Samuele Oreste

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Samuele Oreste

Dopo il Concilio Vaticano II, gli abiti religiosi hanno subito un cambiamento radicale: linee più semplici e pratiche, perfette per la vita pastorale. Ma qualcosa è andato perduto. L’abito, così carico di significato, non è solo un simbolo di fede e appartenenza a Cristo; è anche un richiamo silenzioso alla presenza di Dio in un mondo sempre più secolarizzato.
L'omelia è un momento liturgico che connette la Parola di Dio alla vita dei fedeli, avvicinandoli a Cristo. Deve rimanere centrata sul messaggio evangelico, evitando spettacolarizzazioni o comizi politici. È fondamentale che il sacerdote valorizzi la spiritualità più della simpatia.
La benedizione Urbi et Orbi, che letteralmente significa «Alla città [di Roma] e al mondo», è la forma più solenne di benedizione apostolica ed è riservata al Romano Pontefice che la impartisce, per l’appunto, alla città di Roma e al mondo intero.
Spesso ci capita di vedere nelle chiese, specialmente quelle più importanti e antiche, delle particolari opere d’arte il cui scopo è abbellire ancora di più il fronte degli altari maggiori. I paliotti, sconosciuti nelle chiese più recenti, costituiscono dei veri e propri capolavori il cui valore storico, artistico e culturale, è inestimabile.
Parte importante delle nostre liturgie sono sicuramente i paramenti sacri e ciò che più richiama la nostra attenzione sono i differenti colori liturgici che si alternano nel corso dell’anno a seconda dei tempi e delle celebrazioni della Chiesa.
Quando pensiamo a contesti estremi, e alle Messe lì celebrate, non dobbiamo pensare semplicemente a luoghi dove si vive in prima persona la guerra, bensì a veri e propri campi di battaglia in cui è difficile prevedere cosa possa succedere da un momento all’altro.
Vogliamo analizzare le tradizioni liturgiche legate alla festività della Natività di San Giovanni Battista, il Precursore, unico caso, ad eccezione della Beata Vergine Maria, di cui si festeggia sia la nascita terrena che il dies natalis, cioè il giorno della morte.
Al centro del mese di maggio, mese dedicato alla Beata Vergine Maria, ci proponiamo di portare alla luce quelle messe mariane presenti all’interno del Missale Romanum del 1962 che, però, sono poco presenti nella nostra tradizione e, per questo, poco conosciute.
Questo articolo sente il dovere di approfondire la pratica sbagliata, ormai largamente diffusa, delle assoluzioni collettive o generali che, sebbene previste dal Rituale Romano, non possono avvenire se non si verifichino le condizioni stabilite dal Codice di Diritto Canonico. Qualsiasi celebrazione di questo tipo, svoltasi senza una reale motivazione, è da considerarsi assolutamente invalida.
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