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Per trenta denari

Il presidente Biden, che nominalmente si presenta come “cattolico”, ha appoggiato, sopratutto in pubblico, pratiche anticattoliche e sataniche, tra cui figura quell’orrendo crimine dell'aborto.

Il presidente Biden, che nominalmente si presenta come “cattolico”, ha appoggiato, sopratutto in pubblico, pratiche anticattoliche e sataniche, tra cui figura quell’orrendo crimine, denominato volgarmente aborto, che vede ogni anno milioni di bambini, uccisi, nella stragrande maggioranza dei casi, per gravidanze indesiderate, essendo i casi gravi di stupro con fecondazione presenti, in tale statistica di casi totali, in una percentuale pressochè irrisoria.

Duole dover sottolineare ciò che è ovvio e manifesto, ma è il dovere del cattolico affermare sempre la verità cattolica, anche se il suo interlocutore, apparentemente, finge di non capire o ignora la stessa Verità.

La Chiesa non professa una legge propria, formulata da uomo e a misura umana. La Chiesa professa, difende e predica una legge Divina, che essendo tale è perfettissima ed immutabile.

Essa è infatti contenuta nella Divina Rivelazione, presentata e conservata nella S. Scrittura e nella S. Tradizione. Nessun uomo, nemmeno il Papa, si può permettere in qualsiasi misura di poter modificare la legge divina, e quindi la dottrina della Chiesa, che essendo Tradizione passiva (ovverosia il contenuto di fede che viene trasmesso nel tempo) è infallibile.

Sulla scorta di queste osservazioni, che cosa dice la dottrina della Chiesa vera sull’aborto?

Innanzitutto, l’aborto è omicidio volontario. Questo asserto è più ovvio di dire che 4 sia un numero pari.

Filosoficamente parlando, infatti, dal momento del concepimento, l’essere del feto è in tutto e per tutto presente nello stesso. Il feto, infatti, o è umano, o non lo è. Se non lo è, allora bisogna dimostrare filosoficamente che, prima di un certo istante di tempo, esso non sia umano, mentre dopo lo sia: il passaggio ontologico da essere a non essere è infatti infinito.

Guardando invece alle evidenze scientifiche, che non possono dimostrare l’asserto filosofico perché l’indagine ontologica è di livello più basso, come ci dice R.G. Lagrange, si capisce fin da subito che il feto sia umano dal concepimento. Basti studiare l’evoluzione costitutiva del feto per poterlo comprendere: è sufficiente valutare il tempo nel quale si formano, a titolo di esempio, ectoderma, mesoderma ed endoderma.

Dai Magisteri ai Confessori, dal Catechismo ai Papi: tutti concordano nel ritenere l’aborto un omicidio satanico, che comporta, tra le altre cose, la scomunica, e che è doppiamente grave in quanto alla materia del peccato, a motivo della impossibilità dell’offeso di potersi difendere, di fronte ai propri carnefici. Uccidere volontariamente un innocente indifeso è molto più grave di qualsiasi altro caso di omicidio.

Ora, la teologia morale insegna chiaramente che l’Eucaristia deve essere negata ai peccatori pubblici. Joe Biden, in qualità di politico, manifesta in maniera perniciosa e non privata la sua posizione a sostegno della pratica abortiva. Essendo che questo riconoscimento è ostentato e universalmente noto e riconosciuto senza ambiguità, ne segue necessariamente che Joe Biden non può e non deve per nessuna ragione accostarsi al sacramento della Eucaristia. Inoltre, è dovere dei sacerdoti e dei vescovi negargli la possibilità di ricevere tale sacramento.

Ed a coloro che reputano che il viatico debba darsi a tutti in maniera indistinta, ricordiamo i precetti basilari del catechismo, che i bambini di 6 anni hanno ben chiari.

Si può ricevere l’Eucaristia in stato di peccato? No.

Si può ricevere l’Eucaristia in stato di grazia? Si.

Il resto non ci interessa: non è cattolicesimo.

E’ ben risaputo infatti che l’azione dei sacramenti non è una azione magica. La sponda ultra-modernista della Chiesa, infatti, pensa che chiunque possa comunicarsi, indipendentemente dal proprio stato e dalla disposizione volontaria. Ma questa non è roba cattolica, in nessuna misura.

