Papale 

Come possiamo ammirare nei video (disponibili anche online) di repertorio, dal 1978, per i funerali del Sommo Pontefice è in uso il colore rosso. Questo non perché il Papa venga ricordato come martire, ma perché con la riforma liturgica ci fu qualche fraintendimento dei Libri Liturgici (cosa di tutti i giorni, insomma). 

Facciamo qualche passo indietro: prima dello scombussolamento liturgico del Concilio Vaticano II, la Liturgia Papale prevedeva che il Papa, in pubblico, potesse indossare solo due colori: il rosso e il bianco. Quando, quindi, il Papa assisteva ad un Funerale, nel presiedere il rito dell’ultimo commiato, indossava i paramenti di colore rosso, essendo il bianco inappropriato. 

Quando, poi, il Papa moriva, il colore dei paramenti con cui era rivestito era il rosso per i motivi sopracitati. Chi presiedeva il funerale, indossava, però, i paramenti di colore nero. 

Ad oggi, per tradizione, il Papa continua ad essere rivestito dei Paramenti Rossi, ma non è chiaro come mai dal 1978 anche chi presiede il rito dei funerali del Papa utilizzi i paramenti rossi. 

Fatto curioso è, però, quello che vede la celebrazione dei funerali di Vescovi e Cardinali in Vaticano con i paramenti di colore rosso, anche se questi non sono presieduti dal Papa (cosa che poco c’entra, visto che il Papa in pubblico indossa tutti i colori liturgici).

Diciamo che, per quanto riguarda quest’ultima questione, sono poco sorpreso, visto che ormai le Rubriche Liturgiche sembrano essere utilizzate a mo’ di consigli e suggerimenti che il singolo sacerdote può prendere o meno in considerazione a sua discrezione.

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