“Infatti Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo degno dell’uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli.”
Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes, n.51, 7 Dicembre 1965“La vita umana innocente, in qualsiasi condizione si trovi, è sottratta, dal primo istante della sua esistenza, a qualunque diretto attacco volontario. È questo un fondamentale diritto della persona umana, di valore generale nella concezione cristiana della vita; valido così per la vita ancora nascosta nel seno della madre, come per la vita già sbocciata fuori di lei;così contro l’aborto diretto, come contro la diretta occasione del bambino prima, durante e dopo il parto. Per quanto fondata possa essere la distinzione fra quei diversi momenti dello sviluppo della vita nata o non ancora nata per il diritto profano ed ecclesiastico e per alcune conseguenze civili e penali, — secondo la legge morale, si tratta in tutti quei casi di un grave e illecito attentato alla inviolabile vita umana. Questo principio vale per la vita del bambino, come per quella della madre. Mai e in nessun caso la Chiesa ha insegnato che la vita del bambino deve essere preferita a quella della madre. È erroneo impostare la questione con questa alter-nativa : o la vita del bambino o quella della madre. No; nè la vita della madre, nè quella del bambino, possono essere sottoposte a un atto di diretta soppressione. Per l’una parte e per l’altra la esigenza non può essere che una sola: fare ogni sforzo per salvare la vita di ambedue, della madre e del bambino”
Discorso di Pio XII ai partecipanti al convegno del "Fronte della Famiglia" e della federazione delle associazioni delle famiglie, 27 Novembre 1951.Ma dobbiamo ricordare pure, Venerabili Fratelli, l’altro gravissimo delitto,col quale si attenta alla vita della prole, chiusa ancora nel seno materno. Per alcuni la cosa è lecita, e lasciata al beneplacito della madre e del padre; per altri è invece proibita, salvo il caso in cui esistano gravissimi motivi, che chiamano col nome di « indicazione » medica, sociale, eugenica. Costoro richiedono che, quanto alle pene, con cui le leggi dello Stato sancirono la proibizione di uccidere la prole generata, ma non venuta ancora alla luce, le pubbliche leggi riconoscano la « indicazione », secondo che ciascuno a modo suo la difende, e la dichiarino libera da qualsiasi pena. Anzi, non mancano coloro i quali domandano che le pubbliche autorità prestino il loro aiuto in simili mortifere operazioni; enormità che, purtroppo, in qualche luogo, si commette frequentissimamente,come è noto. Per quanto riguarda la « indicazione medica e terapeutica » — per adoperare le loro stesse parole — già abbiamo detto, Venerabili Fratelli, quanta compassione Noi sentiamo per la madre, la quale,per ufficio di natura, si trova esposta a gravi pericoli, sia della salute,sia della stessa vita: ma quale ragione potrà mai aver forza da rendere scusabile, in qualsiasi modo, la diretta uccisione dell’innocente? Perché qui si tratta appunto di questa. Sia che essa si infligga alla madre, sia che si cagioni alla prole, è sempre contro il comando di Dio e la voce stessa della natura: «Non ammazzare ! ». È infatti egualmente sacra la vita dell’una e dell’altra persona, a distruggere la quale non potrà mai concedersi potere alcuno, nemmeno all’autorità pubblica. E, con somma leggerezza, questo potere si fa derivare, contro innocenti, dal diritto di spada, che vale solo contro i rei; né ha qui luogo il diritto di difesa, fino al sangue, contro l’ingiusto aggressore (chi, infatti, chiamerebbe ingiusto aggressore una innocente creaturina?); né può essere, in alcun modo, il diritto che dicono « diritto di estrema necessità », e che possa giungere fino all’uccisione diretta dell’innocente. Pertanto i medici probi e capaci si ad-operano lodevolmente a difendere e conservare sia la vita della madre,sia quella della prole; per contro si farebbero conoscere indegnissimi del nobile titolo di medici coloro che, sotto il pretesto di usare l’arte medica,o per malintesa pietà, insidiassero alla vita della madre o della prole."
Pio XI, Lettera Enciclica Casti Connubii, 31 Dicembre 1930“Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi - che a varie riprese hanno condannato l’aborto e che nella consultazione precedentemente citata, pur dispersi per il mondo,hanno unanimemente consentito circa questa dottrina - dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. Tale dottrina è fondata sulla legge naturale e sulla Parola di Dio scritta, è trasmessa dalla Tradizione della Chiesa ed insegnata dal Magistero ordinario e universale."
Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Evangelium Vitæ, n.62, 25 Marzo 1995."La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal primo istante della sua esistenza, l’essere umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita"
Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2270."Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile. L’aborto diretto, cioè voluto come un fine e come un mezzo, è gravemente contrario alla legge morale"
Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2271."La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. "Chi procura l’aborto, ottenendo l’effetto, incorre nella scomunica "latæ sententiæ" [C.I.C., 1398] "per il fatto stesso d’aver commesso il delitto" [C.I.C, 1398] e alle condizioni previste dal Diritto [Cf. ibid., 1323- 1324]. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all’innocente ucciso, ai suoi genitori e a tuttala società."
Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2272."L’Embrione, poichè fin dal concepimento deve essere trattato come una persona, dovrà essere difeso nella sua integrità, curato e guarito, per quanto è possibile, come ogni altro essere umano"
Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2274."Sunt irregulares ex delicto: [...] 4: Qui voluntarium homicidium perpetrarunt aut fetus humani abortum procuraverunt, effectu secuto, omnesque cooperantes"
Codex Iuris Canonici, 1917, Can. 985."Procurantes abortum, matre non excepta, incurrunt, effectu secuto, in ex-commumcationem latæ sententiæ Ordinario reservatam; et si sint clerici,præterea deponantur"
Codex Iuris Canonici, 1917, Can. 2350 §1.Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica "latæ sententiæ".
Codex Iuris Canonici, 1983, Can. 1398.Apri un sito e guadagna con Altervista - Disclaimer - Segnala abuso - Privacy Policy - Personalizza tracciamento pubblicitario