Per trenta denari

Il Concilio di Trento è molto chiaro sulla grazia conferita dai Sacramenti, ovverosia che tale grazia è ex opere operato. Tuttavia, l’efficacia del Sacramento può mancare a motivo della cattiva disposizione del cristiano. Se si è in stato di peccato mortale volontario, non si può e non si deve ricevere l’Eucaristia. Non si modifica l’immutabile dottrinale per il capriccio dei modernisti ignoranti in materia di fede. Chi si conosce reo di peccato mortale, deve alla SS. Comunione premettere la confessione. In questo caso, l’errore di Joe Biden è diretto contro la fede e contro la morale. Il suo stato di peccato mortale, oltre che essere oggettivo, è ostentato. Biden reputa, infatti, di poter prelevare ciò che vuole della dottrina e della fede cristiana, per costruire un cattolicesimo fai-da-te, a misura di uomo: errore, questo, che tanti cristiani di oggi commettono, sulla scia del modernismo. Non contento, Biden pretende che questa sua fede sia superiore alla unica vera fede, quella Cattolica, che è Divina, e pretende di poter soppiantare le regole “perchè lo dice lui”. Lo stesso discorso vale per tutti quei cattolici con il piede in due scarpe, che vogliono servire Erode a tempo debito, e poi si rivolgono a Dio quando stanno male, quando si ricordano che possono abusare della misericordia di Dio per tornaconto personale. Questo atteggiamento viziato e esecrabile ricorda tanto l’entusiasmo di Giuda per i denari luccicanti, di Lutero, che voleva farsi una fede su misura, ricorda tanto il clima di sfida coltivato da Calvino contro la dottrina cattolica. Ma il cattolico non può accettare “quello che vuole” della dottrina. “Coloro che prendono della dottrina cristiana quello che a loro piace, si basano non sulla fede, ma sul proprio giudizio: e non “riconducendo tutto il proprio intelletto all’obbedienza a Cristo (1 Cor 10,5)”, obbediscono più propriamente a loro stessi che a Dio” (Leone XIII, Satis Cognitum)

La dottrina cattolica sull’aborto è una dottrina che è rimasta costante, anche dopo il Concilio Vaticano II. Tuttavia, dopo la questione posta in merito alla negazione dell’Eucaristia a Biden rimane il seguente dubbio: sono cattolici quelli che non si oppongono a tale pratica?

Non esitiamo, nuovamente, a rispondere in negativo. Un cattolico ha il dovere supremo di difendere la sacralità della vita, e sopratutto di difendere la legge Divina e la dottrina. Qualora questo compito non venisse svolto, il cattolico non può definirsi tale. In fondo, basta leggersi qualche documento di Santa Romana Chiesa per capirlo:

“Infatti Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli.”

Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, n.51, 7 Dicembre 1965

“La vita umana innocente, in qualsiasi condizione si trovi, è sottratta, dal primo istante della sua esistenza, a qualunque diretto attacco volontario. È questo un fondamentale diritto della persona umana, di valore generale nella concezione cristiana della vita; valido così per la vita ancora nascosta nel seno della madre, come per la vita già sbocciata fuori di lei;così contro l’aborto diretto, come contro la diretta occasione del bambino prima, durante e dopo il parto. Per quanto fondata possa essere la distinzione fra quei diversi momenti dello sviluppo della vita nata o non ancora nata per il diritto profano ed ecclesiastico e per alcune conseguenze civili e penali, — secondo la legge morale, si tratta in tutti quei casi di un grave e illecito attentato alla inviolabile vita umana. Questo principio vale per la vita del bambino, come per quella della madre. Mai e in nessun caso la Chiesa ha insegnato che la vita del bambino deve essere preferita a quella della madre. È erroneo impostare la questione con questa alter-nativa : o la vita del bambino o quella della madre. No; nè la vita della madre, nè quella del bambino, possono essere sottoposte a un atto di diretta soppressione. Per l’una parte e per l’altra la esigenza non può essere che una sola: fare ogni sforzo per salvare la vita di ambedue, della madre e del bambino”

Discorso di Pio XII ai partecipanti al convegno del “Fronte della Famiglia” e della federazione delle associazioni delle famiglie, 27 Novembre 1951.

