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Il tramonto della Santa Reparata

Com'è possibile che nella Città dell'Arte per eccellenza, a un bene culturale e artistico di tale portata, uno dei simboli della città medicea, non venga riservato al campanone della Cattedrale, la “Santa Reparata” un trattamento degno di una qualsiasi altra opera d'arte?

Ha suscitato molto scalpore la notizia degli ultimi giorni che vede protagonista il celeberrimo campanone (“Santa Reparata”) del Campanile di Giotto, riguardo la sua rotazione di 90° a causa dell’assottigliamento del suo bordo inferiore causato dall’azione del battaglio, con conseguente rischio di rottura; articoli di giornali cartacei, online, e servizi di telegiornali locali e regionali, parlano di “un’ultima volta”, dal momento che poi la campana, una volta assottigliata sui nuovi punti di battuta, verrà considerata inservibile e quindi verrà rifusa.

L’Opera del Duomo non lascia scampo alla campana e tra forse 50, 70 o 100 anni verrà sostituita da una campana nuova. Ma com’è possibile che nella Città dell’Arte per eccellenza, a un bene culturale e artistico di tale portata, uno dei simboli della città medicea, non venga riservato un trattamento degno di una qualsiasi altra opera d’arte?

Che un complesso campanario di questo calibro sia interesse di manutenzione non può essere che motivo di compiacimento, ma alcune modalità descritte ci portano a dover fare delle ragionevoli considerazioni.

LE CAMPANE HANNO SETTE VITE… O QUASI. L’intervento che avrà luogo nei prossimi giorni presenta numerose criticità e non garantisce un futuro roseo alla campana di Antonio Petri del 1705, che viene data già per spacciata tanto da auspicarne una futura sostituzione. Su questo ci sentiamo di dissentire in quanto il progresso tecnologico e l’impegno di alcune realtà del settore a livello europeo ci danno la possibilità di vedere campane rotte o fortemente usurate tornare alla condizione originale con un vero e proprio processo di rigenerazione dei punti di battuta e saldatura di eventuali crepe. In questo senso le campane possono durare diversi secoli in più rispetto a ciò che veniva pronosticato un tempo.

ROTAZIONE DELLE CAMPANE: 90° O 45°?Si parla inoltre di una rotazione di ¼ della campana sul proprio asse. Anche in questo caso ci sono studi scientifici che evidenziano le problematiche di una rotazione errata e le relazioni che si vengono a creare tra vecchi e nuovi punti di battuta. L’errore più grossolano da commettere, infatti, è la rotazione di 90°, dove vengono poste in posizione cardinale le coppie di punti di battuta nuovi con quelli vecchi. La rotazione di ¼, su 360° equivale a 90°, quindi è molto probabile che in corrispondenza dei nuovi punti di impatto ve ne siano 2 vecchi. Oltre alla nozione tecnica che riguarda la rotazione c’è l’aspetto del tempo trascorso tra una rotazione e l’altra. UN BATTAGLIO MAL PROPORZIONATO. La campana è del 1705, quindi in uso da 316 anni. Si legge sia stata già ruotata nella metà degli anni ’50 del ‘900, quindi dopo 250 anni dalla sua messa in opera, come mai dopo solamente 66 anni è nuovamente necessaria un’operazione di rotazione? Le cause non possono che essere attribuite al battaglio installato durante i lavori di restauro di metà anni ’50, che con ogni probabilità non è di idonee misure fisiche.

Il tramonto della Santa Reparata

LA SANTA REPARATA… SUPPLITA DA UNA REGISTRAZIONE?Da fonti ufficiose si apprende che la campana potrebbe essere sostituita da una registrazione e che suonerà soltanto in determinate occasioni. Scegliere di limitare il suono della campana per preservarne la vita e sostituire la stessa con una registrazione significa avere mancanza di idee o di alternative realmente valide. Per permettere ad una campana di avere lunga vita non occorre sostituirla con il suo stesso suono registrato, ma sono necessarie competenza ed attenzione nella sua cura e manutenzione, anno dopo anno. È triste vedere che in Italia spesso vengono percorse strade “semplici”, abbiamo purtroppo già diversi esempi di cattiva soluzione sulle torri campanarie delle nostre Cattedrali. A differenza nostra, nel resto d’Europa le campane vengono esaltate e valorizzate, mentre noi scegliamo di avvilirle come a Venezia nella Basilica di San Marco con degli elettro-battenti, o a Cremona con il concerto settecentesco che è fermo da decenni in cima al Torrazzo, ed ora aggiungeremo anche la registrazione della “Santa Reparata” di Firenze.

Nel 2021 lascia davvero di stucco dover leggere che questa sarà l’ultima operazione di rotazione possibile, e che in futuro la campana andrà rifusa. Firenze, città per eccellenza dell’#arte e del restauro, potrebbe invece diventare un esempio positivo per il resto d’Italia in materia di restauro e conservazione delle campane, che hanno tutto il diritto di essere considerate parte del nostro #patrimonio artistico. Per questo motivo l’Associazione Italiana di Campanologia si rende disponibile nei confronti dell’Opera di Santa Maria del Fiore per qualsiasi chiarimento o approfondimento sulla questione.


Fonte: Associazione Italiana di Campanologia

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