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Al Tempio

Narra il Vangelo che compiuti i giorni della purificazione secondo la legge di Mosé, Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.

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Narra il Vangelo che compiuti i giorni della purificazione secondo la legge di Mosé, Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore.

Al Tempio

Narra il Vangelo che compiuti i giorni della purificazione secondo la legge di Mosé, Maria e Giuseppe portarono il Bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come sta scritto nella Legge del Signore per cui ogni primogenito deve essere consacrato al Signore, e per offrire in sacrificio un paio di tortorelle, oppure due colombini (S. Luca, II – 23).

In questa legge ebraica c’erano due prescrizioni: la presentazione del primogenito e la purificazione della donna. Gesù, primogenito e rimasto sempre unico figlio di Maria, non era tenuto alla presentazione al Tempio, essendo il Santo dei Santi. La Madonna non abbisognava di purificazione come le altre donne, essendo Madre Vergine. Tuttavia Madre e Figlio ubbidirono alla legge, così, dopo quaranta giorni dalla nascita, Giuseppe, Maria e Gesù andarono a Gerusalemme dove offrirono due tortorelle al Sacerdote.

Ecco la Sacra Famiglia nel cortile del Tempio di Gerusalemme. La Madonna, confusa fra le altre madri, rimase nell’atrio delle donne, presso la Porta Speciosa del Tempio, in attesa del Sacerdote.

Si avverava così la profezia di Malachia, il quale fu l’ultimo dei Profeti: “Verrà nel suo Tempio il Dominatore che voi aspettate e l’Angelo del Testamento che voi desiderate; ecco viene, dice il Signore degli eserciti” (Malachia, III – 1).

Comparso sulla porta del Tempio il vecchio Simeone, San Giuseppe offrì le due tortorelle e la moneta prescritta. Nessuno dei presenti conosceva la grandezza della Madonna e del suo Sposo e nessuno immaginava essere quel Bambino l’aspettato Messia. Iddio volle rivelare il segreto al buon Simeone, che, illuminato dallo Spirito Santo, prese il Bambino Gesù tra le braccia ed esclamò: “Ora, Signore, lascia andare in pace il tuo servo secondo la tua parola, poiché i miei occhi hanno veduto il tuo Salvatore, che tu hai preparato nel cospetto di tutti i popoli, luce di rivelazione alle genti e, gloria d’Israele, tuo popolo” (S. Luca, II – 29).

La Madonna e San Giuseppe gioirono, pensando che Gesù era stato riconosciuto quale Messia; ma subito si rattristarono, udendo una profezia dolorosa: “Ecco, Egli (Gesù) è posto a rovina e risurrezione di molti in Israele e come segna di contraddizione; anche a te (Donna) una spada trapasserà l’anima, affinché restino svelati i pensieri di molti cuori” (S. Luca, II – 34).

Il vecchio Simeone li benedisse. Quando fu adempiuta ogni cosa prescritta dalla Legge del Signore, Maria e Giuseppe partirono dal Tempio, meditando il significato di quelle parole profetiche, cioè che il cuore della Vergine sarebbe stato trapassato dalla spada del dolore, come Madre del Messia, e che San Giuseppe, in qualità di suo Sposo, avrebbe dovuto condividere tante amarezze. La prima trafittura stava per avvenite, per la ricerca a morte del Bambino Gesù da parte del re Erode.

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