Ma dobbiamo ricordare pure, Venerabili Fratelli, l’altro gravissimo delitto,col quale si attenta alla vita della prole, chiusa ancora nel seno materno. Per alcuni la cosa è lecita, e lasciata al beneplacito della madre e del padre; per altri è invece proibita, salvo il caso in cui esistano gravissimi motivi, che chiamano col nome di « indicazione » medica, sociale, eugenica. Costoro richiedono che, quanto alle pene, con cui le leggi dello Stato sancirono la proibizione di uccidere la prole generata, ma non venuta ancora alla luce, le pubbliche leggi riconoscano la « indicazione », secondo che ciascuno a modo suo la difende, e la dichiarino libera da qualsiasi pena. Anzi, non mancano coloro i quali domandano che le pubbliche autorità prestino il loro aiuto in simili mortifere operazioni; enormità che, purtroppo, in qualche luogo, si commette frequentissimamente,come è noto. Per quanto riguarda la « indicazione medica e terapeutica » — per adoperare le loro stesse parole — già abbiamo detto, Venerabili Fratelli, quanta compassione Noi sentiamo per la madre, la quale,per ufficio di natura, si trova esposta a gravi pericoli, sia della salute,sia della stessa vita: ma quale ragione potrà mai aver forza da rendere scusabile, in qualsiasi modo, la diretta uccisione dell’innocente? Perché qui si tratta appunto di questa. Sia che essa si infligga alla madre, sia che si cagioni alla prole, è sempre contro il comando di Dio e la voce stessa della natura: «Non ammazzare ! ». È infatti egualmente sacra la vita dell’una e dell’altra persona, a distruggere la quale non potrà mai concedersi potere alcuno, nemmeno all’autorità pubblica. E, con somma leggerezza, questo potere si fa derivare, contro innocenti, dal diritto di spada, che vale solo contro i rei; né ha qui luogo il diritto di difesa, fino al sangue, contro l’ingiusto aggressore (chi, infatti, chiamerebbe ingiusto aggressore una innocente creaturina?); né può essere, in alcun modo, il diritto che dicono « diritto di estrema necessità », e che possa giungere fino all’uccisione diretta dell’innocente. Pertanto i medici probi e capaci si ad-operano lodevolmente a difendere e conservare sia la vita della madre,sia quella della prole; per contro si farebbero conoscere indegnissimi del nobile titolo di medici coloro che, sotto il pretesto di usare l’arte medica,o per malintesa pietà, insidiassero alla vita della madre o della prole.”

Pio XI, Lettera Enciclica Casti Connubii, 31 Dicembre 1930

“Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi – che a varie riprese hanno condannato l’aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo,hanno unanimemente consentito circa questa dottrina – dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale.”

Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Evangelium Vitæ, n.62, 25 Marzo 1995.

“La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita”

Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2270.

“Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine e come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale”

Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2271.

“La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. “Chi procura l’aborto, ottenendo l’effetto, incorre nella scomunica “latæ sententiæ” [C.I.C., 1398] “per il fatto stesso d’aver commesso il delitto” [C.I.C, 1398] e alle condizioni previste dal Diritto [Cf. ibid., 1323- 1324]. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tuttala società.”

Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2272.

“L’Embrione, poichè fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano”

Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2274.

“Sunt irregulares ex delicto: […] 4: Qui voluntarium homicidium perpetrarunt aut fetus humani abortum procuraverunt, effectu secuto, omnesque cooperantes”

Codex Iuris Canonici, 1917, Can. 985.

“Procurantes abortum, matre non excepta, incurrunt, effectu secuto, in ex-commumcationem latæ sententiæ Ordinario reservatam; et si sint clerici,præterea deponantur”

Codex Iuris Canonici, 1917, Can. 2350 §1.

Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica “latæ sententiæ”.

Codex Iuris Canonici, 1983, Can. 1398.

Auspichiamo che quindi, quelle creature fastidiose chiamate “cattolici pro choice”, che si crogiolano nel asservire paradiso e peccati, ripassino i fondamentali della dottrina cattolica basilare, e che per una volta tanto si decidano ad abbracciare la totalità della fede, prima di strizzare l’occhiolino agli avversari. Ma sopratutto, auspichiamo che Roma difenda i vescovi americani, che schierandosi contro Biden non fanno un gioco politico. Fanno semplicemente quello che Cristo aveva comandato agli Apostoli: proclamare la Verità e difendere la dottrina.

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