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La devozione alla Madonna del Carmine

Come prefigurato dalla piccola nuvola apparsa ad Elia, Nostra Signora del Monte Carmelo è l’ineffabile portatrice della salvezza del Cristo all’umanità. Tutti noi le saremo eternamente debitori per la sua continua protezione, per il dono della vita e della fecondità che con l’Incarnazione ha effuso sul mondo

Come prefigurato dalla piccola nuvola apparsa ad Elia, Nostra Signora del Monte Carmelo è l’ineffabile portatrice della salvezza del Cristo all’umanità.

Tutti noi le saremo eternamente debitori per la sua continua protezione, per il dono della vita e della fecondità che con l’Incarnazione ha effuso sul mondo.

La devozione verso la Santissima Vergine Maria si è sviluppata, nel corso dei secoli, sotto molteplici titoli, che le sono stati attribuiti secondo le sue specifiche virtù, i luoghi in cui è apparsa o le sono stati dedicati Chiese e Santuari, secondo il culto rivoltole da Ordini Religiosi e infine per i dogmi proclamati dalla Chiesa in suo onore.

La venerazione mariana, tuttavia, ha avuto origine già secoli prima della nascita della Madonna e precisamente quando il Profeta Elia, nel IX secolo (A.C.), ricevette sul Monte Carmelo la visione dell’arrivo della Vergine, che si levava come una nuvola, portando una pioggia miracolosa che salvò Israele da una grave siccità.

Questa nube piccola “come una mano d’uomo” è sempre stata considerata dalla Tradizione come una prefigurazione profetica della Santissima Vergine, portatrice del Verbo di Dio Incarnato per la salvezza dell’umanità.

Già prima della nascita venuta del Cristo si ritirarono degli eremiti sul Monte Carmelo, presso la fontana di Elia, per condurvi una vita austera e contemplativa; proseguirono anche dopo la nascita del Cristianesimo e, intorno all’anno 93, un gruppo di essi, chiamatisi ”Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo”, vi costruirono una cappella dedicata alla Madonna.

Ebbe così inizio la devozione verso Maria Santissima, venerata come “Madonna del Carmine”.

Gli eremiti continuarono così a vivere sul Carmelo fino a quando, nella seconda metà del XII secolo, in seguito alle Crociate, giunsero anche dei pellegrini da occidente, che fondarono un Ordine religioso dedicato alla Vergine, quello dei Monaci Carmelitani, che si ispirò al santo profeta Elia come modello.

Fu Sant’Alberto Avogadro, Patriarca di Gerusalemme, a dettare la Regola che fu poi approvata dal Papa Onorio III nel 1226.

Lasciata la Palestina per via dell’invasione saracena, però, i monaci fondarono diversi Monasteri in Europa, diffondendo il culto di Nostra Signora del Monte Carmelo.

Fu allora che Ella, il 16 luglio del 1251, con Gesù Bambino in braccio e circondata di angeli, apparve al primo Padre Generale dell’Ordine, San Simone Stock, consegnandogli lo “Scapolare del Carmelo” che insignì del “privilegio sabatino”, ovvero della promessa della salvezza dall’inferno a tutti coloro che lo avrebbero indossato con devozione, insieme alla liberazione dalle pene del Purgatorio nel primo sabato successivo alla loro morte.

Ecco cosa gli disse la Madonna: «Prendi questo Scapolare. Chiunque muoia indossandolo non patirà il fuoco dell’inferno. Esso sarà simbolo di salvezza, protezione dai pericoli e promessa di pace».

Circa ottant’anni dopo, inoltre, Maria disse, apparendo a Jacques Duèze, futuro Papa Giovanni XXII: «coloro che sono stati investiti con questo Santo Abito saranno tolti dal Purgatorio il primo Sabato dopo la loro morte». Il Privilegio Sabatino fu, infatti, sancito da un decreto emesso proprio da Giovanni XXII nel 1322 e confermato quattrocento anni più tardi anche dal Papa Paolo V.

Come ulteriore segno di approvazione, inoltre, Papa Benedetto XV, concesse un’indulgenza di cinquecento giorni per ogni volta che si baciava devotamente lo Scapolare.

Questo termine deriva da “scapola” e nel medioevo era l’indumento usato dai membri di diversi Istituti religiosi per coprire il petto e le spalle, proteggendo l’abito nello svolgimento dei lavori manuali e voleva anche rappresentare il “giogo dolce” del Cristo.

Lo Scapolare del Carmelo consiste in due lembi rettangolari di lana marrone di agnello, in riferimento a Gesù, Agnello di Dio, uniti da stringhe e portati sulle spalle, uno sul petto ed uno sulla schiena, deve essere benedetto e imposto dal sacerdote.

Ai suoi devoti è raccomandata in particolare la recita del Santo Rosario, come incontro quotidiano di amore con la Vergine nella preghiera.

Questo scapolare, chiamato anche “abitino”, costituisce una vera e propria uniforme, che richiama l’abito dei monaci carmelitani e sancisce un affidamento totale e definitivo a Maria, per vivere costantemente nel suo servizio e sotto la sua protezione, in una stretta comunione di appartenenza a lei.

A questo proposito ebbe a dire il Papa Pio XII: «chi lo indossa viene associato in modo più o meno stretto, all’Ordine Carmelitano» e ancora: «quante anime buone hanno dovuto, anche in circostanze umanamente disperate, la loro suprema conversione e la loro salvezza eterna allo Scapolare che indossavano! Quanti, inoltre, nei pericoli del corpo e dell’anima, hanno sentito, grazie ad esso, la protezione materna di Maria! La devozione allo Scapolare ha fatto riversare su tutto il mondo, fiumi di grazie spirituali e temporali».

É accaduto così che nel corso di settecento anni le promesse dello Scapolare sono state confermate da innumerevoli miracoli e benefici straordinari di salvezza, definiti dal Beato Claudio de la Colombiere «più numerosi e autentici di ogni altra devozione sacra».

L’Ordine Carmelitano, inoltre, ha suscitato eminenti esempi di santità, vita religiosa e martirio, possiamo ricordare ad esempio le figure di: San Simone Stock; Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce, dottori della Chiesa; Santa Maria Maddalena de’ Pazzi; Santa Teresa del Bambin Gesù, anch’ella dottore della Chiesa; Sant’Angelo martire in Sicilia; la Beata Elisabetta della Trinità Catez; San Raffaela Kalinowski; il Beato Tito Brandsma; Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e Suor Lucia di Fatima.

Proprio a Fatima la Madonna concluse le apparizioni mostrandosi come Santa Vergine del Carmelo e Suor Lucia ebbe a dire più tardi, nel 1950: «Nostra Signora teneva lo Scapolare nelle Sue Mani perché vuole che tutti noi lo portiamo».

Alla Madonna del Carmine sono dedicate ovunque Chiese e Santuari, onorata, per la promessa dello Scapolare, anche come “Madonna del Suffragio”, raffigurata spesso nell’atto di tirare le anime fuori dalle fiamme purificatrici del Purgatorio e poi sempre con Gesù Bambino in braccio, porgendo lo Scapolare e con una stella sul manto, simbolo della sua verginità.

Uniamoci, dunque, anche noi a questa devozione inestimabile per la nostra Madre Celeste che, come nube munifica, copre ora tutta la Terra, effondendo l’abbondanza inesauribile delle grazie e delle benedizioni di Dio ed a cui tutta la Chiesa Cattolica è debitrice di innumerevoli benefici e della sua continua protezione.

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